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Risoluzione Ue

Riarmo Ue, come hanno votato gli eurodeputati italiani e cosa prevede la Risoluzione

Giornata molto tesa all’Eurocamera sul voto per la Risoluzione, il Pd si spacca e i conservatori europei si dividono

Ecr diviso, Pd spaccato. Sono solo alcuni degli effetti e delle conseguenze del voto sulla risoluzione del Parlamento europeo che accoglie con favore il piano di riarmo dell’Ue, approvata con 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti.

A sostegno della risoluzione si è schierato l’intero gruppo del Ppe con oltre 150 voti, quello di Renew Europe con oltre 70 voti e circa 140 membri dei Socialisti Ue che hanno votato compattamente con la sola eccezione delle 11 astensioni Pd e del voto contrario dei maltesi.

In maniera compatta a favore del testo si sono pronunciati il gruppo dei Verdi Ue che ha portato oltre 40 voti e incassato soltanto 8 defezioni tra cui i quattro italiani. Spaccati invece i Conservatori con FdI e i belgi del N-Va che hanno guidato una pattuglia di una quarantina di eurodeputati a favore del testo mentre hanno votato contro poco meno di trenta, tra cui tutti i polacchi del Pis. Tra i contrari al testo invece la sinistra Ue (incluso il M5S), i Patrioti per l’Europa (inclusa la Lega) e l’Europa delle nazioni sovrane con il gruppo dei tedeschi dell’AfD.

COME HANNO VOTATI GLI EURODEPUTATI ITALIANI

Per quanto riguarda le forze politiche italiane, quindi, sono stati dieci i deputati del Partito democratico che hanno votato sì alla risoluzione del Parlamento europeo sul Libro bianco per la difesa, contenente il piano ReArm Europe presentato da Ursula von der Leyen. Hanno detto sì: Bonaccini, Decaro, Giorgio Gori, Gualmini, Lupo, Maran, Moretti, Picierno, Tinagli, Topo. Si sono astenuti invece Zingaretti, Corrado, Zan, Benifei, Nardella, Ricci, Ruotolo, Laureti, Strada, Tarquinio e Lucia Annunziata che ha corretto in astensione un voto per errore risultato a favore.

A cercare, forse inutilmente, di riportare un po’ di ordine all’interno del Partito democratico ci ha provato la stessa segretaria nazionale Elly Schelin: “All’Europa – ha puntualizzato in una nota – serve la difesa comune, non la corsa al riarmo dei singoli Stati. È e resta questa la posizione del Pd. Oggi al Parlamento si votava una risoluzione sulla difesa comune, con molti punti che condividiamo, ma la risoluzione dava anche appoggio al piano RearmEU proposto da Ursula Von der Leyen cui abbiamo avanzato e confermiamo molte critiche proprio perché agevola il riarmo dei singoli Stati facendo debito nazionale, ma non contribuisce alla difesa comune e anzi rischia di ritardarla. Quel piano va cambiato”.

Tra gli altri partiti italiani, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno votato a favore, mentre Movimento 5 stelle, Lega e Alleanza verdi sinistra si sono espressi in maniera contraria. Tredici eurodeputati del Partito democratico, inoltre, hanno votato contro il paragrafo 68, che “accoglie” il piano ReArm Europe.

COSA PREVEDE LA RISOLUZIONE APPROVATA DAL PE

Cosa prevede dunque la Risoluzione approvata dall’Eurocamera? “L’Ue – si legge – si trova in un momento di svolta in cui il mantenimento dello status quo non è più un’opzione di fronte alle minacce e agli attacchi alla sicurezza europea”. Il Parlamento europeo invita l’Ue ad agire con urgenza per garantire la propria sicurezza. Ciò significa, secondo i deputati, rafforzare le relazioni con i paesi che condividono gli stessi principi. Nel testo, che rappresenta il contributo dei deputati al cosiddetto ‘libro bianco’ sul futuro della difesa europea, che la Commissione e l’Alta Rappresentante dovrebbero presentare la prossima settimana, Il Pe chiede misure concrete per avviare “sforzi realmente innovativi” e azioni ” simili a quelle utilizzate in tempo di guerra”.

