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Sputnik, abbiamo un problema: cosa dice Burioni

Sputnik V Burioni

Il virologo italiano Burioni sulla decisione del Brasile di bloccare Sputnik: «Il problem sembra essere grave»

L’adenovirus presente nel siero russo, reclamizzato a gran voce da Vladimir Putin può riprodursi. È il principale motivo per cui la comunità scientifica brasiliana, nonostante la situazione sanitaria disastrosa in cui versa attualmente il Paese sudamericano, ha deciso di chiudere le porte in faccia al prodotto messo già numerose volte in dubbio dagli esperti per la mancanza di trasparenza circa la sua realizzazione.

 

COSA DICE BURIONI SULLA BOCCIATURA DI SPUTNIK DEL BRASILE

«Il problema di Sputnik sembra essere grave. Il vaccino dovrebbe essere costituito da virus incapace di replicarsi, mentre tutti i campioni analizzati in Brasile contenevano virus in grado di replicarsi. Non stupisce la bocciatura all’unanimità». È il commento del virologo Roberto Burioni, docente all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, su Twitter a proposito del no dell’Agenzia nazionale di vigilanza sanitaria (Anvisa) brasiliana allo “scudo” russo anti-Covid.

 

Si prende così la sua rivincita anche Walter Ricciardi, che subito sotto commenta polemicamente: “e tutti i fenomeni che volevano bypassare Ema e inocularne a milioni senza verifiche e controlli adeguati?”, alludendo con ogni probabilità ai politici italiani e ai presidenti di Regione che, nei mesi scorsi, hanno annunciato di voler stringere accordi per la distribuzione o persino la produzione del siero in Italia senza aver prima atteso il nulla osta delle agenzie del farmaco europee (Ema) e nazionali (Aifa).

COSA SIGNIFICA CHE SI REPLICA?

Anche Sputnik, al pari di altri vaccini (quelli peraltro sotto indagine per i rischi di trombosi), sfrutta l’adenovirus – due diversi per la prima e la seconda dose – come vettore: il codice genetico del virus Sars Coc-2 viene inserito nel virus “svuotato” per essere inoffensivo ma, una volta inoculato nell’organismo umano, deve comunque essere riconosciuto dagli anticorpi al fine di stimolarne la produzione. Come ovvio, la naturale capacità di riprodursi dell’adenovirus, benché potenzialmente inoffensivo, dev’essere neutralizzata quando funge da vettore vaccinale. Non accadrebbe però con lo Sputnik V, anzi, secondo Anvisa “la capacità di replicarsi è stata osservata in tutti i campioni esaminati”.

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