L’Ue deve chiedersi quale posto nel mondo vuole occupare e solo dopo capire in che…
Non solo Cecilia Sala, quanti sono i giornalisti dietro le sbarre nel mondo
553 giornalisti imprigionati nel 2024, la denuncia di Reporter Senza Frontiere
Non solo Cecilia Sala. Mentre Mohammad Abedini Najafabadi, l’iraniano arrestato a Milano lo scorso 16 dicembre, resta in carcere, e mentre Palazzo Chigi convoca un vertice straordinario e la Farnesina ‘richiama’ l’ambasciatore iraniano a Roma, si fanno i conti con la libertà di stampa. Il 2024 si è chiuso con un bilancio drammatico: 553 operatori dell’informazione, tra cui 528 giornalisti, sono stati imprigionati in diverse parti del mondo. È quanto emerge dall’ultimo rapporto di Reporter Senza Frontiere, l’organizzazione internazionale che monitora e denuncia costantemente le violazioni contro la libertà di informazione.
I PAESI CON IL MAGGIOR NUMERO DI DETENUTI
Secondo il rapporto di Rsf, al primo posto della triste classifica dei Paesi con il maggior numero di detenuti troviamo la Cina, con 115 casi di giornalisti incarcerati, seguita da Myanmar con 70 e Bielorussia con 52. La Russia si posiziona al quarto posto con 47 cronisti in carcere, mentre Israele ne conta 46 e il Vietnam 39. L’Iran, al settimo posto con 35 operatori dei media detenuti, resta sotto i riflettori per le gravi violazioni contro la libertà di stampa, soprattutto nel carcere simbolo di Evin, dove si trova in isolamento anche la giornalista italiana Cecilia Sala. Un caso che si inserisce in un dossier più ampio e che tira in ballo direttamente le diplomazie iraniane, italiane e persino statunitensi.
L’ALLARME DI REPORTER SENZA FRONTIERE PER LA SITUAZIONE IN IRAN
In Iran, 26 giornalisti (20 uomini e 6 donne) risultano ancora in regime di detenzione, mentre altri nove sono stati rilasciati nel corso dell’anno. Tra i nomi più noti c’è quello di Narges Mohammadi, Premio Nobel per la Pace 2023, incarcerata per la sua lotta contro l’oppressione delle donne e la promozione dei diritti umani. Mohammadi è stata arrestata tredici volte negli ultimi 20 anni e condannata a oltre 31 anni di carcere e 154 frustate. Temporaneamente uscita dal carcere a dicembre per motivi di salute, è il simbolo della repressione iraniana.
Tra i primi dieci Paesi troviamo anche l’Arabia Saudita (26 giornalisti detenuti), la Siria (25) e l’Egitto (23). Numeri significativi si registrano anche in Azerbaigian (21), Afghanistan e India (20 ciascuno), e Kirghizistan (18). RSF segnala inoltre che 55 giornalisti sono attualmente tenuti in ostaggio: 38 in Siria, 9 in Iraq, 5 in Yemen, 2 in Mali e 1 in Messico.
LE REAZIONI DELLA COMUNITA’ INTERNAZIONALE
La situazione ha spinto organizzazioni come la Federazione nazionale della Stampa Italiana e la Federazione internazionale dei Giornalisti (IFJ) a lanciare appelli alle autorità iraniane per il rilascio immediato e incondizionato di Cecilia Sala e di altri operatori dei media. “Deploriamo la strategia di imprigionare giornalisti stranieri per ottenere vantaggi politici,” ha dichiarato il segretario generale della IFJ, Anthony Bellanger, chiedendo un intervento deciso della comunità internazionale.
Senza dubbio, quindi, il rapporto di Rsf dipinge un quadro inquietante sullo stato della libertà di stampa nel mondo. La detenzione arbitraria di giornalisti, spesso accompagnata da torture o isolamento, rappresenta – è la conclusione – un attacco diretto al diritto all’informazione.