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Quanto ha speso ad oggi l’Italia per il Pnrr? Ecco l’ultimo rapporto dell’Eurocamera

Dati aggiornati a fine 2023, l’Italia ha speso il 22% dei fondi del Pnrr al momento erogati dall’Unione europea

L’ITALIA HA SPESO IL 22% DEI FONDI DEL PNRR EROGATI DALL’UE

“Finora l’Italia ha ricevuto il 52,7% delle risorse (102,5 miliardi di euro di prefinanziamento e quattro pagamenti per sovvenzioni e prestiti), ben al di sopra della media Ue (34,5%). Altri sei pagamenti per sovvenzioni e prestiti dipenderanno da ulteriori progressi nell’attuazione. Alla fine del 2023, l’Italia aveva speso 43 miliardi di euro, ovvero il 22% delle risorse Ue disponibili per il Pnrr, il che suggerisce l’importanza del periodo fino all’agosto 2026 per la piena attuazione, non solo delle misure di investimento”. E’ quanto si legge in uno studio del Servizio Ricerche dell’Eurocamera.

I DATI AGGIORNATI A FINE 2023 IN UNO STUDIO DELL’EUROCAMERA

Anticipato da Repubblica nell’edizione odierna, lo Studio si sofferma sullo stato dell’arte dei Pnrr dei 27 Paesi membri. Il capitolo dedicato all’Italia ricorda le valutazioni della Commissione sulle precedenti richieste di pagamento inoltrate da Roma, le sette missioni che includono gli obiettivi del Piano italiano e alcune novità apportate dalla revisione messa in campo dal governo.

“Nel dicembre 2023, una revisione ha apportato diverse modifiche al piano: ora è dotato di risorse Ue per un valore di 194,4 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, che rappresentano il 26,1% dello Strumento di ripresa e resilienza. Una leggera revisione al rialzo dell’assegnazione delle sovvenzioni all’Italia nel giugno 2022 e l’inclusione di un nuovo capitolo REPowerEU incentrato sull’energia hanno portato a un aumento di 2,9 miliardi di euro rispetto al piano iniziale. Inoltre, l’Italia ha stanziato risorse nazionali per 30,6 miliardi di euro per rafforzare un vasto programma di riforme e investimenti volto a promuovere la ripresa economica del Paese, affrontando una serie di debolezze strutturali e perseguendo obiettivi importanti come la transizione verde e la trasformazione digitale. Le misure previste dal piano dovranno essere completate entro il 2026”, si legge nel testo.

“A un singolo investimento o riforma possono essere collegate diverse tappe e obiettivi, che corrispondono a diverse fasi della loro attuazione. Complessivamente, il piano rivisto ha 90 tappe e obiettivi in più rispetto al piano iniziale. La revisione ha spostato parte delle risorse e degli obiettivi verso la fine del piano. La decima rata è diventata la più consistente (32,7 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, incluso il prefinanziamento) e il 46% di tutti gli obiettivi sono ora collegati ad essa”, si spiega.

FITTO: ABBIAMO LA MIGLIORE PERFMORMANCE SUL PNRR

Da Milano, per un incontro all’Università Cattolica, il ministro per gli Affari europei, il Sud e il Pnrr, Raffaele Fitto dà la sua versione e fornisce i suoi sullo stato dell’arte dell’attuazione del Pnrr Italia. “L’Italia, secondo quanto emerge in modo chiaro dal rapporto di medio termine che la Commissione europea ha presentato in febbraio, è il Paese con la migliore performance sul Pnrr. La spesa – ha puntualizzato il ministro – è di 45 miliardi al momento ma il tema della spesa, come ho già spiegato in più circostanze, rappresenta una sua valutazione collegata sia al tema delle riforme sia al tema dell’avanzamento della stessa spesa”.

FITTO: “SENZA LA NOSTRA REVISIONE DEL PIANO NON AVREMMO RAGGIUNTO GLI OBIETTIVI”

“Noi abbiamo affrontato una fase nella quale abbiamo revisionato il piano, rimesso in ordine molte misure non per scelta ma perché se avessimo lasciato il piano com’era, e lo voglio dire a beneficio dei critici, non avremmo raggiunto gli obiettivi e avremmo avuto il taglio delle rate perché molti progetti inseriti nel Pnrr erano progetti in essere, cioè finanziati con leggi di bilancio precedenti al Pnrr, quindi non corrispondenti alle norme di rendicontazione del piano da una parte e dall’altra non assolutamente in grado di essere completati entro giugno 2026”, aggiunge Fitto.

“Noi abbiamo fatto un’operazione di ripulitura di questi progetti garantendo, con un decreto legge che sarà convertito in legge martedì prossimo, il loro finanziamento, e al tempo stesso abbiamo messo in campo un avanzamento della spesa che in questo anno ha visto una revisione complessiva e un avvio di progettazione delle gare”, ha spiegato il ministro rispondendo ai giornalisti. “Adesso si inizierà con una spesa più efficace e anche con la revisione che il governo ha messo in campo alcune misure interverranno in modo più efficace per accompagnare la crescita”, ha concluso Fitto.

ISTAT: INCERTEZZA SULLE PROSPETTIVE DEI CONTI, ATTUARE IL PNRR

Nel frattempo arriva la doccia fredda dell’Istat in audizione in commissione Bilancio in Parlamento sul Def. Sulle prospettive future dei conti pubblici italiani, hanno spiegato gli economisti dell’Istituto, “pesano le incertezze sull’evoluzione dell’economia, legate soprattutto alle incognite dello scenario geopolitico. Ccome più volte richiamato, sarà importante garantire la piena realizzazione degli investimenti pubblici e delle riforme previste dal Pnrr”.

Rilievi, nel corso delle audizioni, anche da parte dell’Ufficio parlamentare di bilancio. Nel Def, hanno sottolineato i tecnici – c’è “una carenza di informazioni in tre ambiti di rilevante importanza per la finanza pubblica e il quadro macroeconomico: le politiche invariate, i bonus edilizi e il Pnrr”. Sul Piano, essendo stata definita la revisione e rimodulazione, “avrebbe dovuto essere reso noto nel Def il nuovo profilo annuale delle spese distinte per categoria economica, tipologia e tipo di finanziamento”.

Leggi anche: Le bacchettate di Bankitalia, Corte dei Conti e Upb sul Def

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