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Parlamento Ue: serve prepararsi a minaccia nucleare

Elezioni Europa 2021

Il Parlamento europeo mette in guardia: i Paesi UE sostengano l’Ucraina e si preparino a rispondere a una minaccia nucleare

L’Europa non deve lasciarsi spaventare dalle minacce nucleari russe e deve continuare a sostenere lo sforzo militare dell’Ucraina. È questo quello che emerge dalla risoluzione del Parlamento europeo sull’escalation della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Una risoluzione, però, che sancisce un verso rischio nucleare e in cui si chiede uno sforzo di “preparazione”.

L’appello del Presidente Zelensky

“Aiutando noi, aiutate voi stessi”. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto in videoconferenza nel corso del vertice della neonata Comunità Politica Europea in corso a Praga. Il meeting, ideato dal presidente francese Emmanuel Macron, è un’inedita “piattaforma per il coordinamento politico” tra le nazioni presenti. Un tentativo di creare un luogo di dialogo al fine, ambizioso, di offrire una risposta unica alle sfide che fronteggia l’Europa.  “Questo sarà un incontro importante perché condividiamo lo stesso continente e affrontiamo le stesse sfide – presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – . Avremo l’occasione di affrontare come possiamo migliorare la cooperazione e il coordinamento per avere più stabilità, più sicurezza, più pace”. Invitati anche 44 rappresentati di paesi non europei, tra questi i leader di Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia, Georgia, Islanda, Kosovo, Liechtenstein, Moldova, Montenegro, Macedonia del Nord, Norvegia, Serbia e Svizzera.

La risoluzione del Parlamento europeo

Il Parlamento europeo, quasi a rispondere all’appello del presidente Zelensky, ha adottato una risoluzione non legislativa, con 504 voti a favore, 26 contrari e 36 astensioni, che tocca quattro punti di estremo rilievo per le conseguenze della crisi russo-ucraina:

  • i referendum farsa condotti sotto la minaccia delle armi sono invalidi,
  • le minacce russe di usare armi nucleari non devono dissuadere l’UE dal fornire ulteriore assistenza all’Ucraina,
  • richiesta di un tribunale internazionale ad hoc per crimine di aggressione contro l’Ucraina
  • l”incidente di Nord Stream dimostra che le infrastrutture critiche europee necessitano di maggiore protezione.

I “referendum farsa”

La risoluzione votata dagli eurodeputati parte affermando che i risultati dei referendum per l’annessione di Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporizhzhia sono privi di valore. Le consultazioni elettorali sono definite “farsa” poiché condotte sotto la minaccia delle armi per annettere gli oblast.

Il Parlamento europeo: prepararsi contro la minaccia nucleare

Il secondo punto affrontato dalla risoluzione UE riguarda un argomento che sembrava dover rimanere confinato nei libri di storia: il rischio di un attacco militare nucleare. I deputati UE invitano i Paesi europei e i partner internazionali a “preparare una risposta rapida e decisiva nel caso in cui la Russia dovesse condurre un attacco nucleare contro l’Ucraina”. La strategia russa potrebbe utilizzare eventuali attacchi nei territori occupati come giustificazione all’uso di armi nucleari. Il Parlamento mette nero su bianco che tale ipotesi sarebbe assolutamente “illegale e priva di fondamento” e che “non dissuaderà l’Unione Europea dal fornire ulteriore assistenza all’autodifesa dell’Ucraina”.

I Paesi “esitanti” devono fare la loro parte

Passaggio molto importante della risoluzione è quello nel quale l’Europarlamento invita gli Stati membri dell’UE e gli altri Paesi che sostengono l’Ucraina ad aumentare massicciamente l’assistenza militare ed esorta i “Paesi UE esitanti” a fare la loro parte, fornendo l’assistenza militare necessaria per far cessare la guerra il prima possibile. Il Parlamento, inoltre, condanna la mobilitazione forzata delle popolazioni dei territori occupati dalla Russia. Una misura che obbliga i residenti delle quattro province oggetto del referendum a “prestare servizio nelle forze armate o ausiliarie russe, un atto che la Quarta Convenzione di Ginevra vieta”. Allo stesso modo gli eurodeputati hanno chiesto di “mantenere la stabilità nel Caucaso meridionale e nell’Asia centrale” e un maggiore sostegno “ai Paesi della regione che hanno subito un afflusso di cittadini russi, in particolare Georgia, Kazakistan, Uzbekistan, Armenia e Kirghizistan”.

La protezione delle infrastrutture strategiche europee

L’ultimo punto della risoluzione riguarda il rafforzamento della protezione alle infrastrutture strategiche europee. La risposta del Parlamento UE arriva dopo il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream che ha causato quattro falle nel sistema di smistamento del gas. I deputati “affermano che aumentano le probabilità che si tratti del risultato di un atto coordinato e deliberato da parte di un attore statale”. La risoluzione, dunque, esorta gli Stati a considerare “prioritaria la protezione delle infrastrutture critiche europee”.

Chi sono gli eletti al Parlamento europeo contrari alla  risoluzione

La risoluzione non ha messo tutti d’accordo, vi sono state, infatti, 36 astensioni e 26 voti contrati. L’unica eurodeputata italiana a votare contro la risoluzione è stata l’on. Francesca Donato, entrata nell’Europarlamento con la Lega, partito dal quale è uscita il 21 settembre 2021, ora nel gruppo misto. Insieme a lei, tra gli altri, il croato Mislav Kolakušić, i greci Athanasios Konstantinou e Leuterīs Nikolaou-Alavanos, gli slovacchi Miroslav Radačovský e Milan Uhrík e il tedesco Dietmar Köster dei socialdemocratici. Ad astenersi, tra gli italiani, sono stati gli eurodeputati del M5S Tiziana Beghin, Fabio Massimo Castaldo, Laura Ferrara e Mario Furore.

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