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Perché gli agricoltori tedeschi protestano nella Germania di Scholz
Agricoltori tedeschi furiosi contro il governo di Olaf Scholz: dopo i tagli ai sussidi per il gasolio agricolo proteste in tutta la Germania
L’austerità torna in Germania ma gli agricoltori tedeschi non ci stanno. Anche la locomotiva d’Europa deve fare i conti con qualche difficoltà: una crisi di bilancio che ha causato un buco di 30 miliardi di euro nei conti pubblici. La risposta del governo di Scholz è stato un taglio di 17 miliardi di spesa dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato i conti pubblici.
STOP ALL’AGEVOLAZIONE ALL’ACQUISTO DI GASOLIO AGRICOLO
Come riporta “Frankfurter Allgemeine Zeitung” il governo del cancelliere socialdemocratico ha previsto il taglio graduale dei sussidi per il gasolio a uso agricolo, agevolazione in vigore dal 1951 che sarà completamente abolita dal 2026. Al decalage si è arrivati grazie alle proteste degli agricoltori della scora settimana, che hanno convinto la coalizione del cancelliere Olaf Scholz a cambiare i piani di taglio dei sussidi all’agricoltura.
Invece di mettere bruscamente fine alle agevolazioni fiscali per l’acquisto di gasolio agricolo, il sussidio sarà ridotto del 40 per cento quest’anno, del 30 per cento nel 2025 e terminerà nel 2026. Inoltre, il governo ha previsto di tagliare cento milioni dal bilancio annuale del ministero dell’Agricoltura e ha abbandonato l’idea di abolire il trattamento preferenziale della tassa sui veicoli per la silvicoltura e l’agricoltura.
GLI AGRICOLTORI TEDESCHI BLOCCANO LA GERMANIA
Gli agricoltori tedeschi hanno promesso una settimana di mobilitazioni. Su appello dell’Unione tedesca dei contadini (DBV) i lavoratori agricoli hanno portato la protesta nelle strade della Germania. I lavoratori agricoli con i loro trattori hanno bloccato numerose arterie stradali arrecando gravi disagi alla circolazione: dal Baden-Württemberg, alla Baviera al sud, dalla Renania Settentrionale-Vestfalia al Meclemburgo-Pomerania dove i trattori hanno bloccato tutti gli ingressi autostradali. Anche le città non sono state risparmiate: Amburgo, Brema, Colonia e Berlino hanno visto sfilare colonne di trattori che ne hanno bloccato il traffico nelle metropoli tedesche. Nella capitale gli agricoltori con i trattori hanno protestato nei pressi della Porta di Brandeburgo.
I PERICOLI DI INFILTRAZIONE NELLE MANIFESTAZIONI DI PROTESTA
La protesta degli agricoltori va avanti da giorni. Lo scorso giovedì un gruppo di agricoltori ha impedito al vicecancelliere Robert Habeck di sbarcare da un traghetto in un piccolo porto del Mare del Nord mentre tornava da un viaggio privato. I membri del governo, esponenti dell’opposizione e dell’associazione degli agricoltori hanno criticato aspramente l’accaduto. Inoltre, le autorità hanno avvertito che gruppi di estrema destra e altre frange estreme potrebbero cercare di infiltrarsi nella protesta sebbene il presidente dell’associazione degli agricoltori Joachim abbia usato parole molto chiare: “non vogliamo che alle manifestazioni partecipino gruppi di destra e altri gruppi radicali”. Rukwied ha, inoltre, chiesto il sostegno della popolazione. “Chiediamo alla cittadinanza di comprendere – ha detto il presidente dell’Associazione tedesca degli agricoltori -. Non vogliamo perdere il grande sostegno e la solidarietà che stiamo ricevendo da ampi settori della società”.
GLI AGRICOLTORI TEDESCHI CONTRO IL FARM TO FORK
La protesta dei trattori è diretta anche contro il Farm to Fork, la strategia europea che prevede l’abbandono del 10% dei terreni agricoli, la conversione a biologico di un quarto della superficie coltivabile, la drastica riduzione dell’uso dei concimi e dei fitofarmaci oltre alla rotazione forzata dei cereali.
