Settimana cruciale per le nomine Ue. i partiti italiani in fermento per gli incarichi della Commissione e quelli dell’Europarlamento
Un vicepresidente della Commissione e un portafoglio di peso. È chiara la lista della spesa del Governo italiano in vista delle nomine in Europa. A redigerla è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, uno dei pontieri nella composizione del futuro management europeo forte del suo curriculum, del successo del suo partito, unico della maggioranza a fare parte del Ppe, il primo partito all’Europarlamento.
TAJANI: “PER L’ITALIA UN VICEPRESIDENTE E UN PORTAFOGLIO DI PESO”
In totale i vicepresidenti della Commissione europea sono otto, tra questi tre vicepresidenti esecutivi a cui si aggiunge l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri. “Ritengo che un Paese fondatore, per il ruolo che ha la seconda manifattura d’Europa, abbia giustamente il diritto di avere un riconoscimento di alto livello – ha detto il leader di Forza Italia all’arrivo al Consiglio Ue Affari Esteri a Lussemburgo -. Credo che l’Italia non possa non avere un vicepresidente della Commissione europea e non possa non avere un commissario con un portafoglio di peso ed è il minimo che possa chiedere e pretendere il nostro Paese anche perché negli ultimi 5 anni non abbiamo avuto un vice presidente”.
NOMINE UE: PER LA COMMISSIONE SI FA LARGO IL MINISTRO FITTO
Fissati gli obiettivi resta da capire come riempire le caselle individuate dal vicepremier. Un nome, che avanza lo stesso Tajani, è quello del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che finora ha seguito i rapporti con l’Europa anche per quanto riguarda il Pnrr e i fondi di coesione.
“Vediamo quelle che saranno le decisioni del governo. Se lo chiedete a me, Fitto sarebbe un eccellente commissario, perché ha conoscenza, esperienza – ha detto Tajani -. È una cosa che dico da sempre”. Se la scelta dovesse ricadere sull’ex governatore della Puglia il portafogli di peso potrebbe unire Coesione e Pnrr.
Un altro nome, circolato anche in ambienti diplomatici, è proprio quello del viceministro Tajani. Dalla sua un curriculum europeo con pochi eguali: due volte commissario (commissario europeo per l’industria e l’imprenditoria e commissario europeo per i trasporti), vicepresidente della Commissione Barroso, presidente e vicepresidente vicario del Parlamento europeo.
LE NOMINE UE E L’INCOGNITA RIMPASTO DI GOVERNO
La scelta di Fitto aprirebbe, però, la partita del rimpasto di governo. I loro nomi si aggiungerebbe a quello di Augusta Montaruli e Vittorio Sgarbi. La prima dimissionaria dopo il coinvolgimento nell’inchiesta “Rimborsopoli” sull’uso illecito di fondi pubblici destinati ai gruppi consiliari della Regione Piemonte mentre era consigliera regionale di FdI nel periodo 2010-2014. Vittorio Sgarbi, invece, ha rassegnato le sue dimissioni da sottosegretario al Ministero della Cultura per la violazione della Legge Frattini sull’incompatibilità, per un titolare di cariche di governo, di attività professionali o di lavoro autonomo in materie connesse con la carica di governo.
IL PD SI GIOCA LA PARTITA SULLE PRESIDENZE DI COMMISSIONE ALL’EUROCAMERA
Ma già si iniziano a fare i conti anche per chi dovrà andare a ricoprire i ruoli strategici di presidenti delle varie Commissioni dell’Eurocamera. Su questo fronte il Partito democratico è molto attivo con buone probabilità di ottenere poltrone di peso, in quanto principale componente del Pse nonché perno della nuova vecchia maggioranza europea. Un paradosso tutto italiano se si pensa che Fratelli d’Italia, nonostante sia il primo partito nazionale, rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano qualora non entrasse in maggioranza.
Basta leggere cosa scrive Pietro Guastamacchia sul Foglio: “L’intesa (di Elly Schlein, ndr) con gli spagnoli per lasciare a Iratxe Garcia Perez la guida dei socialisti Ue prevede infatti la vicepresidenza del gruppo per l’umbra Camilla Laureti e per il Pd la guida di due commissioni parlamentari, posizioni in cui Schlein vorrebbe inserire due nomi a lei vicini in due posizioni simbolo per la direzione del suo nuovo Pd: Alessandro Zan alla guida della Commissione Diritti Civili e Annalisa Corrado alla guida della Commissione Ambiente. (…) Due commissioni chiave con cui costruire a Bruxelles due pezzi d’artiglieria per sparare sul governo e fare opposizione a Roma. Due commissioni complesse, però, soprattutto se affidate a due neoeletti con scarsa conoscenza delle dinamiche dell’Eurocamera”.
TRA I NOMI QUELLI DI ZAN, CORRADO, BENIFEI E MORETTI. PICIERNO VICEPRESIDENTE DEL PARLAMENTO UE
Non solo. “Intenzionati a far valere l’esperienza sono anche gli eurodeputati Pd riconfermati dalla scorsa legislatura, come Brando Benifei – continua il Foglio – che grazie ai consensi raccolti nel negoziare nello scorso mandato il testo Ue sull’Intelligenza Artificiale, tratta per la guida di una commissione di peso come quella sul Mercato Interno, e Alessandra Moretti, che punta invece alla guida della Commissione Parità. Battagliera, infine, Pina Picierno, che – conclude il Foglio – dovrebbe essere confermata alla vicepresidenza dell’Eurocamera in quota Pd, grazie a un pacchetto che vede confermati tutti gli altri vicepresidenti dei Socialisti Ue”.