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Il licenziamento di Altman (ex OpenAI) è un affare per Microsoft?

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Il licenziamento di Sam Altman, uno dei fondatori di OpenAI può essere un terremoto per l’intelligenza artificiale ma si può trasformare in un grande affare per Microsoft, che ha investito 13 miliardi di dollari nell’azienda che ha elaborato ChatGPT

Fuori Altman dentro Shear. Il Consiglio di amministrazione di OpenAI ha scelto l’ex capo di Twitch, Emmett Shear, per il ruolo di nuovo ceo ad interim, della società. Lo scorso venerdì 17 novembre il consiglio di amministrazione di OpenAI, l’azienda fondata da Elon Musk e da Sam Altman, che ha prodotto e gestisce ChatGPT, la chatbot basata su intelligenza artificiale specializzata nel dialogo tra umani e la macchina, ha licenziato Sam Altman. La decisione, come spiegato dal chief operating officer Brad Lightcap in una comunicazione ai dipendenti, non è arrivata “in risposta a un illecito o a altro legato alle nostre pratiche finanziarie, di business, di sicurezza e di privacy. C’è stata una interruzione delle comunicazioni fra Sam Altman e il cda”.

MIRA MURATI: AD DI OPENAI PER UN WEEKEND

In un primo momento a sostituire Altman è stata Mira Murati, ingegnere meccanico trentaduenne e Chief Technology Officer dell’azienda, una posizione dalla quale ha guidato la direzione tecnologica e l’innovazione dell’azienda. Murati, che ha conosciuto Elon Musk quando lavorava alla Tesla dove ha collaborato allo sviluppo della Tesla Model S e Model X, si è occupata di gestire i rapporti con Microsoft, l’azienda che ha investito almeno 13 miliardi di dollari in OpenAI, e con le istituzioni statali (tra queste anche il Garante per la privacy italiano) in merito alle politiche sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale. Mira Murati è durata meno del Re di maggio, e questo era nei patti, perché il CdA di Open AI aveva dichiarato di essere alla ricerca di un “Ceo permanente”.

FALLISCE LA TRATTATIVA PER RIPORTARE ALTMAN IN OPENAI

I rapporti tra Sam Altman e OpenAI non si sono chiusi in modo del tutto chiaro. Infatti, domenica scorsa si è tenuta una trattativa per il reintegro di Altman, anche su impulso del finanziatore Microsoft. Le sue condizioni, però, sono state ritenute irricevibili dal CdA che, infatti, le ha respinte. Altman aveva chiesto le dimissioni dei consiglieri che avevano firmato il suo licenziamento, l’ingresso nel board di Microsoft, il maggior investitore di OpenAI e un cambio di passo nella governance della società.

FUORI ALTMAN DENTRO SHEAR: DA TWITCH A OPENAI

Come anticipato, al posto di Altman andrà Emmet Shear, l’ex ad di Twich. La carriera di Shear inizia nel 2006 quando collabora all’iniziativa dell’amico Justin Kan e altri due colleghi e lancia Justin.tv, un sito che trasmetta la vita di Justin Kan h24. È da questa intuizione, giocosa, che nasce Twitch, la piattaforma che permette di trasmettere contenuti in diretta. Emmett Shear diventa ceo di Twitch nel 2011 e nel 2014 Amazon, il colosso di Bezos, acquista la piattaforma di streaming per 1 miliardo di dollari. Shear resta al suo posto fino al marzo del 2023 quando annuncia le sue dimissioni motivandole con la necessità di essere più presente in famiglia in quanto diventato da poco genitore. A sostituirlo ci pensò Dan Clancy, che già ricopriva il ruolo di presidente e che lavorava alla piattaforma dal 2019.

ALTMAN PASSA DA OPENAI A MICROSOFT

Sam Altman non deve temere di restare senza lavoro, difatti già nella mattinata di ieri Satya Nadella, l’AD di Microsoft, ha annunciato con un tweet che Sam Altman arriverà a Microsoft per condurre una nuova ricerca avanzata sull’intelligenza artificiale. Ad affiancarlo Greg Brockman anche lui nel consiglio di amministrazione e cofondatore di OpenAI, che ha lasciato l’azienda la scorsa settimana. Microsoft è il soggetto che più di tutti potrebbe essere avvantaggiata da questa situazione, ritrovandosi tra le mani buona parte del capitale umano di OpenAI.

LA LETTERA DI 500 DIPENDENTI DI OPENAI

“Open AI is nothing without its people” è questo il grido di battaglia dei 500 dipendenti di Open Ai che hanno firmato una lettera aperta contro il licenziamento di Sam Altman e che minacciano di licenziarsi e raggiungere Altman a Microsoft. Tra le firme c’è anche quella di Mira Murati, l’ad di OpenAI dell’ultimo finesettimana. “Noi, dipendenti di Open AI, abbiamo sviluppato i migliori modelli e spinto il settore verso nuove frontiere – recita la missiva – i prodotti che abbiamo costruito sono usati da milioni di persone nel mondo.

La società per cui lavoriamo non è mai stata in una posizione più forte. Il processo attraverso cui avete licenziato Sam Altman e rimosso Greg Brockman dal consiglio ha messo a repentaglio tutto questo lavoro e ha compromesso la nostra missione e società. La vostra condotta ha reso chiaro che non avete le competenze per guidare Open AI”. Tra le richieste dei dipendenti ci sono le dimissioni dell’intero board.

-Leggi anche: Intelligenza artificiale, chi sono gli esperti in Parlamento?

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