skip to Main Content

Quanto funzionano le sanzioni alla Russia?

Putin Sanzioni Russia

L’analisi di Ispi, Istituto per gli studi di Politica Internazionale, sugli effetti delle sanzioni 

Anche nel terzo trimestre, il Pil russo si è contratto del 4%. È il secondo consecutivo in rosso, e così l’economia russa entra ufficialmente in recessione. Eppure, nonostante le sanzioni economiche “senza precedenti” imposte dai paesi occidentali dopo l’invasione dell’Ucraina, il rallentamento economico del paese è nettamente inferiore alle aspettative di inizio invasione.

Solo ad aprile, il Fondo monetario internazionale (Fmi) si aspettava che l’economia russa si contraesse dell’8,5% quest’anno. Sei mesi dopo, lo stesso Fmi ha rivisto le stime a un più modesto -3,5%.

Segno che le sanzioni occidentali non stanno funzionando?

With a little help from my friend

Non esattamente. A sostenere l’economia russa sono stati principalmente gli alti prezzi dell’energia. Malgrado il crollo delle esportazioni di gas verso l’Ue (-60% quest’anno rispetto al 2021) e il forte sconto sul petrolio (venduto con uno spread fino a -35$ sul Brent – il petrolio di riferimento europeo), quest’anno il Cremlino potuto contare su quasi 300 miliardi di entrate da combustibili fossili, una cifra persino più elevata degli anni precedenti.

Un risultato, quello sull’export, che nasconde i profondi problemi interni. Con circa un migliaio di aziende occidentali che hanno lasciato il Paese, e in assenza di fornitori alternativi per la propria industria autoctona, l’economia russa si trova già oggi a corto di componenti essenziali. E mentre decine di migliaia di persone si sono dovute arruolare (o sono fuggite), l’isolamento dai mercati finanziari e dai capitali occidentali renderà sempre più difficile trovare nuove fonti di finanziamento.

Una situazione economica, e finanziaria, che non favorirà la ripresa nel breve periodo.

Né vincitori né vinti?

C’è un modo diverso, e migliore, per misurare l’effetto di guerra e sanzioni sull’economia russa. Gli stessi dati del Fmi, se riletti, raccontano infatti una storia molto diversa: quest’anno la Russia ha già perso il 6% del PIL rispetto alle aspettative pre-crisi, ed entro il 2024 l’economia del Paese potrebbe essere ancora più piccola di oggi (-11%). Un segnale che gli effetti maggiori di guerra e sanzioni si vedranno solo nei prossimi anni.

A preoccupare non è tanto l’impatto delle sanzioni sulla Russia, quanto l’effetto boomerang sulle economie occidentali. Anche se verosimilmente sarà Mosca a subire il rallentamento peggiore, la guerra commerciale avrà forti ripercussioni anche sulle economie europee. E anzi, contrariamente alle aspettative, gli stessi Stati Uniti potrebbero rallentare addirittura più della Germania (-3,5% nel solo 2022).

Sarà un gioco che vale la candela?

sanzioni

Articolo pubblicato su Ispi. 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top