skip to Main Content

Virologia portami via. Sul nuovo lockdown gli esperti dicono tutto e il suo contrario

Quarantena Nuovo Lockdown Partite Iva Covid

Le varianti del Covid-19 preoccupano virologi ed epidemiologi: tutti concordano che la situazione stia peggiorando, tuttavia sul nuovo lockdown si dividono, creando ancora più confusione

“Lockdown sì, lockdown no, lockdown gnamme, se famo du spaghi / lockdown sob, lockdown prot, la terra dei cachi”. Parafrasando una celebre canzone che gli Elio e le storie tese portarono a Sanremo, il girotondo di opinioni dei virologi sul nuovo lockdown pare sempre più caotico e confuso, ottenendo come solo risultato quello di intaccare la credibilità di chi si tuffa nell’agone appena vede un microfono e una telecamera per dire la sua. Abbiamo provato a confrontare le dichiarazioni rilasciate dai principali scienziati, nel ruolo ormai di consumati opinionisti, sulla chiusura totale del Paese evocata l’altro ieri dal consigliere del ministro alla Salute, Roberto Speranza, Walter Ricciardi prima alla stampa e poi ribadita in serata nella trasmissione di Fabio Fazio. Scopo del raffronto era comprendere se esista una linea di pensiero dominante, ma la raccolta delle agenzie sul tema si limita invece a sottolineare la confusione che c’è anche tra chi ci dovrebbe rassicurare. Resta allora da chiedersi se una popolazione tanto stremata abbia bisogno di simili giri di valzer nei quali viene espresso tutto e il suo contrario. Soprattutto dato che sul Covid-19 abbiamo tanti dubbi ma un’unica certezza: non lo si combatte a parole.

NUOVO LOCKDOWN, COSA PENSA CHI LO PROPONE

La ridda di esternazioni è stata provocata da Walter Ricciardi, che in merito sostiene che “è necessario un lockdown totale in tutta Italia immediato, che preveda anche la chiusura delle scuole facendo salve le attività essenziali, ma di durata limitata”.

LO STOP ARRIVA DA GENOVA

Abbiamo imparato a riconoscere nell’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, il principale oppositore della teoria dei lockdown. E anche questa volta non si smentisce: “Onestamente il lockdown di marzo scorso mi sembra una misura barbara, è un tornare indietro di un anno”, ha dichiarato, suggerendo piuttosto la proclamazione “di micro zone rosse”. “Non dico che le chiusure non producano risultati – ha argomentato Bassetti -, ma forse ci si può arrivare in maniera diversa. Oggi abbiamo strumenti più precisi. Si può inserire tra i parametri la prevalenza di varianti sul territorio”.

CHI STA A METÀ DEL GUADO

È particolarmente bilanciato il commento del virologo Fabrizio Pregliasco che, da un lato sostiene che “Ricciardi ha ragione” ma dall’altro riconosce anche la difficoltà a livello politico di attuare un nuovo lockdown: “mi rendo conto che c’è una rabbia sociale di chi è in sofferenza da mesi. D’altra parte i dati sono in peggioramento, la situazione va affrontata con attenzione”.

Leggi anche: Quanti soldi perdiamo col blocco degli sci?

CHI È PER USARE LE MISURE CHE ABBIAMO

Infine, ci sono anche gli esperti che sostengono che abbiamo già messo in campo tutte le misure sufficienti a contrastare la progressione dei contagi, si tratta solo di attuarle sul serio e di farle rispettare. Tra questi figura il direttore sanitario dello Spallanzani di Roma, Francesco Vaia: “Non si tratta di aggravare le misure, ma applicare con severità le misure che abbiamo. Un lockdown totale secondo me non serve, ma bastano lockdown chirurgici laddove se ne verifichi la necessità”. Gli fa eco il professor Giorgio Palù, neo numero 1 dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa): “Occorre spingere sulle vaccinazioni e rinunciare per qualche altra settimana alle attenuazioni dei colori e alle tentazioni delle riaperture”.

CHI VUOLE UN NUOVO LOCKDOWN SENZA SE E SENZA MA

Abbraccia la linea dura il virologo Andrea Crisanti, applaudito per aver consentito al Veneto di affrontare in modo lodevole la prima ondata: “Bisognava fare il lockdown a dicembre, prevenendo tutto questo, mentre ora siamo nei guai. Come se ne esce? Con un lockdown duro subito per evitare che la variante inglese diventi prevalente e per impedire che abbia effetti devastanti”.

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top