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Distanze e analogie tra ambientalisti e trattori
Il movimento dei trattori e quello degli ecologisti (da Friday for Future ai ragazzi di Ultima Generazione) condividono l’interesse nella difesa dell’ambiente e della convivenza tra uomo e natura
Preoccupazioni per la convivenza tra sviluppo e ambiente, contrasto alle politiche europee e allo status quo, blocchi stradali. Ci sono non pochi punti di contatto tra gli agricoltori che a bordo dei loro trattori stanno protestando in tutta Europa e i manifestanti ambientalisti, dai ragazzi di Ultima generazione a quelli di Friday for Future.
TRATTORI E AMBIENTALISTI: LA DIFESA DELLA TERRA
Prima di tutto sono proteste che, ognuna a suo modo, parte dalla terra. Curiosamente l’anno in cui l’Intelligenza artificiale promette (o minaccia) di cambiare inesorabilmente il mondo del lavoro è la terra a tornare, prepotentemente, al centro dell’attenzione mediatica e politica. E invece, da due fronti diversi, i movimenti dei trattori e quelli ecologisti costringono media e politica a occuparsi della convivenza tra uomo e natura. “Coi trattori condividiamo diverse cose – ha detto Tommaso Juhasz, uno degli attivisti di Ug -. Sicuramente la preoccupazione per il futuro, sicuramente la forma della protesta e, a occhio e croce, presto potremo condividere anche le celle, visto che l’attuale governo non apprezza i blocchi stradali”. Il manifestante di Ultima Generazione nei giorni scorsi si è unito alle proteste degli agricoltori.
AGRICOLTURA PRIMA VITTIMA DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI: IL CASO EMILIA – ROMAGNA
Del resto, l’agricoltura è il primo settore a essere interessato e devastato dagli sconvolgimenti del clima contestati dai manifestanti di Ultima generazione e Friday for Future. Per fare un esempio, nell’ultima inondazione in Emilia-Romagna sono state colpite 21mila aziende agricole, allagati circa 80 mila ettari di terreni, il 42 per cento della superficie agricola utilizzabile. ALe persone che lavorano nelle piccole e medie aziende agricole dei comuni colpiti sono 41mila, mentre altre 23 mila lavorano in 2.800 grandi imprese dell’agroindustria. Secondo i dati registrati dalla Regione Emilia-Romagna i danni ammontano a 1,1 miliardi di euro. Passando dal generale al particolare Confagricoltura ha calcolato che i danni ammontano a 6mila euro a ettaro per i seminativi e 32mila per frutteti, vigneti e oliveti. Nel complesso sono 50mila posti di lavoro a rischio, tra agricoltori e lavoratori dipendenti nelle campagne, nelle industrie e nelle cooperative di lavorazione e trasformazione.
TRATTORI E AMBIENTALISTI: IL RAPPORTO CON LA POLITICA
I due movimenti sono accumunati anche da una genesi apartitica. Ma se i primi sono contrastati anche da esponenti del mondo progressista, i secondi rischiano di finire nell’orbita di chi ha interessi a mettere il cappello sulla loro protesta, come la Lega in ottica anti FdI in vista delle prossime elezioni europee.
LA RISPOSTA DELLA POLITICA: DIFFIDENZA VERSO GLI AMBIENTALISTI E INDULGENZA NEI CONFRONTI DEI TRATTORI
La risposta della politica appare, però, molto diversa. Da un lato, persino gli esponenti progressisti contrastano le proteste dei ragazzi di Ultima Generazione o Friday for Future (basti ricordare la corsa disperata del sindaco di Firenze Dario Nardella contro i manifestanti di Ultima Generazione che imbrattarono le mura esterne di Palazzo Vecchio).
Dall’altro, invece, il movimento dei trattori sembra godere di una maggiore facilità di dialogo con i policymaker nazionali ed europei. Da ultimo commissaria Ursula von der Leyen ha annunciato al Parlamento europeo il ritiro della proposta “Sur”, che puntava a tagliare del 50 per cento l’uso di pesticidi nel settore agricolo entro il 2030. Il ritiro della proposta Sur è solo l’ultima delle concessioni fatte agli agricoltori manifestanti: dal lancio del Dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura, alla sospensione (aspettando tempi migliori) del Mercosur e dell’introduzione obbligo di mettere a riposo il 4 per cento dei terreni coltivabili, fino alla limitazione delle importazioni di prodotti agricoli dall’Ucraina.
IL PESO DELL’AGRICOLTURA IN UNIONE EUROPEA
A pesare è il valore economico dell’agricoltura. Il settore primario pesa per l’1,4% sul PIl dell’Ue e dà lavoro al 4,2% dei dei lavoratori Ue. Inoltre è bene ricordare che la Politica Agricola Comune è la più pesante voce di spesa del bilancio dell’Unione europea, oltre a essere la politica più antica. Il capitolo di spesa della PAC da sola rappresenta il 33,1% del bilancio dell’UE a 27 con più di 386 miliardi di euro stanziati per il quinquennio 2023-2027.