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Google, Amazon, Facebook e Apple a processo davanti al Congresso

Google Amazon Facebook Apple

A meno di 100 giorni dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i CEO di Google, Amazon, Facebook e Apple (GAFA) tengono le loro audizioni di fronte al Congresso, che indaga su eventuali abusi di posizione dominante nei rispettivi settori e sull’efficacia delle leggi antitrust esistenti

Dopo mesi di preparazione a quello che il sito Tech Crunch ha definito “confronto storico”, i CEO delle Big Tech americane stanno tenendo oggi – in videoconferenza – le proprie audizioni di fronte a una commissione parlamentare antitrust. Sundar Pichai (Google), Jeff Bezos (Amazon), Mark Zuckerberg (Facebook) e Tim Cook (Apple) – che messi insieme hanno complessivamente un valore di mercato di quasi 5.000 miliardi di dollari – sono accusati dai loro detrattori di abuso di posizione dominante nei rispettivi settori. Come si legge su The Verge, la commissione ha svolto 13 mesi di indagini sulla Silicon Valley, acquisito 1,3 milioni di documenti, tenuto cinque audizioni pubbliche e condotto centinaia di ore di interviste.

FACEBOOK E GOOGLE

Mark Zuckerberg, così come Sundar Pichai, hanno già affrontato gli interrogatori del Congresso, ma non in queste circostanze. Facebook e Google, accusate di essere diventate troppo potenti nel settore social media e nella ricerca online soffocando i rivali, dovranno vedersela con i repubblicani, che le reputano faziose contro di loro, e con i democratici, pronti ad accusarle di non impegnarsi abbastanza per contenere i discorsi di incitamento all’odio. Per non parlare delle critiche ricevute per la cattiva informazione sulle loro piattaforme. Zuckerberg, secondo quanto riportato da POLITICO, ha fatto trapelare alcuni passaggi del suo discorso rispondendo proprio al fatto che la sua azienda ha ancora molto da fare in termini di disinformazione e repressione dell’incitamento all’odio. “Crediamo nella democrazia, nella libertà d’espressione, nella concorrenza e dell’inclusione sui quali si fonda l’economia degli Stati Uniti”, ha detto Zuckerberg. “Non ci sono garanzie che questi valori vincano. La Cina ad esempio costruisce la sua versione di internet su valori diversi ed esporta questa visione in altri paesi”. Il fondatore di Facebook ha infatti previsto di utilizzare uno dei suoi argomenti preferiti per giustificare la grandezza della sua rete: ovvero la necessità di non farsi superare dalla Cina. Sempre secondo quanto scritto da The Verge, le aziende potrebbero anche provare a fare leva sulle app cinesi come TikTok e su come le nuove regole di concorrenza renderebbero gli Stati Uniti meno competitivi rispetto ai prodotti cinesi. Ma i democratici probabilmente cercheranno di sviare e si concentreranno su come queste aziende potenzialmente soffocano la concorrenza.

AMAZON E APPLE

Per Jeff Bezos, si tratta di una prima assoluta e l’unica dichiarazione finora rilasciata è questa: “Giusto farci un esame, starà a noi superarlo”. Amazon è accusata di abuso di posizione dominante sia come venditore al dettaglio che come piattaforma che ospita venditori terzi. Secondo il New York Times, questa audizione potrebbe in parte far capire al pubblico il funzionamento interno di una delle aziende più ricche al mondo. I membri della commissione potrebbero interessarsi particolarmente a lui in quanto non è mai comparso prima di fronte al Congresso. Stando a quanto scrive The Information, due settimane dopo che gli altri CEO avevano accettato di partecipare all’audizione, Tim Cook continuava a resistere perché, secondo quanto riportato dalle persone che conoscono il suo pensiero, Cook è fermamente convinto che Apple non appartenga a un gruppo di aziende percepite sempre più come anticoncorrenziali, tra cui Amazon, Facebook e Google. Inoltre ha trascorso gran parte degli ultimi quattro anni evitando quel tipo di ambiente politico “tossico” che ha inghiottito gli amministratori delegati delle altre Big Tech, dalla privacy alla censura e al trattamento dei lavoratori. Tim Cook dovrà difendere Apple dall’accusa di usare il pugno duro sull’App Store per bloccare i rivali e costringere le altre app a pagare elevate commissioni. Gli sviluppatori di app lamentano infatti di essere costretti a pagare il 30% delle loro vendite per ottenere l’accesso agli utenti di iPhone tramite l’App Store, per poi ritrovarsi a competere con le stesse app dell’azienda di Cupertino. L’articolo continua spiegando come il CEO di Apple sia stato finora in grado di intrattenere relazioni equilibrate con tutti i rappresentanti, sia democratici che repubblicani, per evitare qualsiasi coinvolgimento di Apple nel dibattito politico americano. Tale approccio ha aiutato la sua azienda a mantenere stabilità in periodi turbolenti, come dimostra la vittoria nella questione dazi doganali con la Cina.

VERSO NUOVE NORME ANTITRUST?

Con le GAFA riunite in una sola volta, i legislatori progressisti vedono questa come un’opportunità per mostrare come il comportamento anticoncorrenziale sia un modello a livello di settore e non solo il risultato di un cattivo comportamento individuale. Ciò che i dirigenti diranno durante l’udienza potrebbe fornire prove per una nuova indagine antitrust da parte delle forze dell’ordine o fornire la base per progetti di legge volti a regolamentare il settore da parte del Congresso. Questo aspetto crea una grande pressione sui legislatori, ma a seconda dell’esito che avrà l’udienza potrebbe avviare una nuova era nella regolamentazione antitrust nel settore tecnologico. Dopo mesi di lavoro volto a minare le GAFA, i legislatori e le autorità di regolamentazione hanno la possibilità di ottenere risposte dirette da tutte le principali aziende in una sola volta.

BIG TECH COME BIG TOBACCO?

Per il Wall Street Journal, le loro testimonianze potrebbero contribuire a rafforzare le pressioni dei cittadini in favore di un’azione da parte del governo soprattutto se il botta e risposta dovesse sollevare nuove preoccupazioni circa il funzionamento delle Big Tech. Il quotidiano economico ritiene tuttavia che la tipologia di audizione in corso oggi potrebbe essere favorevole ai testimoni. Le GAFA hanno infatti ottenuto la possibilità di essere ascoltate simultaneamente invece che individualmente, il che potrebbe alleggerire la pressione su di loro. Come scritto dal New York Times, per i giganti del web si tratta di un momento simile a quello di Big Tobacco nel 1994, quando i manager delle maggiori società di sigarette si sono presentati in Congresso dichiarando che il tabacco non creava dipendenza. I giganti della tecnologia dovranno invece rivendicare la loro forza acquisita legalmente e senza abusi.

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