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Coronavirus. Agcom contro le fake news, dalla vitamina C alla profezia di Bill Gates

Covid-19

Arriva l’edizione speciale dell’Osservatorio Agcom sulla disinformazione ai tempi del coronavirus. Queste le dieci bufale più diffuse sulla pandemia che ha cambiato le nostre vite

Non solo Antitrust e Garante Privacy: anche l’Agcom sta lavorando sull’emergenza coronavirus. L’Authority guidata dal prorogato presidente Angelo Marcello Cardani ha realizzato — tramite il  Consiglio, relatore il commissario Antonio Nicita — un’edizione speciale dell’Osservatorio sulla disinformazione online dedicata al tema che ha travolto tutti i media. Anche le fonti che diffondono fake news.

L’OSSERVATORIO DELL’AGCOM

Questa edizione speciale dell’Osservatorio Agcom si inserisce tra le attività del Tavolo Piattaforme digitali e Big data – Emergenza Covid-19, istituito dall’Autorità per contribuire al contrasto della disinformazione online sulle tematiche legate al coronavirus. Il Consiglio ha pure avviato una task force di data science sul tema della disinformazione online, coinvolgendo prestigiosi centri di ricerca e accademici, tra cui Pietro Gravino (SONY Computer Science Lab di Parigi), Vittorio Loreto (Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “La Sapienza” e SONY Computer Science Lab di Parigi), Luciano Pietronero (Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma “La Sapienza” e Istituto Enrico Fermi di Roma), Walter Quattrociocchi e Fabiana Zollo (Università Ca’ Foscari di Venezia), Antonio Scala e Emanuele Brugnoli (Istituto dei Sistemi Complessi del Consiglio Nazionale delle Ricerche).

L’obiettivo del gruppo è quello di svolgere analisi e ricerche avanzate sul fenomeno della disinformazione e sugli effetti sociali ed economici prodotti dalle informazioni, vere e false, sul virus e sulla sua diffusione.

PER LE FAKE NEWS NUMERI IN CRESCITA

Le analisi condotte dall’Osservatorio dopo un mese dall’inizio dell’emergenza sanitaria nel nostro Paese rivelano un trend via via crescente di informazione e disinformazione prodotta in materia: dal 21 febbraio al 22 marzo, il 38% delle notizie pubblicate nel giorno medio dalle fonti di disinformazione ha riguardato l’epidemia. Si tratta di una percentuale che sale al 46% nelle ultime due settimane.

Entrando in dettaglio, a marzo un sito di disinformazione in media ha pubblicato quattro nuovi articoli al giorno sul coronavirus e, dal 16 al 22 marzo, il 36% di tutti i post/tweet delle fonti di disinformazione ha avuto ad oggetto il Covid-19 (28 punti percentuali in più rispetto alla fine di gennaio). Nello stesso periodo i post/tweet delle fonti di informazione sul tema sono stati il 45% del totale. Considerando tutte le notizie sul coronavirus divulgate online, l’incidenza della disinformazione è vicina al 5%, con un andamento in diminuzione per effetto della crescita più sostenuta della componente informativa tra il 21 febbraio e il 22 marzo.

LE DIECI BUFALE PIÙ DIFFUSE

Ed ecco, secondo l’Osservatorio Agcom, le dieci bufale più diffuse fra tutte quelle circolate sul web e sui social in queste settimane sulla pandemia.

–          La profezia di Bill Gates: in realtà il magnate americano non aveva predetto nulla sull’attuale pandemia

–          L’ibuprofene peggiora la malattia da Covid-19: non esiste alcuna evidenza scientifica

–          Pensioni ridotte del  50%: si tratta di una falsa circolare dell’Inps

–          La vitamina C favorisce la guarigione da Covid-19: non c’è alcun resoconto medico su questa correlazione

–          L’audio sulle teorie di complotto: si tratta di un finto audio whatsapp in cui un italiano bloccato in Cina espone tutte le teorie di complotto

–          La foto delle numerose bare in fila a Bergamo: non è stata scattata nella città lombarda ma a Lampedusa nel 2013

–          La delibera sullo stato d’emergenza tenuta nascosta: datata 31 gennaio 2020, era nota e ne  hanno parlato tutti i media

–          Bere più acqua per “spazzare via” il virus: un gesto che purtroppo non impedisce di essere infettati da Covid-19

–          Il servizio di Tgr Leonardo del 2015 sul virus creato in laboratorio: in realtà non riguardava il Covid-19

–          Stipendi ridotti per le alte cariche dello Stato: non esiste alcun decreto in merito

MA CRESCE ANCHE LA QUANTITÀ DI INFORMAZIONE

Sempre secondo i dati offerti dall’edizione speciale dell’Osservatorio si evince che, come ovvio, cresce anche lo spazio informativo dedicato al tema.

Ad esempio, tra il 1° febbraio e il 10 marzo le ore dedicate alla pandemia dai programmi informativi in tv sono state 709 di cui 211 all’interno dei tg e 498 extra tg con un’incidenza arrivata al 63% tra il 1° e il 10 marzo. Stesso discorso sulla carta stampata: tra il 1° febbraio e il 10 marzo sono apparsi sui quotidiani ben 56.626 articoli sul coronavirus con un’incidenza arrivata al 31% nei primi dieci giorni di marzo. Sul web distinguendo tra una prima fase — dal 1° gennaio al 20 febbraio — e una seconda fase — dal 21 febbraio al 22 marzo — si passa da un 4% totale al 49% e nelle ultime due settimane del periodo esaminato si sale al 60%.

LA CAMPAGNA #IORESTOACASA

L’Authority ha esaminato anche la diffusione della campagna #iorestoacasa, promossa dalla Presidenza del Consiglio con il ministero della Salute e la Protezione civile per sensibilizzare i cittadini sull’importanza di evitare spostamenti in modo da contenere la diffusione del virus.

Ebbene, tra l’8 e il 22 marzo sono stati prodotti 11mila contenuti con questo hashtag e in media tv, radio, quotidiani, siti web, pagine e account social delle fonti d’informazione hanno dato notizia della campagna o ribadito il monito in oltre 700 contenuti al giorno.

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