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La difficile estate di Tajani

Tajani

Agosto rovente per Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, tra incertezza sul futuro del partito, tensioni estere e l’assedio elettorale di Renzi. I Graffi di Damato

Le vacanze di Antonio Tajani sono state disturbate forse più che dai suoi problemi di ministro degli Esteri – fra i quali è appena arrivata anche la valutazione dello scenario russo-ucraino dopo l’abbattimento di Evgenij Prigozhin annunciato da Mosca – dall’indebolimento della sua figura di vice presidente del Consiglio e di segretario di Forza Italia.

I GRATTACAPI DI TAJANI

Una mano, di certo, non l’ha data a Tajani in questa doppia veste Giorgia Meloni annunciando, confermando e persino spiegando le ragioni per le quali ha ritenuto già prima delle vacanze di escluderlo dalla catena di comando, regia e quant’altro nella tassazione delle banche per i loro superprofitti. Ma neppure Renato Schifani, presidente della regione siciliana, in una intervista significativamente pubblicata ieri dal Giornale, con richiamo pur modesto in prima pagina, in cui la sua conferma congressuale, a fine febbraio, è praticamente condizionata a un cambiamento radicale del partito.

FORZA ITALIA DIVENTERÁ LA NUOVA DC?

Da personale, o personalissima, com’era con Berlusconi presidente a vita, Forza Italia deve diventare “corale”, “plurale” e quant’altro: una specie insomma di riedizione più laica della Democrazia Cristiana, dalla quale non a caso proviene Schifani. Che è già impegnato nella sua Sicilia a raccogliere attorno a sé in forma sempre più organica e vincolante pezzi della defunta Dc mossisi a lungo in autonomia, come quelli di Raffaele Lombardo e di Salvatore Cuffaro.

L’ASSEDIO ELETTORALE DI RENZI

Nel momento in cui non più soltanto il vice presidente della Camera Giorgio Mulè ma anche un pezzo da novanta della nomenclatura come Schifani – uno fra i pochi, se non l’unico, cui Berlusconi aveva permesso di uscire e rientrare in Forza Italia dopo la scissione di Angelo Alfano – sostiene praticamente la continua contendibilità della guida del partito, Matteo Renzi cerca di aumentare il suo assedio elettorale. E forse anche parlamentare. Egli ha appena parlato a Zona Bianca, una trasmissione di Rete 4, guadagnandosi questo titolo del Sole 24 Ore: “Forza Italia decida cosa fare da grande”. In particolare, “i parlamentari di Forza Italia -ha detto l’ex presidente del Consiglio- non la lasciano perché sono in maggioranza. Forza Italia non è più forte come prima e lo vediamo, Con Berlusconi era Forza Italia, con Tajani è “Forse Italia”. Penso che essa debba decidere cosa fare da grande. Chi non sopporta sovranisti e populisti vota altre persone”, magari lui stesso.

Di Renzi, e del suo corteggiamento politico o assedio elettorale, come preferite, ha parlato lo stesso Schifani nell’intervista al Giornale dicendo: “A unirci è soltanto l’essere entrambi paladini del garantismo. Tutto qui. Renzi è stato segretario del Pd. E il suo campo di manovra (anche a livello europeo, dove non siede certo tra i popolari) e ben diverso dal nostro. Italia viva poi è ridotta al lumicino e non mi pare che Renzi sia in grado di espandere il consenso”. “Non mi pare”, appunto. E’ tutto da verificare da qui alle elezioni europee dell’anno prossimo, quanto meno.
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