Vertice a Roma tra il primo ministro Uk Starmer e la premier italiana. Al centro…
Patto europeo sui migranti: cosa prevede l’accordo e quali i prossimi passi
Gli ambasciatori hanno trovato l’accordo sul patto europeo sui migranti: ora la palla passa ai confronti interistituzionali
La presidenza spagnola porta a casa il risultato: nella riunione degli ambasciatori dei paesi membri (Coreper) è arrivato il “sì” al Patto europeo sui migranti. Non è stato un voto unanime, è bastata la maggioranza qualificata di almeno 15 paesi che rappresentino il 65% della popolazione europea. Il regolamento sulle crisi approvato prevede, per determinati casi di emergenza riconosciuti e dichiarati dalla Commissione europea, regole eccezionali per gestire a livello europeo i momenti di arrivi di massa di migranti e una procedura semplificata e tempistiche più brevi per l’attivazione del meccanismo di “solidarietà obbligatoria” previsto per le situazioni di pressione migratoria. Ciò significa che sarà più rapida l’attivazione della distribuzione, fra gli Stati membri, dei migranti che arrivano sulle coste dei paesi frontalieri, della “sponsorizzazione dei rimpatri” e dei contributi finanziari ai paesi più esposti ai flussi.
LE RESISTENZE ITALIANE DELLA SCORSA SETTIMANA
La scorsa settimana il ministro degli interni Matteo Piantedosi, dopo aver letto il testo in discussione a Bruxelles, aveva chiesto del tempo per riflettere. Al governo italiano non piaceva un passaggio del testo dedicato alle Ong, che proibiva di “strumentalizzare” il lavoro delle organizzazioni impegnate nel Mediterraneo. Secondo l’emendamento indigesto all’Italia “le operazioni di aiuto umanitario non dovrebbero essere considerate una strumentalizzazione dei migranti”. Sul punto il governo italiano aveva chiesto una riflessione più accurata. “Oggi c’è stata una prima discussione – aveva detto il ministro Piantedosi al Tg1 – però abbiamo registrato una grande convergenza sul presupposto che quello delle migrazioni è un problema europeo, non solo dei Paesi di primo ingresso”. Ma non solo. La Germania anche la Germania chiedeva la cancellazione dell’articolo sulle deroghe alle condizioni di accoglienza delle persone migranti.
IL PASSO INDIETRO DELLA GERMANIA E IL SUPERAMENTO DELL’IMPASSE
I paesi membri hanno trovato un’intesa comune sul testo del regolamento sulla gestione delle crisi grazie al passo indietro della Germani: il passaggio sulle Ong non è stato cancellato ma è stato declassato nella sezione dei ‘considerando’ mentre prima era un emendamento al testo. I tedeschi, quindi, hanno accettato di tornare al testo formulato a luglio che non conteneva alcun riferimento alle operazioni condotte dalle ong.
Leggi anche: Perché per i “pretoriani” italiani di Scholz è “un giorno buio”
Secondo quanto scrive Eunews dal testo del Patto sarebbe scomparso l’articolo 5, come richiesto dalla Germania, ovvero quello che “avrebbe permesso di non applicare “temporaneamente” la futura Direttiva sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale nel caso scatti il meccanismo su crisi, strumentalizzazione e cause di forza maggiore, fatta eccezione per “esigenze di base dei richiedenti” (cibo, acqua, indumenti, cure mediche e alloggio temporaneo)”.
LA SODDISFAZIONE DELLA PREMIER MELONI
“Con la Germania si era aperta una discussione sul patto di migrazione e asilo perché chiedeva di aggiungere un emendamento che secondo me faceva dei passi indietro sul tema anche delle Ong – ha detto la premier Giorgia Meloni in un’intervista a Sky TG24 -. L’emendamento è stato ritirato ed è passata la posizione italiana. Si tratta di implementare velocemente gli strumenti effettivi, è poi nella velocità di realizzazione che l’Europa deve essere più brava”.
RESTANO CONTRARIE POLONIA E UNGHERIA
La variazione, che piace all’Italia, non ha smosso, invece, il fronte del “no” formato dal blocco dei paesi dell’Europa centrale, come Polonia e Ungheria, che rifiutano qualsiasi vincolo all’accoglienza di migranti sbarcati nella Ue attraverso altri Paesi. Austria, Repubblica Ceca e Slovacchia, invece, sul voto si sono astenute.
PER IL CANCELLIERE SCHOLZ “SVOLTA STORICA”
Plaude all’accordo anche il cancelliere Olaf Scholz che parla di “svolta storica”. “L’accordo sul regolamento delle crisi come parte della riforma europea dell’asilo è una buona notizia. La riforma limiterà efficacemente l’immigrazione irregolare in Europa e alleggerirà in modo duraturo l’onere di Stati come la Germania. Una svolta storica”, ha scritto Scholz su X. Il tono del tweet lascia trasparire quanto sia sentito il tema “migrazioni” anche in Germania, paese che, ad oggi, ha ricevuto il maggior numero di nuove richieste di asilo: il 24,7% del totale dell’UE.
I PROSSIMI PASSI DEL PATTO EUROPEO SUI MIGRANTI
Il regolamento sul quale hanno trovato l’accordo gli ambasciatori fa parte del Nuovo patto sulla migrazione e l’asilo proposto dalla Commissione il 23 settembre 2020. Il patto prevede una serie di proposte di riforma delle norme dell’UE in materia di migrazione e asilo. Il tutto alla viglia del vertice di Granada. La fumata bianca, in ottica europea, restringe le possibilità che il vertice dei 27 si trasformi in un ring. Il testo approvato sarà il punto di partenza che il Consiglio dell’UE userà, come posizione comune, nei negoziati con il Parlamento europeo per l’approvazione del Patto europeo sui migranti. Un risultato che i 27 sperano di portare a casa prima delle prossime elezioni europee del 2024.
I 14 FILE DEL PATTO EUROPEO SUI MIGRANTI
Il Patto è composto da 14 capitoli (file). I partner europei hanno calendarizzato la discussione di nove di questi file. Il Regolamento per le crisi e le cause di forza maggiore e la Direttiva sui rimpatri, come detto, saranno oggetto di confronto interistituzionale. Altri quattro file sono in fase di negoziati tra le istituzioni europee: il Regolamento per la gestione dell’asilo e della migrazione (dal 13 giugno), il Regolamento modificato sulle procedure di asilo (iniziati il 18 aprile a livello di principi generali e ripresi il 13 giugno), il Regolamento sullo screening (dal 25 aprile) e il Regolamento Eurodac modificato (dal 15 dicembre 2022). Mentre tre file sono pronti per essere adottati: Direttiva sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, Regolamento sul nuovo quadro di reinsediamento e Regolamento sulle qualifiche.
Gli altri cinque file non schedulati sono: il Regolamento sulla strumentalizzazione nel campo della migrazione e dell’asilo, la Direttiva modificata sui soggiorni di lungo termine, la Direttiva modificata sulla procedura unica di domanda per il rilascio di un permesso unico di soggiorno e lavoro, l’Agenzia europea per l’asilo e la Direttiva Blue Card.