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Pensieri e parole di Mark Rutte, il nuovo segretario generale Nato
Passaggio di consegne tra Jens Stoltenberg e l’ex premier olandese Rutte alla guida della Nato
Inizia l’era di Mark Rutte alla guida della Nato, con il passaggio di consegne a Bruxelles nel corso della cerimonia di successione al Consiglio Atlantico. L’uscente Jens Stoltenberg ha consegnato il martelletto del segretario – un pezzo da collezione risalente agli anni ’60 – e la successione si è così ufficialmente conclusa.
Tanto l’ex premier norvegese quanto l’ex premier olandese si sono contraddistinti per la longevità dei loro incarichi: Stoltenberg è stato riconfermato e poi prorogato fino a guidare l’Alleanza per dieci anni e Rutte è stato al governo dell’Aja per 14 anni.
L’AGENDA DEL NEO SEGRETARIO GENERALE NATO RUTTE
Oggi le prime dichiarazioni ufficiali del neo segretario generale, il quale dovrà subito mettersi al lavoro: primo appuntamento il 12 ottobre nella base aerea americana di Ramstein, in Germania, dove il presidente Joe Biden presiederà il vertice del Gruppo di contatto per l’Ucraina e verrà fatto il punto sul coordinamento internazionale a sostegno di Kiev. Poi il 17 e 18 ottobre ci sarà la ministeriale Difesa a Bruxelles. Resta da capire come gli Usa vorranno gestire il piano di pace Zelensky e come trovare una via d’uscita al conflitto.
CHI E’ MARK RUTTE
Rutte, 57 anni, è il quarto olandese a capo dell’Alleanza atlantica. Proprio per i suoi lunghi trascorsi come premier olandese è una figura familiare sulla scena europea. E’ sempre stato un rigorista nei conti pubblici Ue, una spina nel fianco dell’Italia che nel 2023, secondo Eurostat, ha un rapporto debito/pil superiore al 137%. Per ingraziarsi Giorgia Meloni, nonostante i diversi punti di vista sui conti, Rutte nel 2023 volò con Von der Leyen e la premier italiana a Tunisi per il pacchetto di aiuti da 255 milioni di euro a sostegno del bilancio dello Stato nordafricano e per la gestione dei flussi migratori.
RUTTE NELLA VITA PRIVATA
Rutte – come ricorda l’Agi – è un uomo inflessibile anche nella sua vita personale: nel maggio 2020 sua madre morì. Il premier, per rispettare le restrizioni sul coronavirus, andò a trovarla solo l’ultima notte, dopo otto settimane di lontananza coatta. “Non voglio violare le norme” disse Rutte. Il suo ristorante preferito è italiano. Si chiama ‘L’Impero Romano’. E’ il locale dove portò a cena Giuseppe Conte, allora Presidente del Consiglio, nella sua visita all’Aja. Ed è lo stesso locale dove nel weekend Rutte si concede un momento di relax con la sorella. Il suo piatto preferito è il minestrone. Prima della carriera politica Rutte è stato manager della multinazionale Unilever, responsabile delle risorse umane.
All’università ha studiato storia. Figlio di imprenditori protestanti e ultimo di sette fratelli, Mark Rutte ha avuto diversi lutti in famiglia: prima della madre il premier ha perso il padre, una sorella e un fratello, quest’ultimo morto di Aids nel 1989. Ama l’arte e la musica ed è un pianista mancato. Tifoso del Feyenoord, Rutte è scapolo: inscalfibile persino di fronte all’amore. Frugale fino al midollo, vive ancora nell’appartamento che ha preso dopo l’università e in città, quando gli impegni glielo consentono, si sposta solo in bici o al massimo con una vecchia Saab di seconda mano.
IL PENSIERO E LE PRIME PAROLE DI MARK RUTTE, DALL’UCRAINA AL LIBANO
“Non vedo l’ora di iniziare, ringrazio Jen per l’amicizia” sono state le prime parole di Rutte al quartier generale della Nato in conferenza stampa con i giornalisti. Poi subito l’indicazione sui dossier più caldi e delicati. “L’Ucraina resta una priorità per l’alleanza. Ma anche la difesa e la deterrenza, dobbiamo spendere di più. Inoltre entrambi crediamo che il legame transatlantico sia alla base della Nato”.
Per poi puntualizzare che il diritto “permette all’Ucraina” di colpire legittimi obiettivi militari in Russia ma “è compito di ogni Paese” decidere come l’Ucraina può usare le armi che riceve, “non posso dirlo io”, sottolineando però di essere d’accordo con la linea sinora tenuta da Jens Stoltenberg.
E sul fronte Libano: “seguiamo da vicino cosa sta succedendo”, la Nato “non ha ruolo specifico, siamo in contatto con i partner nell’area e spero che le ostilità finiscano il prima possibile”.
RUTTE: “LA NATO DEVE ESSERE FORTE, SERVONO INVESTIMENTI”
Più in generale Rutte ha sottolineato che “la Nato deve essere forte. Abbiamo bisogno di più forze, più capacità e più investimenti, non ci sono scorciatoie”, per poi mostrare apprezzamento sulla scelta di Stoltenberg di nominare “un inviato speciale per il sud: la settimana scorsa abbiamo avuto una discussione approfondita su questa questione e credo avremo ampie possibilità per lavorare insieme, dobbiamo sviluppare questo tema nei prossimi mesi”.
Infine una domanda sul risultato delle elezioni americane. “Non sono preoccupato – ha detto – Conosco bene entrambi i candidati. Trump ci ha spronato a spendere di più, e lo abbiamo fatto, e ci ha spinto anche sulla Cina, ed aveva ragione”, ha precisato.