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“L’Ucraina nella Nato danneggerebbe la nostra sicurezza”. Parla il generale Tricarico

Tricarico Su Ucraina Nella Nato

La Svezia a un passo dalla Nato, se la Turchia non cambia idea. L’Ucraina nella Nato sarebbe contro le regole. Conversazione con il generale Leonardo Tricarico

Il Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, al termine del trilaterale con i leader di Svezia e Turchia, ha dichiarato che il presidente turco Erdogan avrebbe acconsentito all’ingresso della Svezia nella Nato. Una notizia che anticipa il vertice Nato a Vilnius, in Lituania dove si sarebbe dovuto discutere dell’ingresso della Svezia nel patto Nord Atlantico. Un accordo che avvicina la Turchia su espressa richiesta del presidente Erdogan, anche all’Unione Europea. “Per prima cosa, apriamo la strada per la Turchia nell’Ue e poi apriamo la via per la Svezia, come abbiamo fatto con la Finlandia”, ha detto il leader turco.

Se per la Svezia è arrivato il momento di aderire al club nordatlantico, lo stesso non vale per l’Ucraina. Il presidente Zelensky ha chiesto di accelerare il processo di adesione, a guerra finita, incontrando più di un veto.

Di tutto questo ne abbiamo parlato con il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare.

Erdogan ha detto di sì all’ingresso della Svezia nella Nato. Come si è arrivati a questo risultato?

Io non parlerei di un risultato raggiunto, questo è solo l’annuncio di un risultato, così deve essere preso perché Erdogan ci ha abituato, purtroppo, a bizzarre giravolte, a volte imprevedibili. Per cui è prudente attendere la ratifica parlamentare e la luce verde all’ingresso della Svezia. Io però voglio sperare che ciò che Erdogan ha incassato in cambio si limiti alle generiche rassicurazioni, da parte del Presidente svedese, su un controllo più stretto sui cittadini turchi conclamati terroristi o sospetti di appartenere al terrorismo curdo. Ecco. Perché se così non fosse sarebbe molto grave perché vuol dire che la Nato ha consegnato a un dittatore dei dissenzienti. Un’alleanza come la Nato, fondata sulla libertà, sulla democrazia e su tutti i conseguenti diritti che si presta a un gioco così bieco.

Si riferisce ai separatisti curdi fuggiti in Svezia?

Non solo i separatisti curdi. Se andiamo a rileggere il memorandum che Turchia, Nato, Svezia e Finlandia firmarono nel precedente incontro ritroviamo elencate le procedure di estradizione di estradizione di coloro che, verosimilmente, sono solo dei dissenzienti, appartengono a quella etnia che Erdogan. Parlo anche degli affiliati di Fethullah Gülen. Quindi c’è tutta una genia di cittadini turchi che Erdogan vuole incarcerare o vuole comunque sanzionare. Io spero che non sia questo un caso.

Potrebbero arrivare sorprese dall’Ungheria che deve ancora esprimersi sull’ingresso della Svezia nella Nato?

Si tratta di aspettare. La vulgata comune è che l’Ungheria non rappresenterà un problema, dipende da che cosa si sono detti gli sherpa che hanno preparato questo summit. Sicuramente è questione di aspettare la dichiarazione, vedere che cosa succede. Apparentemente, ma io non ho riscontri, sarà un osso meno duro rispetto alla Turchia. Non ci dovrebbero essere problemi, così dicono, però è verosimile che sia così.

La contropartita turca probabilmente sarà un avvicinamento all’UE. Un percorso che va avanti da molto tempo.

È una storia che parte da lontano. Con Silvio Berlusconi, che ha azzeccato più di una cosa in politica estera, eravamo favorevoli all’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, anzi eravamo sostenitori. All’epoca, come troppo spesso accadeva alle iniziative di Silvio Berlusconi, certa stampa ha rubricato questa cosa come il risultato di un’amicizia personale, come interesse privato. Esattamente come successe con la vicinanza alla Russia di Putin. Invece vanno rilette queste strategie, per chi le ha lette male a suo tempo. Non per noi che leggemmo bene.

