Skip to content

difesa europea

ReArm Ue: quali sono gli aspetti finanziari e di bilancio Ue per la difesa europea

La nuova difesa europea prende forma anche sotto il profilo finanziario. La presidente Ursula von der Leyen annuncia una clausola di salvaguardia per consentire di superare i vincoli di bilancio ma i “falchi” oppongono il loro altolà 

L’Unione europea si avvia alla costruzione di “una difesa comune, non per minacciare o conquistare” ma per opporre una forza di deterrenza “contro ogni attacco esterno guidato dall’odio contro l’Europa unita”.

La Commissaria Ursula Von der Leyen ha incassato il sì dall’Europarlamento al nuovo, urgente, capitolo sulla difesa europea.

Il sì al riarmo continentale arriva con un avvertimento: occorre integrare il parlamento europeo nel processo decisionale. Una richiesta che ben si sposa con il senso del discorso presidenziale che chiama le pubbliche istituzioni a fare la propria parte in termini di investimenti in materia di difesa.

“In quest’epoca più pericolosa, l’Europa deve accelerare utilizzando tutte le leve finanziarie a nostra disposizione” perché“il grosso degli investimenti non può che venire dagli Stati membri”.

COS’È COFOG: LA CLASSIFICAZIONE DELL’OCSE CHE COMPRENDE LE SPESE DELLA DIFESA EUROPEA

Prima di tutto, di cosa parliamo quando parliamo di spese militati? Lo spiega il commissario per l’Economia, Valdis Dombrovskis al termine della conferenza stampa al termine dell’Ecofin. La definizione scelta si rifà alla classificazione delle funzioni di governo Cofog. sviluppata nel 1999 dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico e pubblicata dalla Divisione Statistica delle Nazioni Unite come standard per classificare gli scopi delle attività di governo. “Ciò fornisce un ambito ampiamente in linea con la definizione Nato di spesa per la difesa, e ci consentirà di procedere rapidamente, utilizzando un concetto che ha una solida base statistica”, ha spiegato Dombrovskis. La classificazione prevede tre livelli di dettaglio: le divisioni, i gruppi e le classi. Le divisioni, a loro volta, descrivono gli obiettivi generali del governo, mentre i gruppi e le classi stabiliscono i mezzi con cui ci si propone di raggiungere gli obiettivi generali. Nella difesa rientrano: la difesa militare, la difesa civile, gli aiuti militari esteri e anche le spese in ricerca e sviluppo in materia di difesa. “Non stiamo utilizzando una nuova metodologia, ma quella già esistente” continua il commissario che invita gli Stati a organizzare capitoli della spesa pubblica in tal senso perché “per l’industria della difesa la domanda è guidata da richiesta pubblica e appalti pubblici”, sottolinea Dombrovskis.

SPESE PER LA DIFESA EUROPEA: LA PRESIDENTE VON DER LEYEN ANNUNCIA LA CLAUSOLA DI SALVAGUARDIA

Il Piano ReArm Ue avrà un budget di circa 800 miliardi di dollari. Fondi che gli Stati sono chiamati a mobilitare anche attraverso l’attivazione della clausola di salvaguardia del Patto di stabilità (Psc). “Proporrò di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti in difesa – spiega la presidente von der Leyen  che fa un parallelismo con quanto accaduto nel corso della pandemia da Covid 109 -. Durante la pandemia abbiamo attivato la clausola di salvaguardia perché ci trovavamo nel bel mezzo di una crisi. Ritengo che ci troviamo in un altro periodo di crisi“. Insomma, anche in questo caso appare questione una questione di permanenza in vita dell’Europa e degli europei. Tra i più scettici ci sono i “falchi” del rigore e del debito pubblico che la presidente prova a rassicurare spiegando che “l’attivazione della clausola di salvaguardia per gli investimenti pubblici nella difesa avverrà in modo controllato”, tanto che “proporremo un ampio pacchetto di misure per raggiungere questo obiettivo, politiche e strumenti su misura, per rispondere alla specifica situazione di bilancio di ogni Stato membro”.

“SAFE” E IL “NO” DEI FALCHI AGLI EUROBOND

A questo si aggiunge il nuovo strumento finanziario Safe, che metterà a disposizione fino a 150 miliardi di prestiti per concentrarsi su “alcune capacità strategiche scelte” come, per esempio, la cyber security, la difesa aerea, missili, munizioni e droni. Anche in questo caso la preferenza va alle produzioni e agli appalti made in Europe. “Safe”, acronimo inglese di “Azione di sicurezza per l’Europa” funzionerà attraverso prestiti anziché sovvenzioni a fondo perduto. Von der Leyen non ha escluso l’emissione di nuovo debito comune, “Nulla è fuori discussione”, ha detto. Quello del debito comune è terreno che fa preoccupare i “rigoristi” del debito pubblico, primi fra tutti i tedeschi. “Sono scettico agli eurobond in quanto tali – ha spiegato il ministro delle Finanze tedesco, Jörg Kukies-. Quello su cui la Germania è aperta, quando ci sono progetti di comune interesse europeo, è il finanziamento attraverso il bilancio europeo. Non ci convincere l’idea di creare debito e distribuirlo tra 27 Paesi”.

SPESE PER LA DIFESA EUROPEA: L’ITALIA (CON GIORGETTI) PROPONE DI PASSARE PER INVESTEU

“Siamo a favore del rafforzamento di InvestEU per la difesa“. È questa l’idea del ministro dell’economia italiano Giancarlo Giorgetti per colmare il divario di investimenti dell’Europa nel settore della difesa e della sicurezza. “Dobbiamo migliorare significativamente le sinergie tra risorse nazionali e livello europeo – ha detto il titolare italiano dell’economia nel corso di una sessione pubblica del Consiglio Economia e Finanza a Bruxelles -. Siamo quindi favorevoli al rafforzamento di InvestEu per la difesa, per accrescere la sua capacità di attrazione di investitori privati, e per il suo appetito per il rischio”. Giorgetti presenta una proposta dell’European Security Industrial Innovation Initiative, “un fondo di garanzia in più tranche che ottimizza l’utilizzo delle risorse nazionali ed europee con l’obiettivo di convogliare in modo più efficace i capitali privati e con una spesa pubblica contenuta, un fondo di garanzia di circa 16 miliardi di euro potrà mobilitare fino a 200 miliardi di investimenti industriali aggiuntivi in linea con le migliori pratiche di InvestEue prima del Fondo europeo per gli investimenti strategici”. L’iniziativa promossa da Giorgetti “punta in modo mirato sul sostegno della base tecnologica e al tessuto industriale europeo nei settori strategici della difesa, delle tecnologie ‘dual-use’ della protezione delle figure critiche, dei dati e delle infrastrutture essenziali”.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su