Report dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale. Ecco tutti i dati "Il settore sanitario, a livello…
AstraZeneca, il giorno del giudizio: cosa dirà l’Ema?
Atteso per oggi il verdetto dell’Agenzia europea del Farmaco – Ema – sul vaccino AstraZeneca
Se fosse una partita di calcio, i bookmaker darebbero quasi per scontato l’esito favorevole. Sono numerosi, infatti, gli indizi che portano a pensare che quest’oggi l’Ema ribadirà il proprio “ok” definitivo al vaccino anglosvedese, tranquillizzando così tutti quei Paesi del Vecchio continente, Italia inclusa, che questa settimana ne hanno congelato la somministrazione.
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“A meno che ci sia qualcosa che non sappiamo o non ci viene detto”, quanto accaduto “è una drammatica bufala per le conseguenze che ha comportato” nelle campagne vaccinali, è il commento amaro di Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco e dell’università Statale di Milano.
LE RACCOMANDAZIONI DELL’OMS
A perorare la causa della vaccinazione con AstraZeneca anche l’Organizzazione mondiale della Sanità, che certo ha una certa influenza sull’Ema: “In questo momento, l’Oms ritiene che i benefici del vaccino AstraZeneca siano superiori ai rischi e raccomanda che continuano le vaccinazioni” con il siero anglosvedese. È quanto si legge in una nota diffusa proprio mentre si attende il verdetto. L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda di essere “in contatto regolare con l’Ema e con le autorità regolatorie nel mondo per le ultime informazioni sulla sicurezza dei vaccini anti Covid. Il comitato consultivo dell’Oms sulla sicurezza dei vaccini sta valutando attentamente gli ultimi dati a disposizione su AstraZeneca, una volta che la revisione sarà completata, l’Oms comunicherà immediatamente i risultati”.
#Vaccinesafety is crucial & monitoring is ongoing for all vaccines. Vaccination will reduce serious illness and deaths caused by #COVID19 but it cannot prevent other illnesses from occurring
— WHO/Europe (@WHO_Europe) March 17, 2021
L’Organizzazione sottolinea quindi che i vaccini contro il Covid “non ridurranno le malattie o le morti per altre cause: gli eventi tromboembolici si sa che accadono con frequenza, il troomboembolismo venoso è la terza malattia cardiovascolare più comune a livello globale”. “Nelle campagne di vaccinazione estese – conclude la nota – è routine per i Paesi segnalare potenziali effetti avversi dopo l’immunizzazione. Questo non significa necessariamente che gli eventi sono legati ai vaccini, ma è comunque buona pratica indagare su questi. Dimostra anche che il sistema di sorveglianza funziona e che controlli efficaci sono in vigore”.
Data on identified cases of blood clotting following vaccination with #AstraZeneca vaccine are being collected & reviewed by @WHO & @EMA_News. Experts will conclude this week whether some or all the conditions were linked to vaccination or caused by other coincidental factors
— WHO/Europe (@WHO_Europe) March 17, 2021
MENTRE L’EMA DECIDE, BOJO PROMUOVE ASTRAZENECA
Intanto, dal Regno Unito il capo del governo continua a essere il principale sponsor del vaccino sviluppato a Oxford anche grazie a ingenti quantità di denaro pubblico. “Molto presto riceverò il vaccino” anti-Covid e “certamente” sarà quello sviluppato da AstraZeneca, ha dichiarato il primo ministro britannico Boris Johnson, rispondendo a una domanda del deputato conservatore Steve Brine su cosa intenda fare per ripristinare la fiducia nel vaccino dopo che diversi Paesi europei hanno interrotto la sua somministrazione a causa dei timori per i possibili effetti collaterali rimandando la decisione all’Ema.
