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Recovery in alto mare, la Corte Suprema tedesca congela la ratifica

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Bloccato in zona Cesarini il programma di aiuti europeo da 750 miliardi di euro, già approvato in via definitiva dal Parlamento tedesco. La Corte Suprema ha infatti impedito al presidente federale di controfirmare l’atto: senza tutte le ratifiche, Bruxelles non potrà dare la prima tranche

Nuovo inciampo nel travagliato cammino del Recovery Fund. Ancora una volta in mezzo alla strada delle obbligazioni comunitarie ci si piazza la magistratura tedesca, ovvero la Corte Suprema. “Ancora” in quanto la scorsa estate, proprio mentre i 27 provavano faticosamente ad accordarsi sul Next Generation Eu, la Corte costituzionale della Germania era intervenuta riconoscendo l’illegittimità del quantitative easing voluto da Mario Draghi durante il proprio mandato alla Banca centrale europea e dichiarato che, attraverso quello strumento, la BCE avesse esondato dai poteri che le erano stati riconosciuti dagli Stati, chiedendo persino all’istituto stesso di motivarle le ragioni che avevano portato all’acquisto di titoli sul mercato parallelo delle nazioni maggiormente in difficoltà (su tutte, l’Italia) o la Bundesbank non avrebbe più partecipato.

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Perché la Corte Suprema ha bloccato la firma del Recovery Fund

A questo giro, invece, i giudici di Karlsruhe sono intervenuti con una risoluzione che temporaneamente non autorizza il presidente il presidente federale Frank-Walter Steinmeier a firmare la legge, dopo il ricorso urgente presentato dall’economista no-euro e fondatore dell’AfD, Bernd Lucke. Lo stop della Corte Suprema al Recovery ha natura cautelare e temporanea, perciò si applica fino a quando non ci sarà una pronuncia da parte degli stessi magistrati sul programma di aiuti europeo da 750 miliardi di euro, già approvato in via definitiva dal Parlamento tedesco. Questo stop, però, benché temporaneo, dovrebbe impedire alla Commissione europea di procedere con i preparativi finali del Next Generation Eu. A breve, infatti, l’esecutivo di Ursula von der Leyen dovrebbe iniziare a sbloccare i fondi della prima tranche, ma potrà farlo solo dopo che tutti i 27 avranno presentato la ratifica dei rispettivi parlamenti.

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