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Elezioni Israele, la Vaccination Nation resterà nelle mani di Netanyahu?

Israele Netanyahu

Oggi Israele vota per la quarta volta in due anni. Benjamin Netanyahu ha qualcosa in più rispetto ai suoi sfidanti, ma basterà per vincere le elezioni?

Oggi Israele torna alle urne per la quarta volta in due anni. L’instabilità che ha caratterizzato gli ultimi governi del premier Benjamin Netanyahu non sembra poter arrivare a un punto di svolta nemmeno con queste elezioni. Secondo i sondaggi, infatti, non sarà facile formare un governo. Ma, intanto, Bibi – al potere da 12 anni consecutivi (e 15 totali) – spera nel sesto mandato per sfuggire ai guai giudiziari.

DUE ANNI TURBOLENTI

È trascorso poco più di un anno dalle ultime elezioni in Israele. Dalla fondazione dello Stato ebraico nel 1948 non era mai capitata una simile impasse. Finora nessun partito o coalizione è uscito abbastanza forte dalle urne da riuscire a garantire stabilità.

I SONDAGGI

Secondo gli ultimi sondaggi riportati da Jerusalem Post, il partito in testa sarebbe ancora il conservatore Likud di Netanyahu, nonostante il processo in corso contro di lui per corruzione e abuso di potere. Questo, tuttavia, non lo mette al riparo da eventuali sorprese, ma soprattutto non garantisce di raggiungere la maggioranza nel Knesset, il Parlamento di Gerusalemme.

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I PRINCIPALI SFIDANTI DI BIBI

Un aspetto da notare per capire la frammentazione del panorama politico israeliano è che ad aprile 2020 i partiti dell’opposizione erano quattro, oggi sono dieci. In queste elezioni il principale partito rivale del Likud è il centrista e laico Yesh Atid, guidato dal giornalista ed ex ministro delle Finanze Yair Lapid. In passato ha fatto parte dell’alleanza Blu e Bianco, nata per contrastare il potere di Netanyahu ma è poi finita, almeno in parte, ad appoggiarlo come Primo ministro. Proprio per questo motivo, Yesh Atid ha deciso di svincolarsi dalla coalizione passando all’opposizione.

Yair Lapid oggi al seggio elettorale

Al terzo posto dei sondaggi troviamo la coalizione di destra estrema, Yamina, contraria al riconoscimento dello Stato della Palestina e a qualsiasi rinuncia agli insediamenti israeliani. Alleato di Yamina e subito dopo in classifica New Hope, tra le cui proposte principali c’è l’istituzione di un limite di durata per la carica di Primo ministro per “ridurre la corruzione e fare in modo che il premier si concentri sulle riforme e non sulla continua campagna elettorale per farsi rieleggere”.

IL PRINCIPALE ALLEATO DI BIBI

Netanyahu, sebbene molto contestato sia per lo scandalo di corruzione che lo sta coinvolgendo che per la crisi economica causata dai numerosi lockdown messi in atto per gestire la pandemia, ha un importante asso nella manica da giocarsi in queste elezioni: la campagna vaccinale. Il premier, come ricorda Il Sole24Ore, chiama Israele la “Vaccination Nation”. Il Paese, infatti, che da due settimane ha riaperto ristoranti, bar, cinema e stadi è tornato a una parvenza di normalità.

Bibi ha puntato tutta la sua campagna elettorale sulle vaccinazioni, tanto che, sempre sul Sole si legge che “Albert Bourla, ceo del colosso americano Pfizer, la prima compagnia farmaceutica a commercializzare il vaccino, durante un’intervista televisiva ha descritto Netanyahu come un politico ossessivo, che lo ha chiamato 30 volte, anche alle tre del mattino, solo per assicurarsi che i vaccini arrivassero nei tempi stabiliti”.

Come dicevamo prima, però, nessuno è al sicuro e per ora di certo c’è soltanto che, ancora una volta, per raggiungere una maggioranza e formare il governo, alle elezioni seguiranno delle consultazioni – probabilmente lunghe.

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