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Ecco il Def del Governo Meloni

Documento Economia E Finanza Def Giancarlo Giorgetti

I contenuti e le dichiarazioni sul documento di economia e finanza approvato e consegnato dal Governo Meloni. Le parole di Giorgetti

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, guidato da Giancarlo Giorgetti, ha trasmesso alle Camere e pubblicato sul sito il documento di economia e finanza per il 2023 approvato dal Governo Meloni.

Si prevede, anzitutto una inflazione al 5,7% nel 2023, al 2,7% nel 2024 e al 2% nel biennio 2025-2026.

I PUNTI CHIAVE DEL DEF: LA SINTESI DEL SOLE 24 ORE

DEFICIT

Notevole peggioramento del deficit 2022, titola Il Sole 24 Ore spiegando i vari elementi in sintesi del Def. “La recente riclassificazione dei crediti fiscali legati ai bonus edilizi da parte di Istat, in accordo con Eurostat – sottolinea Giorgetti nella premessa al Def -, ha comportato il passaggio dal criterio di cassa a quello di competenza, determinando un notevole peggioramento dell’indebitamento netto (deficit) del 2022, il quale si è attestato all’8,0 per cento del Pil anziché a un valore prossimo all’obiettivo programmatico del 5,6 per cento. Per effetto di tale cambiamento contabile e delle recenti modifiche alla disciplina dei bonus edilizi, l’andamento del deficit della PA tenderà peraltro a migliorare nei prossimi anni”.

CUNEO FISCALE

Sul cuneo fiscale, “rriverà a breve il nuovo provvedimento che destina circa 3 miliardi di euro al taglio del cuneo per le fasce entro i 25mila euro nei mesi di maggio-dicembre. Intanto anche per il 2024 emerge un tesoretto per un miglioramento delle stime sul deficit tendenziale che liberano lo 0,2% del pil, circa 4 miliardi. «A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35 per cento del pil, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterà di introdurre, con un provvedimento normativo di prossima adozione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi per quest’anno. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale» afferma Giorgetti nella premessa al Def”.

CARO ENERGIA

Sempre dalla sintesi fatta dal quotidiano di Confindustria, le misure contro il caro energia saranno così utilizzate: “L’entità complessiva «degli interventi di contrasto al caro energia per il 2023 risulta pari all’1,2 per cento del Pil», scrive ancora Giorgetti. «Oltre metà di tale importo – aggiunge – è indirizzato a favore delle fasce più deboli della popolazione e delle imprese più esposte agli alti prezzi dell’energia, in linea con la raccomandazione del Consiglio europeo di privilegiare misure mirate».

PNRR

Dalle parole di Giorgetti sul Pnrr, invece,  «Un contributo assai più rilevante all’innalzamento della crescita nel periodo coperto dal Def – si legge ancora nella premessa al Documento – proverrà dagli investimenti e dalle riforme previste dal Pnrr. Il Governo è al lavoro per ottenere la terza rata entro il mese di aprile e per rivedere o rimodulare alcuni progetti del Piano per poterne poi accelerare l’attuazione. È inoltre in fase di elaborazione il programma previsto dall’iniziativa europeaREPowerEU, che comprenderà, tra l’altro, nuovi investimenti nelle reti di trasmissione dell’energia e nelle filiere produttive legate alle fonti energetiche rinnovabili».

 

LE PAROLE DI MELONI SUL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA (da Start Magazine)

“Il Governo oggi ha tracciato la politica economica per i prossimi anni, una linea fatta di stabilità, credibilità e crescita. Rivediamo al rialzo con responsabilità le stime del Pil e proseguiamo il percorso di riduzione del debito pubblico. Sono le carte con le quali l’Italia si presenta in Europa”, ha affermato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine del Cdm che ha approvato il Def.

Dalla prossima legge di Bilancio — ha detto Meloni durante il Consiglio dei ministri — bisogna porsi il problema del calo demografico e delle nuove nascite, con misure adeguate». E il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, osserva: «Abbiamo davanti grandi sfide, dai cambiamenti climatici al declino demografico della popolazione italiana, ma anche notevoli opportunità di aprire una nuova fase di sviluppo. Le riforme intendono riaccendere la fiducia nel futuro, tutelando la natalità e le famiglie anche attraverso la riforma fiscale che privilegerà i nuclei numerosi».

