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Edirpa: tutto sul piano che avvicina la Difesa comune europea

Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno siglato un accordo per l’Edirpa: 300 milioni di euro fino al 2025 per la difesa comune europea

Passo dopo passo prende corpo la difesa comune europea. Il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno siglato un accordo per dare il via all’Edirpa, il nuovo strumento per gli appalti comuni nell’industria della difesa. Il fondo, che potrà contare su bilancio da 300 milioni di euro fino al 2025, permetterà ai Paesi membri di procedere con gli acquisti dei materiali per la difesa comune con più rapidità, tra questi su tutti armi e munizioni. “

EDIRPA: UN PIANO DA 300 MILIONI DI EURO

L’Edirpa contribuirà a finanziare il piano europeo per lo sviluppo dell’industria della difesa, presentato lo scorso 3 maggio e che punta ad arrivare a produrre almeno un milione di munizioni all’anno Made in Europe. Il percorso dell’Edirpa ha una storia relativamente giovane (se consideriamo i tempi di sviluppo della Difesa comune europea): è stato presentato per la prima volta dalla Commissione europea lo scorso luglio.

DIFESA COMUNE: IL PILASTRO CLAUDICANTE DELL’UE

Sin dalla nascita dell’Unione Europea gli stati membri hanno faticato a sedersi al tavolo della difesa comune: da un lato l’appartenenza alla Nato, dall’altra le strategie nazionali hanno frenato lo sviluppo della difesa comune e del secondo pilastro dell’UE (Politica estera e di sicurezza comune dell’UE – PESC). “Darà all’industria della difesa una maggiore prevedibilità e contribuirà a incrementare le consegne per l’Ucraina. E a portarci più vicini a un’Unione della Difesa”, ha commentato con un tweet la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. L’accordo ora dovrà essere formalmente adottato dal Consiglio e dal Parlamento.

EDIRPA: L’UE FINANZIERÀ IL 20% DELL’ACQUISTO COMUNE DI ARMI

L’Edirpa, infatti, incentiverà gli Stati membri ad acquistare in comune i prodotti per la difesa facilitando i risparmi sui costi e aumentando la competitività e l’efficienza della base industriale e tecnologica di difesa europea. Il contributo economico dell’UE arriverà al 20 per cento per ciascun contratto di appalto comune. Il restante 80% sarà a carico di ciascun consorzio di Stati membri e paesi associati. “Con Edirpa, l’Europa sosterrà l’attrezzatura congiunta per la difesa. Un nuovo passo verso una difesa europea più ambiziosa e integrata”, ha scritto in un tweet il commissario europeo per il Mercato Interno, Thierry Breton.

IL PIANO ASAP: UN MILIONE DI MUNIZIONI MADE IN EUROPE OGNI ANNO

L’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina, un paese vicino più volte ad entrare nell’UE, ha funto da catalizzatore per l’implementazione di politiche per la difesa comune. Già lo scorso 1° giugno l’Europarlamento, con una procedura d’urgenza, ha detto sì al mandato negoziale sul piano Ue per accelerare la produzione di munizioni ‘Made in Europe’ (ASAP), presentato dalla Commissione europea lo scorso 3 maggio per la produzione di un milione di munizioni all’anno. In parte saranno destinate all’Ucraina ma in parte andranno a rifondere le scorte degli Stati membri che stanno aiutando Kiev. La partecipazione all’ASAP potrà avvenire anche attraverso fondi del PNRR. “Non ci sono obblighi”, ha spiegato la Commissione, ma gli Stati sono liberi di mobilitare gli strumenti finanziari che preferiscono, anche i fondi del PNRR. Il prossimo passo per l’integrazione della difesa comune sarà un accordo sull’ASAP, i negoziati interistituzionali sono iniziati questa settimana.

L’ANALISI DELLA CORTE DEI CONTI EUROPEA SUGLI STRUMENTI PER FINANZIARE LA DIFESA COMUNE

Intanto la Corte dei Conti europea (European court of auditors – Eca) ha rilasciato il primo rapporto speciale di monitoraggio sulla Azione preparatoria per la ricerca nella Difesa (Padr), il primo programma finanziato dal bilancio Ue a supporto dell’industria della Difesa e la politica per la Ricerca e sviluppo militari che ha potuto usufruire di 90 milioni di euro nel periodo 2017-2019, il precursore del Programma europeo di sviluppo industriale della difesa (Edidp) e del Fondo europeo di Difesa (Edf), e dell’Edirpa. Come scrive Fabrizio Braghini il testbed Padr mostra risultati limitati e una tempistica eccessivamente ridotta. Le criticità individuate riguardano aspetti amministrativi e gestionali, insieme alla ridotta disponibilità di risorse umane qualificate dedicate ai programmi di Difesa e alla mancanza di una strategia di lungo termine. Le osservazioni dell’Eca sottolineano quanto sia necessario intraprendere un percorso per conseguire coerenza tra strumenti e tempistiche, e l’efficientamento dei meccanismi tra i diversi fondi per la Difesa.

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