Skip to content

Perché il fax esibito dalla premier Meloni non era un fax e cos’è il ‘PIT-DIR’

Meloni Fax

Alla Farnesina ormai da anni non si usa il fax. Quello esibito da Meloni è un documento protetto inviato tramite un’apposita piattaforma

“Nel momento in cui al G7 porteremo l’intelligenza artificiale, in cui siamo in piena transizione digitale, sono tre giorni che sento parlare di fax. Il fax non si usa da venticinque anni. (…) Chi era.. il tenente Drogo nel ‘Deserto dei Tartari’?”. A usare l’ironia è l’ambasciatore Piero Benassi, per due anni e mezzo – dal 2018 a gennaio 2021 – consigliere diplomatico dell’allora premier Giuseppe Conte. Il riferimento ovviamente è all’espressione usata dalla premier Giorgia Meloni mercoledì in Parlamento per puntare il dito contro gli esponenti dell’allora governo Conte, quando il 27 gennaio l’ambasciatore Massari, in qualità di Rappresentante permanente per l’Italia presso l’Ue firmò il via libera alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità.

COS’E’ IL ‘PIT DIR’

Ospite ieri di Gerardo Greco della trasmissione Metropolis su Repubblica.it e poi stamattina di Omnibus su La7, Benassi ha spiegato come “quei pezzi di carta sono diramazioni del circuito elettronico protetto della Farnesina verso la rete estera”. Chiaramente al Ministero degli Esteri non usano il fax per lo scambio di documenti o informazioni. Nello specifico quello utilizzato è stato il sistema ‘PIT-DIR’, ovvero i documenti inviati sono messaggi di posta elettronica leggermente criptata.

Si tratta di una piattaforma di gestione dei documenti, basata su XML e fruibile tramite un’interfaccia web-based, che consente lo scambio documentale, anche classificato, tra gli Uffici Ministeriali presso la Farnesina e le Sedi della rete diplomatico consolare, gli uffici periferici ed altre Amministrazioni;

BENASSI: “L’AMBASCIATORE MASSARI AVEVA I ‘PIENI POTERI’ PER LA FIRMA DELL’ACCORDO SUL MES”

Per quanto riguarda la possibilità per l’ambasciatore Massari di firmare in rappresentanza dell’Italia, sempre Benassi ha spiegato: “quello che è stato inviato all’ambasciatore Massari” il 20 gennaio 2021 dalla Farnesina “si chiama strumento dei ‘pieni poteri’ quello che è stato inviato all’ambasciatore. Mi spiego, nel diritto internazionale il ministro degli Esteri e il presidente del Consiglio sono le uniche due autorità che possono firmare un accordo senza pieni poteri. Per qualsiasi altro soggetto, l’ambasciatore, un altro ministro di Governo, ci vogliono i pieni poteri e i poteri vengono dati dal ministro degli Esteri”.

Questo in considerazione anche del fatto, ha aggiunto l’ex consigliere diplomatico, che “nonostante il Mes sia un in una filiera, come si dice a Bruxelles, Eurogruppo, Ecofin, Consiglio europeo, è il ministro degli Esteri che interviene per i pieni poteri”. E ha concluso: “L’accordo politico (sul via libera alla riforma del Mes, ndr) viene chiuso di fatto il trenta novembre (2020) con un passaggio parlamentare. Dopo, è praticamente direi un atto dovuto. Cioè, è molto singolare che al momento dei pieni poteri tu ti tiri indietro. Quindi, stiamo parlando di uno strumento tecnico che poi c’è stata confusione con le date…”

Leggi anche: Chi sono i diplomatici al centro del ‘fake fax’ di Meloni sul Mes

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su