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Pierre-Édouard Stérin

Pierre‑Édouard Stérin, il boss delle Smartbox che vuole una “Francia grande di nuovo”

Un ritratto del miliardario francese a capo dell’azienda leader nel mercato dei cofanetti esperienziali. E di un progetto che mira a unire le destre d’Oltralpe e portarle al governo secondo un preciso piano politico

Chi è Pierre-Édouard Stérin? Per milioni di europei è il volto invisibile dietro ai cofanetti regalo Smartbox: una notte in una spa, un volo in mongolfiera o una degustazione stellata.

Per gli investitori è il fondatore del fondo Otium Capital, macchina da guerra da oltre 1,6 miliardi di euro di asset.

Ma per la nuova destra francese è ormai molto più: un catalizzatore, un finanziatore, un patriota in esilio (fiscale) che spinge per un movimento MAGA in salsa francese.

IL PROFILO DI PIERRE-ÉDOUARD STÉRIN

Nato a Évreux nel 1974, passato dalle aule della Sorbona alle sale trading di Société Générale, Stérin ha fatto fortuna partendo dai software per la casa e ha trovato l’oro con i cofanetti esperienziali.

Cattolico praticante, patriota (ma residente in Belgio), è contrario a qualsiasi forma di intervento statale e ostile  Le tasse risparmiate in Francia le dona in beneficenza, ma i critici parlano invece di un modello di welfare privato, selettivo e ideologico.

Nel 2003 fonda Smart&Co che di lì a poco diventerà il ben noto marchio Smartbox. Nel 2008 investe nella start-up LaFourchette, poi acquistata da Tripadvisor e rinominata TheFork.

I ricavi li reimmette immediatamente sul mercato attraverso Otium, fondo di investimento che punta su aziende a rapida crescita, ma che in breve diventa anche il principale motore del suo progetto politico.

CHE COS’È IL PROGETTO PÉRICLÈS

Nel 2024 il giornale francese di sinistra l’Humanité ha diffuso ampi stralci del documento che presenta il suo progetto Périclès. Sigla che è anche manifesto: Patriotes, Enracinés, Résistants, Identitaires, Chrétiens, Libéraux, Européens, Souverainistes.

L’obiettivo? Iniettare 150 milioni di euro in dieci anni per “consentire la vittoria ideologica, elettorale e politica” della destra e dell’estrema destra” influenzando media, think tank, formazione nuovi sindaci e orientando i social network.

Il modello è ispirato alla destra americana trumpiana: strategia culturale anti-woke, campagne capillari, influencer e contenuti “alternativi” che aggirano i media tradizionali contro “i principali mali del nostro Paese (socialismo, wokeismo, islamismo, immigrazione)“.

Il progetto appoggia tutti i protagonisti della galassia conservatrice francese, da Le Pen a Bardella, da Eric Ciotti a Édouard Philippe, passando per Maréchal e Zemmour.

L’APERITIVO COME ARMA POLITICA

La rete di interessi economici intanto si è allargata: Neo, Le Crayon, Cerfia, e poi Factuel, Explore Media, fino al tentativo (fallito per ora) di comprare Marianne e Valeurs Actuelles.

Oltre agli euro, Stérin mette in campo anche networking e proselitismo. Ogni mese organizza a Parigi gli “Apéritifs du Bien Commun”, incontri semi-privati dove s’incontrano accoliti di Trump, esponenti cattolici, imprenditori conservatori e candidati dell’ultradestra.

L’OBIETTIVO: L’ELISEO (PASSANDO PER MILLE MUNICIPI)

Il vero banco di prova sarà il 2026: alle elezioni comunali, Stérin punta a far eleggere almeno mille sindaci di area sovranista. Un’operazione che passa per la formazione dei candidati, l’accompagnamento legale e comunicativo, l’utilizzo di piattaforme elettorali gestite da Otium.

Nel frattempo, il progetto mira a influenzare l’agenda nazionale: dalla scuola alla sanità, dall’energia alla cultura. Le parole d’ordine sono la preminenza del privato sul pubblico e la rottura del monopolio statale.

IL FANTASMA DI BOLLORÉ E L’OMBRA DELLA LEGGE

Le analogie con Vincent Bolloré sono inevitabili: stesso universo culturale, stessa voglia di “riconquista”. Ma dove Bolloré ha il potere mediatico, Stérin ambisce al potere della micro-influenza. Tuttavia, le autorità giudiziarie francesi hanno messo gli occhi su di lui: è sotto indagine per presunto finanziamento illecito delle campagne del Rassemblement National.

E quando la commissione d’inchiesta sulle elezioni lo ha convocato, ha rifiutato di comparire. Ha preferito un’intervista su CNews, riconducendo la sua assenza al timore per la propria incolumità: il patriota non si fida della République.

Fonte immagine: Otium Capital

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