Da ieri, il Regno Unito ha allargato la platea delle persone invitate a vaccinarsi fino a ricomprendere gli over 50 del Paese, dopo aver coperto già la quasi totalità degli over 70, delle persone malate e vulnerabili, nonché una larga fetta di ultracinquantacinquenni. La decisione è stata confermata dal ministro della Sanità, Matt Hancock: “Sono felice e determinato nessuno deve perdere la chance di proteggere se stesso e gli altri”. Con gli over 50 si arriverà a vaccinare un 99% di persone ritenute statisticamente a rischio di morte per Covid
LA SITUAZIONE VACCINI IN ITALIA
Nelle more del giudizio di Ema su AstraZeneca, il piano vaccinale italiano ha subito una significativa battuta d’arresto, soprattutto per quello che concerne le somministrazioni tra la PA e le forze dell’ordine, cui le fialette, sconsigliate alla platea più anziana, erano principalmente indirizzate. Sono oltre 7 milioni le dosi di vaccino anti Covid somministrate in Italia. Il traguardo è stato tagliato ieri mattina (7.039.518) mentre il totale delle persone vaccinate, che hanno dunque ricevuto due dosi del siero, è di 2.145.434, circa il 3,5% della popolazione. Stando sempre alla tabella, è stato somministrato l’81,9% degli 8.597.500 di dosi consegnate, con la Valle d’Aosta che ne ha somministrate il 91,7%, seguita dalla provincia di Bolzano (91,3%) e dalla Puglia (88,5%). Tra le Regioni, quella che ha effettuato meno somministrazioni rispetto alle dosi ricevute è la Sardegna, con il 65,3%, seguita dalla Calabria (70,6%), dalla Liguria (71,4%) e dalla Lombardia (77%).
GLI ITALIANI CREDONO ANCORA IN ASTRAZENECA?
Mentre l’Ema ripassa i dati sui casi sospetti, diversi sondaggisti hanno sondato il “timore” crescente degli italiani nei riguardi di AstraZeneca. Una preoccupazione comprensibile, visto il dietrofront improvviso dell’Aifa dall’alto sapore politico più che scientifico. Secondo i pareri raccolti da Emg-Different per Adnkronos, alla domanda ‘la vicenda AstraZeneca ha influenzato la sua fiducia sui vaccini?’, il risultato mostra un Paese diviso esattamente a metà: il 49% risponde sì, il 49% risponde no (il 2% preferisce non rispondere). Tra coloro che si sentono condizionati, esatta parità per quanto riguarda il genere: 49% uomini e 49% donne. Diversificata la risposta in base alle fasce d’età.
I più preoccupati sono coloro che hanno tra i 35 e i 54 anni, con il 60%; al di sotto del dato medio gli over55 (con il 44%) e gli under35 (con il 43%). Differenze, anche marcate, in base alla divisione geografica. Tra chi è condizionato dal caso Astrazeneca, il 66% è nelle Isole, il 60% al Nordovest e il 50% al Centro. Molto al di sotto del dato medio, il Sud con il 43% e il Nordest con il 30%. Un italiano su sette esprime perplessità sui vaccini, dopo la vicenda che ha portato allo stop di Astrazeneca.
Da rimarcare però che prevale chi non ha cambiato idea, rispetto ai giorni precedenti. Infatti, ben il 62% si riconosce nell’affermazione ‘avevo intenzione di fare il vaccino e non ho cambiato idea’; il 18% rientra nella categoria ‘non avevo intenzione di fare il vaccino e mantengo questa decisione’. In sostanza l’80% della popolazione non ha cambiato idea sui vaccini in base al caso Astrazeneca. Eppure qualche effetto il pasticcio lo ha provocato: il 14% del campione infatti si riconosce nell’affermazione ‘avevo intenzione di fare il vaccino ma ora ho delle perplessità’ (il 6%, infine, non risponde).
Di queste indecisioni l’Aifa ha sicuramente una enorme responsabilità e il mondo della scienza, oggi simbolicamente rappresentato dall’Ema, è chiamato a fugare ogni dubbio, con una risposta univoca e facilmente comprensibile per tutti.