L’Ue diventa grande e pensa alla difesa europea. La commissaria Von der Leyen annuncia un collegio europeo dei commissari per la sicurezza, Safe e apre a eurobond ma la Germania dice no.
Per l’Unione europea è tempo di correre. Lo fa capire chiaramente la presidente della Commissione Ursula von der Leyen nel suo discorso per i cento giorni dall’inizio del suo mandato. “Ciò che è cambiato in questi 100 giorni è il nuovo senso di urgenza, perché è cambiato qualcosa di fondamentale – ha dichiarato la presidente von der Leyen nel corso della sua conferenza stampa -. I nostri valori europei – democrazia, libertà e Stato di diritto – sono minacciati, la sovranità, ma anche gli impegni più solidi, sono messi in discussione in questa nuova fase dove tutto è diventato transazionale”.
DIFESA EUROPEA: I PARALLELISMI TRA VON DER LEYEN E MACRON
Il suo discorso ha toni diversi, contenuti più ampi ma nella sostanza è, di fatto, sovrapponibile a quello del presidente Emmanuel Macron nel quale l’inquilino dell’Eliseo ha detto, senza mezzi termini, che le lenti che abbiamo usato per leggere la nostra quotidianità sono cambiate.
A imporre il boost al cambiamento è stata l’elezione del presidente Donald Trump che, in maniera più vigorosa, ha solo dato seguito a quello che già Joe Biden, e prima di lui Barack Obama, avevano già messo sul tavolo: il disimpegno dal vecchio continente.
La svolta epocale a cui è chiamata la commissione von der Leyen impone all’Ue di “diventare adulta” e fare ciò che non ha mai fatto: badare in maniera autonoma (ma concertata con la Nato) alla sua sicurezza.
IL COLLEGIO DEI COMMISSARI SULLA SICUREZZA
Passando dalle parole ai fatti la presidente ha stilato la lista di ciò che serve alla nuova Europa che pensa anche alla propria difesa. Come da tradizione europea si parte dal dialogo con il Collegio dei commissari sulla sicurezza che sarà convocato all’occorrenza ma che potrà avvalersi di “briefing regolari” forniti dalle agenzie del Servizio di azione esterna (Seae), per rimanere sempre aggiornati. Un consesso che vede chiamati a intervenire tutti i commissari perché la difesa è una materia che interessa tutte le discipline. “Quattro anni fa – ha sottolineato Von der Leyen – abbiamo visto che le scorte di gas non si riempivano” come avrebbero dovuto, “ma non abbiamo tratto le giuste conclusioni. Era l’inizio di un attacco ibrido della Russia al settore energetico europeo, per costringerci a non sostenere l’Ucraina”.
EUROBOND: VON DER LEYEN APRE MA GERMANIA DICE NO
Condividere le informazioni però non basta. Così la commissaria von der Leyen introduce una novità: un fondo da 150 miliardi di euro creato dalla Commissione nell’ambito di ReArm. La Commissaria era stata criticata per la scelta del nome della nuova politica di sicurezza comune, ha fatto più attenzione a chiamare il suddetto piano “Safe”, acronimo inglese di “Azione di sicurezza per l’Europa”. Il modello è lo stesso seguito da “Sure” per affrontare la pandemia da Covid19, funzionerà attraverso prestiti anziché sovvenzioni a fondo perduto. Von der Leyen non ha escluso l’emissione di nuovo debito comune, “Nulla è fuori discussione”, ha detto, ma è senz’altro troppo presto per avere i dettagli.
Quello del debito comune è un argomento che ha un grande e potente nemico: la Germania. Che non ha aspettato molto per mettere in chiaro la sua posizione. “Sono scettico agli eurobond in quanto tali – spiega il ministro delle Finanze tedesco, Jörg Kukies, al suo arrivo a Bruxelles per prendere parte ai lavori dell’eurogruppo -. Quello su cui la Germania è aperta, quando ci sono progetti di comune interesse europeo, è il finanziamento attraverso il bilancio europeo. Non ci convincere l’idea di creare debito e distribuirlo tra 27 Paesi”.
DIFESA EUROPEA: L’OPPORTUNITÀ DI INSERIRE UNA CLAUSOLA “BUY EUROPE”
Un ultimo interessante punto riguarda la “nazionalità” degli armamenti e dei sistemi d’arma che saranno acquistati dall’Ue. Attualmente, come scrive Corriere della Sera, l’80% degli investimenti nella difesa riguardano commesse da Paesi non Ue”, tra cui Stati Uniti,
Corea del Sud e Regno Unito. Secondo l’ultima relazione del Sipri, tra il 2020 e il 2024 i membri europei della Nato hanno acquistato il 64 per cento delle loro armi da Washington. Tuttavia, non è chiaro se nel piando di ReArm o si Safe vi sarà una clausola “buy European” per incentivare l’acquisto di sistemi d’arma prodotti in Ue.
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