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Perché la Cina ha convocato l’ambasciatore Ue

Cina Ambasciatore Ue

Botta e risposta a colpi di sanzioni tra Pechino e Bruxelles. La Cina convoca l’ambasciatore Ue e si iniziano a delineare i due schieramenti

La Cina, in seguito alla decisione dell’Unione europea di imporre nuove sanzioni a Pechino, ha convocato l’ambasciatore Ue, Nicolas Chapuis. Cosa sta succedendo tra l’Ue e il Dragone?

COSA HA SCATENATO L’IRA DI PECHINO

L’Unione europea ha varato ieri nuove sanzioni nei confronti di quattro funzionari cinesi dello Xinjiang per la sistematica e ripetuta violazione dei diritti umani nei confronti della minoranza musulmana degli uiguri. Come avevamo scritto proprio di recente, Pechino è stata accusata di trattenere in condizioni disumane gli uiguri in campi di detenzione – chiamati dai media statali cinesi “centri di rieducazione” e “scuole di formazione professionale”. Provvedimenti analoghi sono stati presi anche da Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada.

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LA REAZIONE DI PECHINO

Pechino non ha perso tempo e, oltre ad aver subito convocato l’ambasciatore dell’Ue, Nicolas Chapuis, per presentare un reclamo formale alle sanzioni che Bruxelles, ha varato a sua volta sanzioni contro 10 persone e 4 entità europee accusate di danneggiare “gravemente la sovranità e gli interessi della Cina”. Tra le istituzioni prese di mira ci sono la sottocommissione dell’Europarlamento per i Diritti umani e il braccio Politica e sicurezza del Consiglio Ue. Mentre per quanto riguarda le persone sanzionate da Pechino, 5 sono europarlamentari e gli altri sono eletti in Olanda, Belgio, Lituania e due studiosi.

eliminare uiguri

Il viceministro degli Esteri cinese, Qin Gang, secondo quanto riportato da La Presse, ha diramato un comunicato per condannare quelle che definisce “sanzioni unilaterali basate su menzogne e notizie false incoerenti con la realtà e la legge”. Qin ha poi invitato l’Ue a “riconoscere la gravità dei suoi errori e correggerli”, nonché ad “abbandonare il confronto per non danneggiare ulteriormente i legami tra i due blocchi”.

LA RISPOSTA DELL’UE

Come ha ricordato Repubblica, si tratta delle prime sanzioni con le quali l’Europa colpisce Pechino dal massacro di piazza Tienanmen del 1989. L’Alto rappresentante Ue Josep Borrell ha affermato che le ritorsioni cinesi “sono inaccettabili: non ci sarà nessun cambiamento di rotta sulla difesa dei diritti umani”. E il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, ha aggiunto che le sanzioni cinesi “avranno delle conseguenze”. Sono inoltre attese ad aprile nuove sanzioni da parte dell’Ue sulla questione Hong Kong.

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L’INTERVENTO DI PUTIN AL FIANCO DELLA CINA

In questo scontro si è inserita la Russia, schierandosi prontamente al fianco della Cina. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, dopo un incontro in Cina con il suo omologo Wang Yi, ha definito “inaccettabili” le sanzioni e sostenuto che “gli Stati Uniti stanno cercando di affidarsi alle alleanze politico-militari della guerra fredda per cercare di distruggere l’architettura legale internazionale”.

“L’intera infrastruttura delle relazioni con l’Unione europea è stata distrutta dai passi unilaterali compiuti da Bruxelles” e per questo, ha aggiunto Lavrov, la Russia interrompe le “relazioni ora”.

Mosca sarà pronta a contatti per intensificare la cooperazione con l’Ue “se e quando gli europei riterranno opportuno eliminare queste anomalie nelle relazioni con il loro più grande vicino” ha fatto sapere l’agenzia russa Tass. “A Est, invece, – ha concluso Lavrov – abbiamo un’agenda molto intensa, che diventa ogni anno più diversificata”.

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