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Fake news, G7 contro Cina e Russia. Quali notizie?

Fake News Cina Russia

I Paesi del G7 lanciano la sfida a Cina e Russia sulle fake news ristabilendo un’alleanza democratica sulla strada già intrapresa da Biden

Uniti contro propaganda e fake news prodotte da Russia e Cina. È questo uno degli obiettivi principali del vertice dei ministri degli Esteri di Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e Giappone che si sono riuniti a Londra per il primo G7 in presenza dopo 14 mesi di pandemia.

Il lavoro svolto durante il summit sarà la base del G7 che si terrà tra un mese in Cornovaglia, a cui parteciperà anche Joe Biden, per la prima volta in visita in Europa da presidente.

UNITI CONTRO LE FAKE NEWS

Già prima dell’incontro, il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, parlando con l’agenzia Reuters, aveva spiegato che il Regno Unito “sta cercando di unire i G7 sull’idea di un meccanismo rapido di respingimento” per combattere le attività di Mosca. “In modo che”, aveva proseguito il Ministro, “quando vediamo queste bugie e fake news in giro, possiamo non solo in modo individuale, ma tutti insieme respingerle e fornire la verità”.

Il messaggio lanciato non è solo per Mosca ma anche per Pechino, accusate entrambe dalle forze di sicurezza britanniche, Ue e americane di diffondere disinformazione in Occidente in diversi ambiti, dalla sanità alla politica. Accuse puntualmente respinte da Russia e Cina.

COME FARE

L’idea è appunto quella di agire in modo coordinato e creare una rete di Paesi a tutela del libero mercato, dei diritti umani e della democrazia. Istituire un meccanismo comune di risposta rapida per contrastare la manipolazione della realtà e la campagna di fake news di Mosca e Pechino.

“Dobbiamo essere un esempio positivo”, ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken, “e puntare a un mondo migliore non solo per noi, ma anche per cinesi e russi”. “Non vogliamo contenere o limitare Pechino – ha proseguito Blinken – ma bisogna rispettare le regole internazionali e i diritti umani”.

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LE TENSIONI

Per i Paesi riuniti al G7 la tensione con Mosca ha aggiunto l’apice con il divieto d’ingresso in Russia imposto a 8 alti funzionari di Bruxelles, tra cui il presidente del Consiglio europeo David Sassoli, in risposta alle sanzioni dell’Ue per il caso Navalny.

Una vicenda che si aggiunge alle tensioni bilaterali già presenti tra Washington e Mosca, dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito il presidente russo Vladimir Putin “un killer”. E anche sul fronte con la Cina non va meglio, accusata di attacchi informatici, pratiche commerciali scorrette e violazione dei diritti umani sulla minoranza uigura.

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