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Perché Pfizer riduce i vaccini che arrivano in Europa

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Fulmine a ciel sereno per il Vecchio continente: dalla prossima settimana Pfizer invierà un numero inferiore di vaccini

Proprio mentre risultano in esaurimento già negli ospedali di diverse Regioni italiane le ultime fiale del vaccino Pfizer e, per i richiami già programmati, attualmente si utilizza la riserva del 30% prima di arrivare a pescare dai recenti arrivi delle fiale di Moderna, la statunitense Pfizer ha gelato l’Europa avvertendo di un imminente calo di consegne.

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PFIZER: «DIMINUISCONO CONSEGNE IN EUROPA»

Da quanto si apprende, Pfizer ha avvertito che «dalla prossima settimana» ci sarà un calo nelle consegne di vaccini anti-Covid in Europa, in attesa di migliorare le proprie capacità di produzione. Lo ha reso noto l’Istituto norvegese di sanità pubblica ma «la riduzione temporanea – hanno sottolineato – interesserà tutti i Paesi europei».

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Non è chiaro quanto tempo ci vorrà prima che Pfizer torni alla massima capacità di produzione, che sarà aumentata da 1,3 a 2 miliardi di dosi all’anno. Non è stata specificata l’entità della riduzione per l’Europa nel suo insieme, ma per la Norvegia la diminuzione sarà del 17,8%.

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ANCHE IN ITALIA RICERCA SU ANTICORPI “TRUMP”

In compenso, contribuisce a far tornare almeno in parte l’ottimismo l’annuncio del neo presidente dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, Giorgio Palù: «Anche l’Italia partirà con un progetto ricerca sugli anticorpi monoclonali, su Eli Lilly e Regeneron, quelli con cui è stato curato il presidente USA Donald Trump». «Ieri sera – ha aggiunto – il cda Aifa ha approvato la ricerca. Sono terapia, non sono prevenzione. Essendo antivirali vanno dati entro le prime ore dall’esordio dei sintomi, altrimenti non sono efficaci. Possono essere una risorsa per curare i pazienti a casa». Sarà un’arma in più contro il Coronavirus, anche se prima di vederla sul mercato potrebbe volerci anche tutto il 2021.

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