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Chi è Monsignor Carlo Maria Viganò, autore delle prediche No Vax

Monsignor Carlo Maria Viganò

Continuano a far discutere le prese di posizione del Monsignor Carlo Maria Vigano che crede nel Grande Reset e parla di “psico-pandemia” attuata da “un potere malvagio, mosso da un’ideologia infernale”. A diMartedì la replica di Bruno Vespa: “Che Dio lo perdoni”

La strada dell’inferno è costellata da Green Pass e Qr Code. Non ha detto proprio così ma poco ci manca, Monsignor Carlo Maria Viganò, padre invece di questo virgolettato: “Il green pass è un passo verso l’inferno, un’aberrazione giuridica”, ma pure di altri che lo portano a essere ormai capopopolo dei movimenti No Vax e No Green Pass.

E così, dopo la rivolta dei professori universitari e di chi ha paragonato il certificato di presunta immunità ai bui tempi del nazismo, ora arriva la scomunica dell’arcivescovo. “Ognuno di noi avrà un punteggio. Se non si vaccinerà, se mangerà troppa carne, se non userà vetture elettriche, si ritroverà questi punti decurtati e non potrà usare l’aereo o i treni, o rassegnarsi a dover mangiare scarafaggi e lombrichi”. Dietro tutto ciò, per il Monsignor Carlo Maria Viganò “un potere malvagio, mosso da un’ideologia infernale”.

Di norma, l’arcivescovo lancia le proprie invettive dai pulpiti virtuali del Web. L’ultima è giunta invece dal palco della trasmissione televisiva di La7, diMartedì: “In tutte la parti del mondo in cui vige la psico-pandemia il popolo scende nelle piazze a manifestare il proprio dissenso. I media di regime tacciono”. Immediata la risposta di Bruno Vespa, anch’esso ospite in studio: “Che Dio lo perdoni”.

Originario di Varese, classe 1941, ordinato presbitero per la diocesi di Pavia il 24 marzo 1968 e nominato Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa nel 1989, è stato delegato per le Rappresentanze pontificie nella Segreteria di Stato della Santa Sede, membro del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America fino ai 75 anni ma, soprattutto, è noto per aver dato fuoco alle polveri del primo scandalo Vatileaks, in cui accusava Bertone di averlo cacciato dal Vaticano per coprire scandali e corruzione.

Monsignor Carlo Maria Viganò si è inoltre scagliato a più riprese contro il pontificato di Bergoglio e anche la gestione della crisi sanitaria è stata utilizzata per attaccare il Papa: “Tutte le superstizioni della pandemia trovano spazio nella nuova religione universale, voluta dalla massoneria e dalla Chiesa di Bergoglio”. Aveva fatto discutere per il sostegno incondizionato a Donald Trump. Ai tempi delle proteste dei cittadini afroamericani per l’uccisione di George Floyd da parte della polizia, aveva dichiarato che i disordini di piazza erano “strumentali agli scopi di chi vorrebbe veder eletto, alle prossime presidenziali”, riferendosi a “una persona che incarni gli scopi del deep state e che di esso sia espressione fedele e convinta”.

Anche Monsignor Carlo Maria Viganò crede nel Grande Reset, come ha scritto in una lettera indirizzata a La Verità di Belpietro: “Un piano globale, denominato Great Reset, è in via di realizzazione. Ne è artefice un’élite che vuole sottomettere l’umanità intera, imponendo misure coercitive con cui limitare drasticamente le libertà delle persone e dei popoli. In alcune nazioni questo progetto è già stato approvato e finanziato; in altre è ancora in uno stadio iniziale. Dietro i leader mondiali, complici ed esecutori di questo progetto infernale, si celano personaggi senza scrupoli che finanziano il World Economic Forum e l’Event 201, promuovendone l’agenda”.

Per Monsignor Carlo Maria Viganò “Scopo del Great Reset è l’imposizione di una dittatura sanitaria finalizzata all’imposizione di misure liberticide, nascoste dietro allettanti promesse di assicurare un reddito universale e di cancellare il debito dei singoli. Prezzo di queste concessioni del Fondo Monetario Internazionale dovrebbe essere la rinuncia alla proprietà privata e l’adesione ad un programma di vaccinazione Covid-19 e Covid-21 promosso da Bill Gates con la collaborazione dei principali gruppi farmaceutici. Aldilà degli enormi interessi economici che muovono i promotori del Great Reset, l’imposizione della vaccinazione si accompagnerà all’obbligo di un passaporto sanitario e di un ID digitale, con il conseguente tracciamento dei contatti di tutta la popolazione mondiale. Chi non accetterà di sottoporsi a queste misure verrà confinato in campi di detenzione o agli arresti domiciliari, e gli verranno confiscati tutti i beni”.

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