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Sanna Marin sconfitta in Finlandia: perché i partiti conservatori convincono gli europei?

Conservatori Prevalgono In Ue

Svezia, Finlandia, Bulgaria e Italia: tutti i paesi che hanno scelto di affidarsi a partiti conservatori. Girotondo  

Dopo l’Italia anche la Finlandia sceglie i conservatori. L’Europa sta vivendo una nuova fase della sua storia. Alcuni tabù sono stati superati, tanto che anche due paesi con una robusta tradizione democratica e socialdemocratica (come Svezia e Finlandia) hanno scelto di affidarsi a forze conservatrici. Ma non solo. Accanto all’affermazione dei conservatori di centro si registra anche l’avanzata di partiti di destra che superano, talvolta, gli stessi socialdemocratici.

Tra un anno, nel 2024, si terranno le elezioni del Parlamento europeo. Questo “sentiment” dell’elettorato, se dovesse restare inalterato, potrebbe scrivere la parola fine sulla coalizione “Ursula” formata da popolari, socialdemocratici, liberali che sta reggendo le sorti dell’Unione Europea.

LA FINLANDIA SCEGLIE LA COALIZIONE NAZIONALE (DEI CONSERVATORI)

Troppo debito pubblico. Alla resa dei conti (elettorali) sarebbe stato il tanto celebrato welfare state scandinavo a costare la rielezione alla più giovane Premier del mondo, Sanna Marin. Secondo gli analisti finlandesi l’ex Premier Marin sarebbe stata sconfitta per la gestione dell’economia interna e per l’inclinazione a favorire politiche espansive, che avrebbero inevitabilmente avuto ricadute sul rapporto debito/pil, attualmente al 70 per cento (il timore è che superi quota 73 per cento).

    – Da Start Magazine: Elezioni Finlandia, ecco le idee economiche di chi ha sconfitto Sanna Marin

In realtà la distanza tra i risultati ottenuti dai candidati non è abissale. I primi classificati sono i conservatori della Coalizione nazionale di Petteri Orpo, con il 20,8 per cento dei voti e 48 seggi sui 200 del Parlamento monocamerale, al secondo posto i Veri Finlandesi, partito nazionalista di destra di Riikka Purra, con il 20,1 per cento e 46 seggi, e, infine, in terza posizione, i socialdemocratici di Sanna Marin con il 19,9 per cento e solo 43 posti.

La legge finlandese parla chiaro: tocca al leader del leader del primo partito primo provare a formare il governo. Orno in campagna elettorale non ha escluso nessuna coalizione. La Coalizione nazionale dovrebbe prima provare a trovare un accordo con i socialdemocratici, con cui condividono impostazione e ideali (europeisti, favorevoli a un’agenda climatica rigida e a un piano per l’immigrazione che punti a regolarizzare i lavoratori stranieri), in alternativa si rivolgerà ai Veri Finlandesi di Riikka Purra.

A SETTEMBRE FU LA SVEZIA A SCEGLIERE I CONSERVATORI

Lo scorso settembre fu la Svezia a preferire i conservatori ai socialdemocratici. Ulf Kristersson, leader conservatore del Partito Moderato, subentrò alla premier Magdalena Andersson, leader dei socialdemocratici che, dopo otto anni in carica, aveva rassegnato le dimissioni dopo la vittoria alle elezioni politiche del blocco dei conservatori e dei partiti di destra.

In realtà il primo partito alle elezioni era rimasto comunque il partito socialdemocratico con una percentuale del 30,3%, al secondo posto si sono piazzati, per la prima volta nella storia, i Democratici Svedesi di estrema destra che hanno ottenuto il 20,5% superando il partito di centrodestra dei Moderati che ha ottenuto il 19%. Il premier svedese è stato eletto dalla maggioranza assoluta del Parlamento potendo contare anche sui voti dell’estrema destra dei Democratici Svedesi di Jimmie Akesson che hanno accettato di fornire un appoggio esterno.

IN BULGARIA CONTINUA L’AVANZATA DEI FILORUSSI

Negli ultimi due anni la Bulgaria, il più instabile tra i paesi dell’UE, ha chiamato i suoi cittadini alle urne per ben cinque volte. Nell’ultima consultazione elettorale dell’ultimo finesettimana, il partito conservatore Gerb (Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria) dell’expremier, Boyko Borissov, si è confermato prima forza nel Paese, con il 26,47 per cento delle preferenze, al secondo posto, con il 24,96 per cento, c’è il partito liberale e anti-corruzione Continuiamo il cambiamento di Kiril Petkov.

Uno scenario molto simile a quello registrato nel corso delle elezioni del 2 ottobre, quando la vittoria di Pirro di Borissov non era bastata per assicurare la formazione di un governo. La novità a questa tornata elettorale è rappresentata dall’avanzata dei nazionalisti filo-russi e anti-europeisti di Vazrazhdane (Rinascita), che hanno totalizzato il 14,39% delle preferenze e si sono portati al terzi posto superando i centristi del Movimento dei Diritti e delle Libertà, in calo al 12,96%, e il Partito Socialista Bulgaro (Bsp) all’8,95%.

I CONSERVATORI CHE PIACCIONO ALL’EUROPA

L’Italia è stato il primo, tra i più importanti paesi dell’UE, a scegliere di affidarsi a forze conservatrici di destra, infrangendo un tabù vecchio quando la nostra storia democratica. Giorgia Meloni, con un percorso fatto di invettive “scalda popolo”, virate verso uno stile più rassicurante e accreditamenti internazionali, è riuscita ad assicurarsi la leadership del paese e della coalizione di centrodestra che, sino a pochi anni fa, aveva frequentato solo da comprimaria. Una strada analoga, ma che non ha ottenuto il medesimo successo, è quella percorsa da Marine Le Pen.

Candidata per tre volte alla presidenza della Francia dal suo partito, il Rassemblement National, per tre volte fallisce venendo sempre tagliata fuori dalla “conventio ad excludendum” tra le forze politiche storiche della Francia. Le ultime ondate di tensioni in Francia stanno facendo volare Rassemblement National che ha visto crescere i suoi consensi di 7 punti rispetto alle politiche del 2022: oggi il 26% dei francesi voterebbe Le Pen contro il 22% di quelli che sceglierebbero Macron. In Spagna c’è Vox a dare voce al sovranismo conservatore.

Una forza cattolica,  anti abortista, con venature nostalgiche, è guidata da Santiago Abascal e da sola raccoglie circa il 15% delle preferenze. Il prossimo mese ci saranno elezioni politiche in Spagna, il Partido Popular di centrodestra moderato, che conta circa il 30% degli elettori, non esclude un’alleanza con i sovranisti di Vox. Infine ci sono i conservatori olandesi. Il Paese è governato dal Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia di Mark Rutte, insieme al partito di centrodestra Appello Cristiano Democratico (Cda), ai centristi dell’Unione cristiana e al movimento europeista e liberale D66 (Democraten 66). Alle ultime elezioni provinciali di marzo il Boer Burger Beweging, “movimento civico dei contadini”, ha raccolto il 19% delle preferenze con punte del 35% nelle campagne.

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