Secondo lei quali possono essere i vantaggi per l’Unione?

Il vantaggio, all’inizio del processo di avvicinamento, non so se valga anche oggi, sarebbe stato un obbligo per la Turchia di soggiacere a tutta una serie di garanzie che allora forse parevano possibili, oggi mi sembrano utopistiche, comunque ambiziose. Parlo di tutti i dossier che riguardano le libertà individuali, i diritti, la libertà di stampa. Tutti i motivi per cui in Turchia sono state incarcerate migliaia di persone. Ecco, mi parrebbe un po’ difficile e arduo pensare che possa fare marcia indietro e varare delle leggi che sconfessino il suo operato. Certamente, in senso astratto, la Turchia nell’Europa sarebbe una buona notizia per tutti. Perché avremo un paese di quelle dimensioni, con solide relazioni in politica estera, anche in Africa e con il mondo musulmano, dalla parte nostra. E quindi sarebbe un vantaggio non da poco. Ma la nostra parte è quella della democrazia e della libertà. Oggi vedo questa molto astratta, diciamo, la cui realizzabilità è tutta da dimostrare. Io spero che Erdogan abbia messo bene a fuoco il fatto che un suo ingresso in Europa comporterà modifiche sostanziali, a volte inversioni di comportamento. E non so quanto sia disposto a farlo.

Anche l’Ucraina chiede di velocizzare il processo di adesione alla Nato a guerra finita. Non le basta l’eliminazione della MAP. Secondo lei perché Usa e Germania si oppongono?

Io mi auguro che non siano solo la Germania, la Francia e gli USA a opporsi. Io mi auguro che tutti si oppongano.

Perché dovrebbero opporsi all’ingresso dell’Ucraina nella Nato?

Quando alcuni paesi nordatlantici hanno deciso di mettersi insieme nella NATO si sono dati delle regole, regole che oggi stiamo trasgredendo. Abbiamo trasgredito e stiamo trasgredendo l’articolo 10 del Trattato del Nord Atlantico. Tale articolo regola le nuove adesioni e dice che il Paese candidato deve essere invitato all’unanimità, e questo, al limite, si può anche raggiungere. Ma pone anche un’altra condizione. Dice che un nuovo ingresso è possibile a condizioni che questo aumenti, incrementi la sicurezza del Nord Atlantico. Oggi l’ingresso dell’Ucraina aumenterebbe le tensioni e farebbe aprire scenari, forse, poco controllabili e sarebbe contrario a quello che dice la norma che la Nato stessa si è data. E che purtroppo tutti sembrano aver dimenticato in questa generale inosservanza delle regole. Cosa particolarmente preoccupante perché quando saltano le regole la situazione può precipitare, può succedere di tutto.

Quali saranno le contromosse della Russia all’espansione della Nato alla Svezia (forse) e alle promesse all’Ucraina?

La Russia continuerà ad alzare la voce tramite i suoi strilloni Medvedev in primis, la portavoce probabilmente Peskov, non certo Lavrov, che è molto più composto, ogni volta che parla fa dichiarazioni, sempre di contenuto, ma dai toni che si addicono a un diplomatico di lungo corso.  Quindi fino ad adesso abbiamo visto delle reazioni declaratorie, non lo stesso è successo sul campo. Quindi una cosa sono le dichiarazioni, un’altra i risultati sul campo. Queste hanno provocato reazioni abbastanza scomposte e preoccupanti, parlo naturalmente della diga, e parlo anche della minaccia sempre più declamata, anche non implicitamente, di ricorso al nucleare. Ecco ricordiamo che gli strumenti nelle mani di Putin sono numerosi. Non sono soltanto quello dell’utilizzo del nucleare così come lo concepiamo, a cominciare a Zaporižžja, ci sono tanti altri sistemi di utilizzo di armi di distruzione di massa che non sono soltanto nucleari ma che possono essere altrettanto insidiosi.

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