Il Parlamento sostiene il piano ‘ReArm Europe’ proposto dalla Commissione, e chiede di verificare la possibilità di introdurre un sistema di obbligazioni europee per finanziare investimenti militari su larga scala e di fare ricorso ai ‘coronabond’ inutilizzati, a integrazione del ‘ReArm Europe’. Inoltre, nel testo adottato si invita la Banca europea per gli investimenti (Bei) a investire più attivamente nell’industria europea della difesa grazie a l’abolizione delle restrizioni al finanziamento della difesa, nonché alla possibilità di emettere debito a destinazione vincolata.

Per raggiungere pace e stabilità in Europa – prosegue la risoluzione – l’UE deve sostenere l’Ucraina e diventare essa stessa più resiliente, sostengono i deputati. Nel testo si afferma che l’Europa sta affrontando “la più profonda minaccia militare alla sua integrità territoriale dalla fine della guerra fredda” e si invitano i Paesi Ue, i partner internazionali e gli alleati della Nato a rimuovere tutte le restrizioni sull’uso dei sistemi d’arma occidentali forniti all’Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo.

L’EUROCAMERA SOSTIENE IL PIANO RIARMO UE, AGIRE CON URGENZA SU SICUREZZA

Il Parlamento europeo ribadisce che l’Ue è ormai il principale alleato strategico dell’Ucraina e deve continuare a sostenerne il suo diritto all’autodifesa. Viene poi accolta con favore la dichiarazione congiunta dell’Ucraina e degli Stati Uniti dell’11 marzo, che include la ripresa dell’assistenza militare e della condivisione di informazioni, sostiene la proposta di un accordo su un cessate il fuoco di 30 giorni e si aspetta che la Russia lo accetti cessando tutti gli attacchi.

I deputati affermano che l’Ue e i suoi Stati membri sono ora i principali alleati strategici di Kyiv e devono restare il suo maggiore donatore, in seguito all’”apparente cambio di posizione” degli Stati Uniti sulla guerra di aggressione della Russia, incluso “il fatto di aver incolpato apertamente l’Ucraina della guerra in corso”. Per sostenere il diritto all’autodifesa dell’Ucraina, l’Ue e i suoi Stati membri devono aumentare in modo significativo la necessaria assistenza al Paese.
Per scoraggiare ulteriori aggressioni da parte della Russia, il Parlamento afferma che l’Ue deve offrire garanzie di sicurezza solide per l’Ucraina. Il paese deve essere in grado di rifiutare accordi affrettati che ne compromettano la sicurezza nel medio-lungo termine e lo espongano, insieme ad altri Stati europei, a nuove aggressioni russe.

I deputati infatti si oppongono fermamente a qualsiasi tentativo di costringere la leadership ucraina alla resa con il solo obiettivo di agevolare un cosiddetto “accordo di pace”. Nella risoluzione, i deputati sottolineano inoltre che non possono esserci negoziati sulla sicurezza europea senza la partecipazione dell’Ue e sostengono la creazione di una “coalizione dei volenterosi” per un’eventuale applicazione europea di un accordo di pace. I deputati criticano inoltre la politica dell’amministrazione statunitense di rappacificarsi con la Russia e le pressioni sugli alleati transatlantici. Accelerare i negoziati di adesione all’Ue. L’Ucraina ha un futuro come Stato membro dell’Ue, affermano i deputati, chiedendo di accelerare i negoziati di adesione.

Pur sollecitando l’Ue a prepararsi alla ricostruzione post-bellica dell’Ucraina con nuovi finanziamenti, i deputati sottolineano che la Russia deve rispondere dei danni ingenti causati nel paese. I beni sovrani russi bloccati dalle sanzioni dell’UE devono essere confiscati e destinati alla difesa e alla ricostruzione dell’Ucraina. Infine, il Parlamento chiede l’introduzione di sanzioni più efficaci contro la Russia, nonché misure restrittive nei confronti di qualsiasi entità che faciliti l’elusione delle sanzioni o fornisca tecnologie militari e a duplice uso al complesso militare russo.

Leggi anche: ReArm Ue: quali sono gli aspetti finanziari e di bilancio Ue per la difesa europea

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