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Myanmar, che fine ha fatto Aung San Suu Kyi?

Aung San Suu Kyi Myanmar

Per la prima volta dal colpo di Stato in Myanmar, l’ex leader del Paese Aung San Suu Kyi è comparsa in tribunale, per una nuova accusa da parte della giunta militare

L’ex leader del Myanmar, Aung San Suu Kyi, spodestata dal colpo di Stato del 1° febbraio scorso è apparsa di persona in tribunale lunedì per la prima volta da quando i militari l’hanno arrestata. Seduta con la schiena dritta in una piccola aula di tribunale, indossava una mascherina rosa, e aveva le mani piegate in grembo. Accanto a lei c’erano gli altri due imputati, l’ex presidente Win Myint e Myo Aung, l’ex sindaco di Naypyidaw, la capitale del Myanmar.

LE ACCUSE

Suu Kyi, già accusata di importazione illegale di sette radio walkie-talkie, violazione di una legge sulla gestione dei disastri naturali, incitamento al disordine pubblico e violazione della legge sulla comunicazione, adesso è sotto accusa anche per corruzione.

L’accusa più grave che l’ex leader birmana deve affrontare è la violazione dell’Official Secrets Act dell’era coloniale, che comporta una pena fino a 14 anni di reclusione, ma è gestita da un tribunale separato.

Le uniche apparizioni precedenti di Suu Kyi in tribunale erano state in collegamento video e non le era stato permesso di incontrare di persona nessuno dei suoi avvocati. Solo in quest’ultima occasione, fa sapere AP, i tre imputati hanno potuto incontrare il loro team di difesa per circa 30 minuti prima dell’inizio dell’udienza.

Aung San Suu Kyi Myanmar

LA RESISTENZA

Nonostante la detenzione, Suu Kyi ha voluto dire ai birmani tramite il suo avvocato che il partito della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD) continuerà a sostenere il popolo perché è stato fondato per loro, riferendosi alla minaccia della giunta di volerlo sciogliere.

Un altro degli avvocati ha detto di Suu Kyi che “sembra in forma, sveglia e intelligente, come sempre”. E ha poi aggiunto: “Aung San Suu Kyi è sempre fiduciosa in se stessa, ed è fiduciosa nella sua causa e nel popolo”.

I sostenitori di Suu Kyi dicono che i procedimenti sono motivati politicamente e sono destinati a screditarla e a legittimare la presa del potere da parte dei militari. Se condannata per uno qualsiasi dei reati, le potrebbe essere vietato di candidarsi alle elezioni che la giunta ha promesso di tenere entro uno o due anni dalla sua presa di potere.

LA SITUAZIONE IN MYANMAR

Secondo l’Assistance Association for Political Prisoners (AAPP) del Myanmar, dal colpo di Stato, sono quasi 4.300 le persone in detenzione, di cui 95 già condannate. A loro si aggiungono 818 tra manifestanti e passanti che invece sono stati uccisi.

Ma i militanti pro-democrazia non si lasciano intimidire e sebbene abbiano sostituito le manifestazioni di massa con dei flash mob, a causa della violenta repressione perpetrata dai militari, continuano tuttora a scendere in strada.

Leggi anche: Chi è Aung San Suu Kyi e di cosa è accusata la leader del Myanmar

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