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ITA, perché Altavilla ha comprato il marchio Alitalia ma non lo usa?

Alitalia ITA Altavilla

Nelle mani di ITA è tornato il prezioso logo di Alitalia, che all’azienda è costato 90 milioni di euro di soldi pubblici, eppure il vettore sembra intenzionato a lasciarlo negli hangar…

Dopo l’acquisto, da parte del presidente di ITA SpA Alfredo Altavilla e dell’a.d. Fabio Lazzerini, del marchio Alitalia per 90 milioni di euro, ci si sarebbe aspettato di vedere la NewCo sfruttare le vecchie livree e le vecchie divise del personale. Invece, senza nemmeno dover andare all’aeroporto, è sufficiente la pubblicità con la bambina che parla di sogni, rose e amori per comprendere che ITA continuerà a chiamarsi così e Alitalia sembra uscita definitivamente di scena. Ma allora perché spendere tutti quei soldi, dello Stato, per qualcosa che non sarà usato?

Andiamo con ordine.  Il marchio Alitalia Spa, il logo e il dominio www.Alitalia.com erano stati smembrati e messi all’asta per volontà dell’Unione europea che ha cercato di ricondurre il salvataggio pubblico della compagnia di bandiera nell’alveo, dove possibile, delle regole comunitarie di matrice liberale. Esattamente come accade per le altre imprese private, tutto è stato messa all’asta: la prima vendita all’incanto è andata deserta perché prevedeva un esborso da 290 milioni in su. La seconda ‘solo’ 90 milioni di euro (si stima che il valore di mercato si aggirasse almeno al doppio) e la  società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze è così riuscita a rientrare in possesso di nomi, grafiche, loghi e di tutti gli altri segni distintivi aziendali.

ITA Alitalia

Resta però da capire perché ITA non stia sfruttando il patrimonio storico dato dal marchio Alitalia e continui a volare con un nome sostanzialmente sconosciuto. Impossibile saperlo, mentre il perché dell’accaparramento del marchio è più facile da spiegare: l’ha tolto dal mercato, evitando che altre compagnie lo sfruttassero, facendole una scomoda concorrenza.

Certo, dal momento che ITA nasce dalle ceneri di Alitalia, compagnia caratterizzata da un buco nero di denaro pubblico imputabile anche a sprechi e spese fatte con troppa leggerezza, si intuisce la volontà, da parte dei nuovi vertici, di dare un colpo di spugna col passato. Colpo di spugna che la recente spesa di 90 milioni per accaparrarsi il marchio Alitalia per poi commissionare comunque nuove decalcomanie, loghi, divise, livree con colori aziendali ben diversi rende, nella realtà dei fatti, sicuramente meno evidente…

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