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Politica estera. Gli appuntamenti della settimana 12-18 luglio
Le Olimpiadi di Tokyo 2020 senza pubblico, l’incontro Vestager-Zuckerberg, il dossier Afghanistan, la cancelliera Angela Merkel alla Casa Bianca dal presidente Usa Joe Biden e le elezioni di São Tomé e Príncipe tra gli appuntamenti di politica estera della settimana 12-18 luglio
Tra gli appuntamenti di politica estera della settimana 12-18 luglio le Olimpiadi di Tokyo 2020 senza pubblico, l’incontro Vestager-Zuckerberg, il dossier Afghanistan, la cancelliera Angela Merkel alla Casa Bianca dal presidente Usa Joe Biden e le elezioni di São Tomé e Príncipe.
Lunedì 12 luglio
GIAPPONE – A causa dell’aumento di contagi, Tokyo è entrata in un nuovo stato di emergenza che durerà fino al 22 agosto, un periodo che include i le Olimpiadi.
Martedì 13 luglio
UE – Il commissario europeo per la concorrenza Margrethe Vestager ha incontrato virtualmente il CEO di Facebook Mark Zuckerberg.
Mercoledì 14 luglio
AFGHANISTAN – I ministri degli Esteri di Cina, India, Kazakistan, Kirghizistan, Pakistan, Russia, Tagikistan e Uzbekistan tengono una riunione della Shanghai Cooperation Organization per discutere dell’Afghanistan e del ritiro delle forze statunitensi.
IRAN – Il Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), noto come l’accordo nucleare iraniano, è stato concordato il 14 luglio di sei anni fa.
Giovedì 15 luglio
USA-GERMANIA – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden riceverà la cancelliera tedesca Angela Merkel alla Casa Bianca. I due leader, fa sapere la CNBC, discuteranno della situazione in Afghanistan, cybersecurity, gasdotto Nord Stream 2, Covid e questioni commerciali di lunga data. Dall’insediamento di Biden, Merkel è il terzo leader europeo a volare a Washington.
Domenica 18 luglio
AFRICA – La nazione insulare africana di São Tomé e Príncipe tiene le elezioni presidenziali. Secondo The Africa Report, questo Stato insieme ad altri di piccole dimensioni è in media significativamente più democratico di quelli sulla terraferma. Lo conferma l’indice prodotto da Freedom House, il quale afferma che solo il 14% dei Paesi continentali sono “liberi”, cifra che invece sale al 60% quando si considerano i piccoli Stati insulari.