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L’allargamento Ue vale 8 punti di Pil: lo studio del Parlamento europeo

L’allargamento dell’UE, dal 1957, ha stimolato lo sviluppo economico e migliorato il tenore di vita in tutto il continente, oltre a rafforzare il peso geopolitico dell’Europa sulla scena globale. Uno studio del Parlamento europeo dimostra che un futuro allargamento potrebbe significare un aumento dell’8% del Pil

L’allargamento dell’Unione europea sarà un importante driver di crescita, anche economica, per tutto il continente europeo. Il Parlamento europeo dedica a questo tema la ricerca “Towards renewed and beneficial EU enlargement”.

STABILITÀ E BENESSERE: LE RAGIONI DELL’ALLARGAMENTO UE

L’integrazione dell’UE, dalla creazione della Comunità Economica Europea nel 1957 all’adesione di 13 paesi europei nel periodo 2004-2013, ha avuto motivazioni di natura politica ed economica. Numerosi sono i valori connessi all’appartenenza al club dei 27: la stabilità istituzionale, democrazia, rispetto dei diritti umani, sociali, ed economici, certezza del diritto e un certo grado di benessere economico e sociale. “Questo sviluppo economico è stato accompagnato da notevoli miglioramenti nella speranza di vita, nell’uguaglianza di genere e nella protezione dell’ambiente. Il processo di allargamento dell’UE è stato un fattore chiave di questi risultati, ampliando il mercato unico per il commercio, la concorrenza, la libertà di movimento e gli investimenti”, si legge nel report. D’ora in poi a questi alti valori se ne potrebbero aggiungere altri legati alla difesa comune europea.

I TRE SCENARI DEL PERCORSO DELL’ALLARGAMENTO UE

Il documento analizza tre scenari per il futuro allargamento dell’UE (2024-2035) che vede come candidati undici Paesi: Albania, Bosnia Erzegovina, Georgia, Moldavia, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia, Turchia, Ucraina e Kosovo. Bisogna aggiungere che la Georgia e la Turchia stanno procedendo a un ritmo molto meno spedito degli altri e che, per quanto riguarda l’Ucraina, sarà prima necessario rivolvere il conflitto in corso con la Russia.

Il primo scenario, il più pessimista, prevede l’assenza di un ulteriore allargamento dell’Ue e una contrazione della coesione interna e della convergenza economica e normativa dei paesi che già fanno parte dell’Ue. Il costo della “mancata espansione e della mancata convergenza varia tra 3.485 miliardi e 10.537 miliardi di dollari, equivalenti a una percentuale tra il – 8% e il -24% del PIL dell’UE previsto per il 2035”. Nel secondo scenario, un allargamento dell’UE con una coesione modesta, il Pil dell’Ue potrebbe aumentare dell’8% entro il 2035 rispetto allo status quo. Nello scenario più ambizioso, con un pieno allargamento di tutti gli 11 paesi coinvolti e con una solida coesione interna, il PIL dell’UE potrebbe aumentare fino al 24%.

COMPETITIVITÀ E MAGGIORE CAPACITÀ DI DIFESA: I VANTAGGI DELL’ALLARGAMENTO UE

“L’analisi evidenzia che tutti i paesi dell’UE sperimenterebbero una crescita economica maggiore grazie all’allargamento, sebbene con intensità diverse – scrivono gli analisti del Parlamento europeo -. Tale crescita, soprattutto se il processo di allargamento fosse gestito in modo intelligente, potrebbe essere ampiamente distribuita e riflettersi in un aumento del tenore di vita, in una riduzione delle emissioni globali di gas serra e in una maggiore prontezza della difesa per tutti i paes”.  L’allargamento, dunque, potrebbe favorire la competitività dell’UE, la sua sovranità e lo sfruttamento condiviso di materiali critici, oltre a contribuire allo sviluppo dell’accesso a tecnologie belliche moderne e a una maggiore capacità di difesa. Il rafforzamento delle istituzioni democratiche, il potenziamento del pilastro europeo dei diritti sociali per migliorare il tenore di vita e la riforma istituzionale dell’UE sono elementi chiave per realizzare il pieno potenziale offerto dall’allargamento.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DIFESA

Di particolare interesse, nell’ambito della difesa, sono i progressi operarti dall’Ucraina. “Un’area notevole di competenza dell’Ucraina è l’intelligenza artificiale – sottolinea il documento -. I progressi dell’Ucraina in questo campo, riflessi sia nei brevetti che nell’attività di start-up, potrebbero essere molto preziosi per gli sforzi di sicurezza europei”.

I COSTI DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA

Ma l’integrazione ha anche dei costi. “Diverse ricerche hanno stimato i costi di bilancio dell’adesione utilizzando metodologie e ipotesi differenti. Il costo annuale dell’adesione dell’Ucraina è stato stimato tra 11,4 miliardi e 19,6 miliardi di euro. Altre analisi condotte per la Commissione per i bilanci del Parlamento europeo (BUDG) indicano che l’integrazione di tutti gli attuali paesi candidati e potenziali candidati, esclusa la Turchia, costerebbe tra 15,7 miliardi e 26 miliardi di euro all’anno, pari al massimo allo 0,2% del PIL dell’UE”, si legge nel documento. Particolarmente pesante è il bilancio che pesa sulla PAC che “subirebbe un aumento di 34 miliardi di euro”.

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