A tal proposito La Verità sottolinea che uno studio di Divulga, un centro studi sul mondo agricolo, ha messo a confronto le stime dell’impatto del Farm to Fork sulla produzione continentale: si prospetta una contrazione tra il 10 e il 20% della produzione agricola europea, parimenti a un incremento delle importazioni tra il 39% dei cerali, il 93% per gli agrumi e il 209% per il mais. A questo si aggiungerebbero ingenti aumenti di prezzo: + 24% per i bovini, + 43% per i maiali, + 42% per olio e vino con un crollo dell’export di 20 punti.
Il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro ricorda che per contrastare gli effetti collaterali del “cuore dello European Green Deal che punta a far diventare il sistema di produzione del cibo equo, salutare e rispettoso dell’ambiente”, il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini (PD) ha previsto l’introduzione di un sovvenzionamento di 1.500 euro a ettaro per vent’anni chi sceglie di smettere di coltivare.
LE PROTESTE DEGLI AGRICOLTORI SONO SOLO ALL’INIZIO: LE PREOCCUPAZIONI PER IL FUTURO DELLA PAC CON L’ALLARGAMENTO UE
Sebbene il taglio ai sussidi all’agricoltura sia una manovra interna alla Germania e non abbia a che fare con i fondi comunitari, il prossimo allargamento dell’Ue preoccupa non poco il mondo agricolo. Proprio Joachim Rukwied ha espresso preoccupazione per le ripercussioni dell’adesione ucraina sulla PAC, la Politica Agricola Comune, il maggior capitolo di spesa del bilancio Ue che da sola rappresenta il 33,1% del bilancio dell’UE a 27 con 55,71 miliardi di euro. L’adesione “porterebbe alla scomparsa dell’agricoltura a conduzione familiare in Europa – ha dichiarato Rukwied -. Questo deve essere chiaro in tutte le discussioni politiche”. Rukwied ha sottolineato che le dimensioni dell’azienda agricola media in Ucraina è molte volte più grande di quella nell’UE.
Il suo ingresso porterebbe a “integrare nell’UE un settore agricolo con strutture completamente diverse, fino ad aziende dell’ordine di diverse centinaia di migliaia di ettari”. Ha inoltre aggiunto che una Politica agricola comune (PAC) che includa l’Ucraina “non è fattibile” se non a spese delle aziende agricole degli attuali Paesi dell’UE. In effetti, secondo un dossier dell’ISPI la Commissione europea ha calcolato che l’eventuale ingresso di 9 nuovi Stati membri “costerebbe” circa 257 miliardi di euro in sette anni. Di questi, 186 miliardi costituirebbero il “costo d’ingresso” per la sola Ucraina.
Gran parte dei fondi per Kiev riguarda la Politica agricola comune (PAC): ben 97 miliardi, persino più dei 72 miliardi che riceva la Francia. Per fare spazio a Kiev, gli altri Paesi membri dovrebbero inoltre rinunciare a circa il 20% delle loro quote, una rinuncia che all’Italia potrebbe arrivare a costare fino a 9 miliardi dei 38,7 previsti dal bilancio in corso.
GLI ALTRI TAGLI AI SUSSIDI E AI BONUS DEL CANCELLIERE SCHOLZ
Il governo del cancelliere Scholz non ha operato solo tagli all’agricoltura. A essere colpito è anche il settore dei viaggi aerei in partenza dalla Germania, è previsto un aumento dell’imposta sui biglietti: a seconda della destinazione del viaggio, la tassa dovrebbe salire di circa il 20 per cento, da 15,53 a 70,83 euro per passeggero. Una tassa che nel 2024 dovrebbe fruttare circa 400 milioni di euro. Inoltre, 780 milioni di euro di entrate provenienti dalle aste per l’energia eolica offshore verranno riutilizzati, andando al bilancio generale invece di essere utilizzati per due fondi per la protezione del mare e la pesca.
Tra gli altri provvedimenti del governo del cancelliere Olaf Scholz c’è la stretta sul reddito di cittadinanza, i centri per l’impiego potranno, sospendere il contributo per i disoccupati per un massimo di due mesi se i beneficiari rifiutano ripetutamente un lavoro. Infine, viene abolito il bonus da 75 euro al mese sul reddito di cittadinanza, introdotto per la formazione professionale continua non finalizzata all’ottenimento di una qualifica.