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Anche il PD al lavoro perché Conte e Grillo facciano pace

Conte Reddito Di Cittadinanza Manovra

Nel Movimento 5 Stelle disegnato da Conte non c’è più spazio per Grillo, infuriato “perché l’avvocato nelle ultime settimane si è negato al telefono”. Il PD, spiazzato dalla rottura, fa da paciere “più di quanto non faccia Luigi Di Maio”. Tra i pontieri, a sorpresa, pure Matteo Renzi che “non vuole che i grillini si sfarinino, non ora”…

Con il passare delle ore l’avvocato degli italiani comprende di aver sparato troppo in alto. La sua richiesta di tornare solo “se avrà le scuse pubbliche di Beppe Grillo“, gli fanno notare da più parti, non sarà esaudita tanto facilmente. “Meglio puntare a ottenere una investitura ufficiale, piuttosto, come quella che Grillo fece a Di Maio“, dice a Policy Maker un importante esponente del PD, con la saggezza del politico che di crisi ne ha viste parecchie, ma la consapevolezza che questa volta non si sa davvero come andrà a finire, dato che al calcolo viene anteposto da entrambi l’orgoglio. Anche il PD, che ufficialmente finora non ha toccato palla, è della partita. “Probabilmente ci stiamo muovendo più noi, e anche esponenti di Italia Viva, che gli alti rappresentanti del Movimento”, continua la nostra fonte, che per ovvie ragioni vuole rimanere anonima.

Sì, perché Giuseppe Conte può contare su un maggior numero di ammiratori nel Paese, dove non mancano gli italiani che lo ‘leggono’ come un premier maturo e responsabile che in Parlamento, soprattutto da quando Grillo ha aperto al secondo mandato. Non è facile, nel variegato bestiario grillino, comprendere chi stia con chi, ma pare che l’avvocato attualmente avrebbe la maggioranza dei suoi al Senato ma non alla Camera. “Lo stesso Luigi Di Maio – fanno notare dalle file dem – si è finora speso molto meno rispetto a noi”. E Alessandro Di Battista, dalla Bolivia, starebbe facendo pressing sui suoi perché strappino. “Ora o mai più”.

Le parole che il rappresentante PD rilascia a Policy Maker nel tardo pomeriggio di ieri, prima che venga resa pubblica una telefonata tra Conte e Grillo (“di riavvicinamento, ma molto fredda, perché nessuno dei due caratterialmente è predisposto facilmente alle scuse”, dice un pentastellato vicino all’avvocato-professore), vengono confermate e ufficializzate dopo poche ore nell’intervista che il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, rilascia a Repubblica: “L’intera classe dirigente ne deve essere consapevole. Con Draghi siamo fortunati. Servirà unità. Il futuro? Mi limito a dire che in questa fase la circostanza è favorevole”.

“Abbiamo investito molto, troppo, sull’alleanza con i 5 Stelle per permettere che si spacchino”, spiegano sempre dal PD, che ufficialmente però “non può prendere posizione, perché se Conte uscisse e Grillo restasse, dovremo provare a dialogare con entrambi”. Anche se “noi preferiremmo ovviamente Conte: con lui si può discutere, è un avvocato, sa cos’è il compromesso”, mentre Grillo è interpretato come una scheggia impazzita, nonostante sia stato proprio lui a spingere il Movimento 5 Stelle in questo nuovo accrocchio parlamentare “anzi, il fatto che ora faccia così è proprio riprova della sua inaffidabilità”. Una inaffidabilità che ha preso in contropiede persino Matteo Renzi visto che c’è chi dice che anche lui abbia mosso alcuni pontieri.

Grillo – fa sapere chi gli resta vicino – rimprovera a Conte di avere elaborato lo statuto da solo, senza coinvolgere i legali che pure aveva indicato”. Il riferimento, con ogni probabilità, è al nipote Enrico, figlio di suo fratello Andrea. Ma soprattutto “brucia ancora la questione dell’ambasciata cinese: non tanto perché Conte non si sia fatto vedere, Beppe non voleva questo, quanto perché si sia negato più volte al telefono”. Tutte fughe in avanti che di fatto comunicano al comico genovese l’intenzione di ridimensionarne il ruolo, fino a renderlo irrilevante, mentre Grillo era abituato che, nonostante il passo indietro che lui stesso annunciò anni fa, nelle fasi cruciali del Movimento era il primo a essere consultato. E quando le sue creature, i grillini, si trovavano persi, scendeva a Roma e risolveva tutto, infondendo coraggio. Ma nel Movimento 5 Stelle disegnato da Conte non c’è più spazio per Grillo

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