Skip to content

Costituzione

Quali e quante sono state le modifiche della Costituzione nella storia della Repubblica

Nei quasi 76 anni di vita sono state approvate 46 leggi di modifica della Costituzione, da quella sull’amnistia e indulto fino alla riforma del Titolo V e la riduzione del numero dei parlamentari. L’approfondimento di Pagella politica 

La Costituzione italiana è entrata in vigore ormai quasi 76 anni fa, ossia il 1° gennaio 1948. Da allora è stata modificata circa una volta ogni quattro anni: sono state approvate 46 leggi costituzionali, tra cui 20 di riforma della Costituzione. Le altre 26 leggi costituzionali non hanno modificato il testo della Costituzione, ma sono servite, tra le altre cose, per approvare o modificare gli statuti delle regioni a statuto speciale.

La fotografia è stata scattata dal portale online Pagella politica, di cui riportiamo alcuni estratti.

Il disegno di legge varato venerdì dal governo Meloni costituirebbe dunque – se approvato dal Parlamento o attraverso il referendum -la 47sima legge costituzionale. Un numero che non fa presagire nulla di buono politicamente se si considera che nella smorfia il 47 corrisponde al ‘morto’.

QUALE E’ LA PROCEDURA PER APPROVARE LA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE

Per riformare la Costituzione, così come per approvare qualsiasi altra legge costituzionale, occorre una speciale procedura di revisione prevista dall’articolo 138 della Costituzione stessa. Secondo questo articolo, la Camera e il Senato devono approvare la proposta di riforma costituzionale due volte nel medesimo testo.

Se nella seconda votazione entrambe le camere approvano il testo a maggioranza dei due terzi dei componenti, la proposta di riforma si considera definitivamente approvata. Se invece nella seconda votazione si raggiunge solo la maggioranza assoluta, la riforma costituzionale può essere sottoposta a referendum popolare per confermarla.

LA MAGGIORANZA DI CENTRODESTRA AL MOMENTO NON HA I NUMERI

Al momento, come ricorda Pagella Politica, la maggioranza di centrodestra non ha i numeri in Parlamento per poter approvare il disegno di legge di riforma costituzionale sul premierato senza la possibilità di dover passare per un referendum popolare. Alla Camera la maggioranza dei due terzi dell’assemblea è fissata infatti a 266 voti e il centrodestra può contare su 238 deputati. Discorso simile vale per il Senato, dove i voti necessari sono 166 e la maggioranza può contare su 136 senatori.

In attesa del via libera del governo alla nuova riforma, quali sono state le principali modifiche della Costituzione approvate finora?

La Costituzione è stata riformata per la prima volta nel 1963 durante la cosiddetta “prima repubblica”, che è il periodo di tempo tra l’entrata in vigore della Costituzione nel 1948 e il 1992, anno dello scandalo di “Tangentopoli”.

LE RIFORME DELLA COSTITUZIONE NELLA PRIMA REPUBBLICA

La prima riforma costituzionale – riferisce Pagella politica – ha riguardato la composizione della Camera e del Senato. Fino al 1963, infatti, le due aule non erano composte da un numero preciso di parlamentari come lo sono ora, ma da un numero che variava in base alla popolazione. All’epoca la Costituzione prevedeva che i membri della Camera dovessero essere uno ogni 80 mila abitanti, mentre i senatori uno ogni 200 mila abitanti.

La riforma costituzionale fissò il numero dei deputati a 630 e quello dei senatori a 315 (nel 2020 un’altra riforma costituzionale ha poi ridotto il numero da 945 a 600 parlamentari: 400 deputati e 200 senatori). Tra le altre principali riforme costituzionali dell’epoca c’è quella che ha creato la Regione Molise, sempre nel 1963, e quella che ha riorganizzato la Corte Costituzionale nel 1967.

A cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta sono state approvate altre due riforme costituzionali: la riforma che ha creato nel 1989 il Tribunale dei ministri, che giudica sui reati commessi dai membri del governo, e quella che ha modificato le regole per la concessione dell’amnistia e dell’indulto, nel 1992.

LE RIFORME NELLA SECONDA REPUBBLICA

Anche la cosiddetta “seconda repubblica”, ossia il periodo successivo al 1992, è stata caratterizzata da una serie di modifiche della legge fondamentale dello Stato. Nel 1993 – scrive Pagella politica – è stata per esempio approvata la riforma costituzionale sulla cosiddetta “immunità parlamentare”.

Fino al 1993 un parlamentare non poteva essere sottoposto a nessun procedimento penale senza autorizzazione del Parlamento, a meno che non fosse colto nel momento esatto della commissione del reato. La riforma costituzionale del 1993 ha ristretto l’immunità parlamentare, eliminando l’obbligo di autorizzazione per sottoporre un parlamentare a indagini e processi, mantenendolo invece in alcuni casi, come la raccolta di intercettazioni su deputati e senatori.

NEL 2001 LA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE

Un’altra riforma di rilievo è stata quella del Titolo V della Costituzione, riguardante le autonomie locali, che ha richiesto un lungo esame parlamentare. Il testo base della riforma – rileva Pagella politica – è stato presentato in Parlamento a gennaio 1998 ed è stato approvato definitivamente più di tre anni dopo, a marzo 2001. Il testo è stato poi sottoposto a un referendum costituzionale, tenutosi a ottobre, che ha ottenuto il via libera dei cittadini facendo entrare in vigore a tutti gli effetti la riforma. In sostanza la riforma del titolo V ha riorganizzato i poteri tra i vari organi dello Stato, ridefinendo le materie su cui il governo centrale e le regioni possono legiferare.

NELLA SCORSA LEGISLATURA LA RIDUZIONE DEL NUMERO DEI PARLAMENTARI

Durante la scorsa legislatura, tra il 2018 e il 2022, sono state approvate  tre riforme costituzionali: quella che ha ridotto il numero dei parlamentari; quella che ha abbassato da 25 a 18 anni la soglia minima di età per votare al Senato, approvata nel 2021, e quella che ha introdotto in Costituzione la tutela dell’ambiente, a febbraio 2022.

Nell’attuale legislatura è stata inserita in Costituzione la tutela della peculiarità delle Isole, a novembre 2022, e poi quella dello sport, a fine settembre.

Estratti pubblicati sul sito di Pagella Politica

Leggi anche: Chi sarà il prossimo presidente della Corte Costituzionale

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Torna su