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Perché i trattori hanno alzato il livello dello scontro in Ue
La protesta degli agricoltori a bordo dei trattori a Bruxelles si fa più dura: guerriglia per le strade del quartiere delle istituzioni europee e lancio di oggetti contro la polizia. La risposte di Agrifish
Bloccare le strade e intralciare il transito veicolare non basta più al movimento dei trattori. Dopo mesi di protesta pressoché pacifica gli agricoltori che contrastano, tra le altre cose, le politiche del Green Deal, hanno alzato il livello dello scontro. Ieri circa mille trattori hanno invaso il quartiere europeo dove si teneva Agrifish, la riunione dei ministri europei dell’agricoltura.
LA PROTESTA DEI TRATTORI SI FA PIÙ DURA
I manifestanti, stanchi della protesta stanziale, hanno appiccato il fuoco ad alcuni copertoni e cumuli di paglia, inoltre hanno lanciato uova, bottiglie di vetro e petardi contro la polizia che ha risposto con idranti e lacrimogeni. Inoltre, alcuni trattori hanno provato a dirigersi verso Place de Luxemburg che è stata, invece, interdetta ai veicoli agricoli mentre è stato sgomberato il blocco all’aeroporto di Zaventem, lo scalo principale di Bruxelles.
PAC: UNA POLITICA PIENA DI CAVILLI
Lo scontro si è fatto più duro perché le risposte alle questioni poste dal movimento agricolo stentano ad arrivare. Sul banco degli imputati ci è finita la Pac che, secondo il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, è una politica “piena di cavilli e di burocrazia, piena di vincoli per le imprese agricole che in tanti casi, soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, non riescono ad avere attuazione rispetto a quello che è un utilizzo delle risorse per come storicamente era stata pensata nella politica agricola comune”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura a Bruxelles (ma non in piazza) per l’assemblea generale dell’associazione. “La Pac va totalmente riscritta”, ha detto Giansanti.
LE RICHIESTE DEGLI AGRICOLTORI: STOP AL GRANO UCRAINO E PIÙ AIUTI ALLE AZIENDE IN CRISI
I manifestanti che si sono resi protagonisti di atti di guerriglia nel quartiere delle istituzioni europee a Bruxelles chiedono di cancellare definitivamente (e non sospendere) la norma che obbliga a mantenere incolta una quota dei terreni, di aumentare gli aiuti alle aziende in crisi, di fermare i negoziati per gli accordi di libero scambio come quello con i Paesi del Mercosur, di garantire una moratoria sui debiti e, infine, di sospendere l’import di grano dall’Ucraina. Il commissario all’Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, ha provato a tranquillizzare gli agricoltori riportando i numeri dell’interscambio con l’Ucraina nell’agrifood: “6 miliardi di export Ue a fronte di 25 miliardi di import, quindi un deficit di 19 miliardi”.
Alzare lo scontro serve agli agricoltori europei per verificare se dopo oltre un mese di protesta esiste la volontà di collaborare con i produttori agricoli e procedere con le innovazioni richieste.
LA RIPOSTA DI AGRIFISH ALLE PROTESTE DEI TRATTORI
I ministri dell’agricoltura, riuniti sotto la presidenza belga in sede di Agrifish a Bruxelles hanno convenuto di aprire i tavoli per una nuova revisione della PAC. L’obbiettivo è ridurre gli oneri burocratici connessi alla politica europea (come quelli per ottenere i fondi PAC o il taglio del 50% dei controlli e delle ispezioni nelle aziende agricole). Questo non è un risultato di poco conto se si pensa che l’ultima riforma della Pac era stata approvata solo nel novembre del 2021 ed entrata in vigore appena un anno fa, nel gennaio del 2023.
I ministri dell’Agricoltura “hanno fornito orientamenti politici sul miglioramento del ruolo degli agricoltori come garanti della nostra sicurezza alimentare, garantendo nel contempo il rispetto dei nostri impegni di sostenibilità ambientale. Ciò richiederebbe modifiche mirate degli atti di base della PAC, garantendo l’equilibrio negli effetti degli accordi commerciali e aiutando le esportazioni agricole ucraine a raggiungere i loro mercati tradizionali”, hanno detto i ministri.
IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE DEGLI AGRICOLTORI
I coltivatori in protesta hanno nel Governo italiano uno dei tra i più strenui sostenitori. “Senza agricoltori non c’è cibo. Senza cibo non c’è futuro. Parole che in queste settimane abbiamo sentito dire spesso e molte volte letto anche su cartelli e su striscioni – ha detto la Premier Giorgia Meloni -. Beh, c’è chi ha detto e scritto che gli agricoltori sono scesi in piazza per difendere i loro privilegi. Io credo, invece, che gli agricoltori abbiano tutto il diritto di far sentire la loro voce e chiedere quel che qualunque lavoratore chiede: il riconoscimento del giusto prezzo per il lavoro che svolge e un sistema di regole che difenda e sostenga quel lavoro”.
Con le elezioni europee alle porte a sostenere, in Europa, le richieste degli agricoltori italiani ci è andato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida che ha chiesto una revisione rapida della Pac perché “è stata scritta male, noi chiediamo delle modifiche sostanziali dove il reddito dell’agricoltore come manutentore del territorio sia tenuto in considerazione più di posizioni ideologiche”.