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Non solo Toti, ecco i precedenti di presidenti di Regione coinvolti in inchieste giudiziarie
Da Del Turco a Marcello Pittella fino a Oliverio del Pd, da Cuffaro a Formigoni fino a Galan e Scopelliti per il centrodestra
Non solo Giovanni Toti. Diversi altri presidenti di Regione negli ultimi anni, tra centrodestra e centrosinistra, sono stati coinvolti in inchieste giudiziarie ognuno con una storia e un esito differente, tra chi è stato arrestato, chi ha deciso di dimettersi e chi no, chi poi è stato assolto – dopo anni – oppure condannato.
Da Ottaviano Del Turco a Marcello Pittella fino a Mario Oliverio del Pd, da Totò Cuffaro a Roberto Formigoni fino a Giancarlo Galan e Giuseppe Scopelliti del centrodestra.
Ecco alcuni casi ripercorsi dal sito Pagella Politica.
I CASI SIMILI A QUELLO DI TOTI: OLIVERIO, PITTELLA E DEL TURCO
L’ultimo presidente sottoposto a una misura cautelare mentre guidava una regione è stato Mario Oliverio. Era il 17 dicembre 2018 e al governatore del Pd fu stato imposto l’obbligo di dimora, revocato dopo tre mesi. L’accusa nei suoi confronti era di abuso d’ufficio nella gestione di due appalti. Oliverio – ricorda Pagella Politica – decise di non dimettersi dalla carica di presidente, ma non si ricandidò alle elezioni regionali del 2020, vinte dalla candidata di centrodestra Jole Santelli. Il 4 gennaio 2021 l’esponente del PD, nel mentre coinvolto in altre indagini, fu assolto dal Tribunale di Catanzaro, al termine di un processo con rito abbreviato.
Sempre nel 2018, il 6 luglio l’allora presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella, esponente del Pd e a guida di una giunta di centrosinistra, venne messo agli arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta sulla sanità, con l’accusa di falso e abuso d’ufficio. I domiciliari furono revocati a settembre dello stesso anno, con il divieto di dimora però nella città capoluogo di Potenza. Pittella si dimise poi dalla carica di presidente di regione il 24 gennaio 2019. Quasi tre anni dopo, il 22 dicembre 2021, l’ex esponente del PD – oggi candidato alle elezioni europee con Azione – venne assolto in primo grado, assoluzione poi confermata in Appello il 1° marzo 2024.
Prima ancora ci fu il caso di Ottaviano Del Turco, in Abruzzo. Il 14 luglio 2008, l’allora esponente del PD venne portato in carcere con l’accusa di associazione a delinquere e corruzione, dimesso tre giorni dopo. Dopo una lunga vicenda processuale, l’11 ottobre 2018 – oltre dieci anni dopo l’arresto – Del Turco è stato condannato definitivamente in Cassazione a tre anni e 11 mesi di reclusione.
GLI ALTRI PRECEDENTI: DA CUFFARO A FORMIGONI..
Ci sono stati altri tre presidenti di Regione finiti in carcere dopo sentenze relative ad azioni commesse durante il loro mandato.
I due casi più famosi – annota Carlo Canepa su Pagella Politica – sono quelli di Salvatore Cuffaro e Roberto Formigoni. Il primo ha governato la Regione Sicilia da luglio 2001 a gennaio 2008: Cuffaro, esponente del centrodestra siciliano, non ha portato a termine il suo secondo mandato perché si è dimesso dalla carica di presidente dopo essere stato condannato in primo grado per favoreggiamento. Le indagini nei suoi confronti erano iniziate nel 2003, quando guidava già la Regione Sicilia. Il 22 gennaio 2011 Cuffaro è stato condannato in via definitiva per favoreggiamento aggravato alla mafia e violazione del segreto istruttorio: dopo aver passato quasi cinque anni nel carcere di Rebibbia, Cuffaro è stato scarcerato il 14 dicembre 2015.
Formigoni, ha segnato un’epoca in Lombardia, quasi vent’anni alla guida della Regione, dal 1995 al 2013, concludendo in anticipo il suo quarto mandato. Il 21 febbraio 2019 è stato recluso nel carcere di Bollate dopo la condanna in via definitiva dalla Cassazione a cinque anni e dieci mesi. Secondo i giudici, Formigoni aveva commesso il reato di corruzione tra il 1997 e il 2011, durante il suo mandato di presidente della Regione Lombardia. Formigoni ha finito di scontare la pena agli arresti domiciliari dall’11 ottobre 2022 al 12 novembre 2023. In predicato di essere candidato alle elezioni Europee, alla fine è rimasto fuori dalla competizione elettorale.
..DA GALAN A SCOPELLITI
Infine ci sono i casi di Giancarlo Galan e Giuseppe Scopelliti.
Presidente della Regione Veneto da giugno 1995 ad aprile 2010, il 22 luglio 2014 Galan (Forza Italia) è entrato nel carcere di Opera dopo che la Camera dei deputati, di cui faceva parte, aveva consentito il suo arresto. Secondo la procura di Venezia, tra il 2005 e il 2011 Galan – ricorda Pagella Politica – aveva ricevuto denaro per favorire in modo poco trasparente l’avanzamento dei lavori del Mose, il sistema di barriere che protegge Venezia dall’acqua alta. A ottobre 2014 Galan ha patteggiato una condanna a due anni e 10 mesi di detenzione, quasi tutti trascorsi agli arresti domiciliari, e una multa da 2,6 milioni di euro.
L’ex governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, il giorno di Santo Stefano del 2021 ha finito di scontare la pena in carcere dopo che nel 2018 era stato condannato dalla Cassazione per falso e abuso d’ufficio. La condanna, però, riguardava fatti avvenuti quando Scopelliti, all’epoca esponente di Alleanza Nazionale, era stato sindaco di Reggio Calabria, carica ricoperta tra il 2002 e il 2010. Scopelliti ha ricoperto il ruolo di presidente della Regione Calabria tra il 2010 e il 2014, e ad aprile 2014 si è dimesso dopo essere stato condannato in primo grado.
(Qui l’articolo integrale su Pagella Politica)