LA SPIEGAZIONE DI GIORGETTI (da Start Magazine) SUL DEF

“A fronte di una stima di deficit tendenziale per l’anno in corso pari al 4,35 per cento del PIL, il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima attuazione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sull’anno in corso. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del Governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi”. L’ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

I tecnici del ministero dell’Economia hanno lavorato nelle ultime settimane sul documento di economia e finanza tenendo conto delle indicazioni di massima prudenza sulle stime visto il quadro macroeconomico, caratterizzato dalla grande incertezza per le tensioni globali innescate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, con il successivo rialzo dei prezzi, a partire da quelli dell’energia, che ha portato ad alti livelli di inflazione.

Altro dato chiave del documento atteso in Cdm è la previsione sulla crescita: il Pil tendenziale 2023 (che analizza la situazione al netto delle manovre di finanza pubblica) si attesterà allo 0,9%, una cifra rivista al rialzo rispetto a quanto scritto nel Dpb che stimava una “perdita di slancio dell’attività”, con la crescita “rivista al ribasso” allo 0,6%”. Mentre il rapporto deficit/Pil tendenziale per il 2023 sarà del 4,35%.

IL COMUNICATO DEL GOVERNO SUL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA

Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato il Documento di economia e finanza (DEF) 2023, previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196).

Il Documento delinea i tre principali obiettivi programmatici della politica economica e di bilancio del Governo per il medio termine:

  1. la rinuncia graduale ad alcune delle misure straordinarie di politica fiscale attuate negli scorsi tre anni e l’individuazione di nuovi interventi a sostegno dei soggetti più vulnerabili e per il rilancio dell’economia;
  2. la riduzione graduale, ma in misura sostenuta nel tempo, del deficit e del debito della pubblica amministrazione in rapporto al prodotto interno lordo (PIL). Il Governo conferma gli obiettivi di indebitamento netto in rapporto al PIL già dichiarati a novembre nel Documento Programmatico di Bilancio (DPB), ossia 4,5 per cento quest’anno, 3,7 per cento nel 2024 e 3,0 per cento nel 2025. L’obiettivo per il 2026 viene posto pari al 2,5 per cento;
  3. il sostegno alla ripresa dell’economia italiana, volto a conseguire tassi di crescita del PIL e del benessere economico dei cittadini più elevati di quelli registrati nei due decenni scorsi.

Nel breve termine, si opererà per sostenere la ripartenza della crescita segnalata dagli ultimi dati, nonché per il contenimento dell’inflazione. Il mantenimento dell’obiettivo di deficit esistente (4,5 per cento) permetterà di introdurre, con un provvedimento di prossima adozione, un taglio dei contributi sociali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di oltre 3 miliardi a valere sul periodo maggio-dicembre di quest’anno. Ciò sosterrà il potere d’acquisto delle famiglie e contribuirà alla moderazione della crescita salariale. Unitamente ad analoghe misure contenute nella legge di bilancio, questa decisione testimonia l’attenzione del Governo alla tutela del potere d’acquisto dei lavoratori e, al contempo, alla moderazione salariale per prevenire una pericolosa spirale salari-prezzi. Anche per il 2024, le proiezioni di finanza pubblica mostrano che, dato un deficit tendenziale del 3,5 per cento, il mantenimento dell’obiettivo del 3,7 per cento del PIL creerà uno “spazio di bilancio” di circa 0,2 punti di PIL, che sarà destinato al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, al finanziamento delle cosiddette ‘politiche invariate’ a partire dal 2024 e alla continuazione del taglio della pressione fiscale nel 2025-2026, e concorrerà a una significativa revisione della spesa pubblica e a una maggiore intesa tra fisco e contribuente.

In tale contesto, le previsioni di crescita del PIL del DEF sono le più prudenti, intente all’elaborazione di proiezioni di bilancio ispirate a cautela e affidabilità. Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il PIL è previsto crescere in termini reali dello 0,9 per cento nel 2023 – dato rivisto al rialzo in confronto al Documento programmatico di bilancio (DPB) di novembre, in cui la crescita del 2023 era cifrata in uno 0,6 per cento – e quindi all’1,4 per cento nel 2024, all’1,3 per cento nel 2025 e all’1,1 per cento nel 2026.

Grazie alle nuove misure fiscali per il 2023 e 2024 delineate, la crescita del PIL nello scenario programmatico è prevista pari all’1,0 per cento quest’anno e all’1,5 per cento nel 2024.

Nella tabella seguente la rappresentazione dei principali indicatori di finanza pubblica.

SCARICA QUI IL DEF 2023

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