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Eurispes, in Italia 20 sanità diverse. Stortura del regionalismo

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Regione che vai, sanità che trovi. Sono in tutto venti ed essere curati al Nord piuttosto che al Sud può fare la differenza…

Quando ci saremo lasciati alle spalle l’emergenza Coronavirus bisognerà comprendere perché in Italia abbiamo avuto più morti per Covid di quanti non ne siano stati registrati altrove. E, forse, un indizio arriva dal Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes che pone l’accento sul fatto che una delle storture più difficili da tollerare del regionalismo è che oggi, in un’unica nazione, si contino ben 20 differenti sanità pubbliche, assai diverse tra loro per qualità e capacità.

Negli ultimi decenni, allo storico divario economico tra Nord e Sud se ne è aggiunto un altro nei servizi tra Centro-Nord e Sud che quasi specularmente, si legge nel rapporto, riflette quello economico. Il Mezzogiorno, dicono gli analisti dell’Eurispes, non può minimamente essere soddisfatto del suo regionalismo: non c’è nessuna Regione meridionale che, grazie ai poteri assegnati dal 1970 in poi, abbia cambiato radicalmente le condizioni del proprio territorio, incidendo sulle cause del divario sia sul piano economico sia su quello civile e dei servizi.

C’è una assoluta simmetria nelle graduatorie: le otto Regioni meridionali hanno aumentato, in questi 50 anni, la distanza con l’economia di quelle settentrionali e al tempo stesso sono agli ultimi posti per quanto riguarda il differenziale nei servizi sanitari e nelle infrastrutture sociali, come i trasporti, la dotazione di asili nido, l’assistenza agli anziani e ai portatori di handicap, i servizi scolastici e quanto altro contribuisca al concetto di civiltà minima. Ciò non vuol dire che il Sud non sia cambiato o che stia peggio di 50 anni fa, ma che è cambiato meno di quanto sia cambiata l’altra parte d’Italia che già nel 1970 si trovava in condizioni migliori. Il passaggio delle competenze della Cassa del mezzogiorno alle Regioni non ha comportato dei risultati positivi e non solo per il calo massiccio delle risorse. Aver suddiviso in otto parti un’unica strategia non ha inciso sulla qualità e sull’intensità dello sviluppo produttivo, anzi pare avere peggiorato i vari parametri e così Regione che vai sanità che trovi.

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