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Elezioni Stati Uniti, Farese: “Accuse di frode parte di un ‘deal’, per Trump tutto è negoziabile”

Trump Social

L’analisi sulle elezioni americane di Giovanni Farese, professore dell’Università europea di Roma. “La reazione di Trump alla vittoria di Biden potrebbe essere una strategia perché per il presidente uscente tutto è negoziabile, forse pensa di poter candidare la figlia nel 2024”

“Il vero problema di Donald Trump non credo siano le elezioni, ma cosa avverrà di lui dopo. E, riguardo le sue accuse di frodi elettorali, esistono due possibilità: potrebbero essere l’ennesima dimostrazione di ciò in cui ha creduto per tutta la vita, ovvero che tutto è un ‘deal”’. Lo ha spiegato all’Adnkronos il professor Giovanni Farese, associato di storia economica all’Università europea di Roma e grande esperto del mondo istituzionale di Washington, secondo cui il presidente in carica non ammetterebbe la sconfitta alle elezioni per mano di Joe Biden perché “per lui tutto è un negoziato o è negoziabile”.

LE DUE MOSSE DI TRUMP

“In questo caso – spiega Farese – Trump proverà a vendere cara la pelle per poi arrivare al compromesso, accettando il risultato delle elezioni, ma a queste condizioni…. Sarebbe perfettamente compatibile con tutta la sua storia personale, e credo sia molto probabile. Ovviamente, parliamo di qualcosa che avverrebbe nel ‘dietro le quinte’ istituzionale”. Oppure, la seconda ipotesi del professore, è che ”Trump stia cercando di mantenere caldo il suo popolo. Si prepara a fare la sua traversata nel deserto, magari pensa di poter candidare la figlia, o comunque qualcuno a lui vicino, nel 2024. In quel caso avrebbe ancora bisogno di continuare a dividere l’America, e le accuse di frodi elettorali fanno proprio questo”.

IL PARTITO REPUBBLICANO

“Molto però dipenderà dalla posizione del suo partito, perché – continua Farese – il partito repubblicano negli Stati Uniti non è Trump. Lui è un corpo estraneo al partito repubblicano, nonostante lo abbia geneticamente modificato negli ultimi anni e abbia mutato profondamente il suo elettorato. Spero, nell’interesse generale degli Stati Uniti, che il partito repubblicano riesca a marginalizzarlo e, per certi aspetti, questo è più facile se Trump continua a mantenere la posizione attuale”.

LE MOSSE DI BIDEN

In tutto questo, secondo Farese è nell’interesse di Joe Biden ”non farsi coinvolgere in una bagarre con il presidente in carica. Nei prossimi mesi, fino all’insediamento, saranno importanti i ‘toni‘ che userà, perché – spiega – il presidente eletto non ha poteri ma può cominciare a inviare messaggi diretti o indiretti. Mi aspetto che continui la strada intrapresa con le prime dichiarazioni, con toni molto concilianti”.

IL NODO SENATO

”Il grande problema è l’interlocuzione con il partito repubblicano. Ha un programma ambizioso di politica economica che richiede un cospicuo impiego di risorse federali. Questo piano dovrà essere approvato dal senato, dove i risultati delle elezioni, dei ”run offs” a gennaio, sono incerti. E anche se la maggioranza risultasse democratica, sarebbe comunque molto risicata. Biden, tuttavia, è attrezzato per affrontare questo tipo di problema, ha esperienza e conosce molto bene i meccanismi della politica americana”.

L’AGENDA BIDEN

”La cosa più importante – conclude Farese – sarà andare nella direzione in cui ha promesso: affrontare il problema del cambiamento climatico, delle diseguaglianze, che non sono soltanto quelle economiche, perché negli Stati Uniti va affrontato anche il grave capitolo del razzismo, e mandare avanti gli ambiziosi progetti politici”.

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