Entro fine mese dovrebbe essere varata la nuova manovra, che sarà incentrata su provvedimenti per mitigare gli effetti del caro energia
Le prossime due settimane saranno determinati per mettere a punto la legge di bilancio, la prima del Governo di Giorgia Meloni, che sarà totalmente incentrata su provvedimenti per mitigare gli effetti del caro energia per imprese e famiglie. La nuova manovra economica dovrebbe essere varata entro fine mese per poi arrivare alla Camera tra fine novembre e inizio dicembre. L’iter parlamentare sarà velocissimo e avrà come obiettivo di evitare l’esercizio provvisorio e quindi di approvare la manovra entro il 31 dicembre. L’esecutivo è chiamato a confrontarsi con un contesto internazionale difficile, tra le tensioni sul prezzo del gas scatenate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in corso da quasi 9 mesi, e la corsa dell’inflazione. L’approccio, ribadisce il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è improntato alla prudenza e alla responsabilità: dopo i ritocchi al superbonus 110%, sarebbero allo studio dei correttivi sul reddito di cittadinanza, garantendolo a chi non ha la possibilità di lavorare, per ricavare risorse fino ad 1 miliardo da reinvestire in manovra; si ipotizza l’inserimento di maggiori paletti che portino al taglio del sussidio, ad esempio, legati alla mancata accettazione delle proposte di lavoro.
Possibile un intervento sulle pensioni, con misure per evitare che dal gennaio 2023 si torni alla legge Fornero in versione integrale; quota 41 sarebbe ritenuta un possibile punto di partenza, in attesa di una revisione complessiva del sistema pensionistico. C’è poi il combinato disposto di maggiore inflazione e indicizzazione che avrà un impatto di oltre 50 miliardi sulla spesa pensionistica al 2025. Il capitolo fisco vede tra le misure allo studio anche una riduzione graduale del cuneo fiscale che “sarà per due terzi per il lavoratore e un terzo per l’azienda”, ha detto il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso parlando al Forum Piccola Industria di Confindustria. Il Governo sta anche valutando per la flat tax l’innalzamento (tra 80 mila e 100 mila euro) della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfettario e un regime sostitutivo opzionale, la cosiddetta “flat tax incrementale”, per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti.
Nel pacchetto dovrebbero entrare anche interventi di tregua fiscale, con l’ipotesi di nuova rottamazione e lo stralcio per le cartelle fino a mille euro. “In un momento di difficoltà economica, semplificare la vita a milioni d’italiani cancellando e rottamando le cartelle esattoriali è buonsenso. Avanti con la pace fiscale”, ha ribadito Matteo Salvini. Con la Nadef il Governo ha parlato di circa 32 miliardi a disposizione contro il caro energia, per evitare che le attività imprenditoriali rischino la chiusura e le famiglie comprimano eccessivamente i consumi. Un primo passo è arrivato con il dl Aiuti quater, approvato giovedì scorso dal Cdm, che mette a disposizione 9,1 miliardi di euro, provenienti dall’extragettito fiscale, destinandoli a misure che rivedono, prorogano o avviano provvedimenti a sostegno di famiglie e imprese contro il caro bollette.
(Estratto di un approfondimento di Nomos)