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Perché Google è stata condannata e cosa potrebbe succedere adesso alle Big Tech Usa
Dal New York Times è stata definita la prima sentenza antitrust dell’era moderna di internet contro un gigante tecnologico: Google. L’accusa è di monopolio nella ricerca online
Una sentenza definita storica. Una big tech condannata per violazione della legge antitrust. Chi è l’accusato? Google. Chi è l’accusatore? Il giudice federale della capitale Usa Amit P. Mehta, che ha dato ragione al dipartimento di Giustizia e agli stati americani i quali nel 2020 avevano citato in tribunale il colosso di Menlo Park.
COSA HA STABILITO IL GIUDICE FEDERALE USA
“Google ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online” è la motivazione di quella che può essere considerata – come scrive il New York Times – la prima sentenza antitrust dell’era moderna di internet contro un gigante tecnologico. (Nel 2001 la Corte d’Appello federale americana riconobbe il monopolio di Microsoft nel mercato dei sistemi operativi per i personal computer).
Secondo il giudice federale Google ha consolidato illegalmente il suo predominio, in parte, pagando ad altre aziende, come Apple e Samsung e Verizon, miliardi di dollari all’anno per diventare automaticamente il provider di ricerca sui loro smartphone e browser web.
In una sentenza di 286 pagine, il giudice ha stabilito che il gigante tecnologico ha bloccato circa il 90% del mercato della ricerca su Internet tramite una partnership con Apple (18 miliardi di dollari nel 2021 secondo il New York Times) e gli altri operatori di tlc. E ha sentenziato che Google ha penalizzato Microsoft nel mercato degli annunci pubblicitari visualizzati accanto ai risultati di ricerca, consentendole di dominare illegalmente anche quel mercato.
ACCUSE E DIFESE SUL CASO GOOGLE
La decisione arriva dopo un processo di 10 settimane celebrato lo scorso anno. Il governo federale e vari stati sostenevano che pagando miliardi di dollari per essere il motore di ricerca automatico sui dispositivi dei consumatori, Google aveva negato ai suoi concorrenti l’opportunità di costruire la scala richiesta per competere con il suo motore di ricerca.
Nella sua testimonianza, il ceo di Microsoft Satya Nadella si era detto preoccupato che il dominio del suo rivale avesse creato un “Google web” e che il suo rapporto con Apple fosse “oligopolistico”. E aveva ammonito che se avesse continuato imperterrito, probabilmente Google sarebbe diventato dominante anche nella corsa allo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Google dal canto suo si era difesa affermando che stava vincendo la sfida “perché era migliore”.
QUALI LE POSSIBILI CONSEGUENZE DELLA STORICA SENTENZA CONTRO GOOGLE
Il provvedimento non include rimedi per il comportamento della società di Menlo Park ma ora il giudice Mehta dovrà decidere in merito, costringendo potenzialmente l’azienda a cambiare il suo modo di operare o a vendere parte della sua attività.
La sentenza quindi potrebbe alterare radicalmente il modo di Big Tech di muoversi nel mercato. Secondo il New York Times, la decisione è la vittoria più significativa fino ad oggi per le autorità regolatorie americane che stanno cercando di frenare il potere dei colossi della tecnologia e probabilmente influenzerà altre cause antitrust governative contro Google, Apple, Amazon e Meta (proprietario di Facebook, Instagram e WhatsApp).
GOOGLE PREANNUNCIA APPELLO ALL’ANTITRUST
Nel frattempo Google ha annunciato che farà appello contro la sentenza di un giudice federale secondo cui il colosso di Manl Park ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online.