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Anci al via e parte la corsa per il successore di Decaro. Ecco i nomi  

Anci

Nella tre giorni dell’assemblea Anci a Genova il tema dominante è chi sarà il prossimo presidente. Occhi puntati su Manfredi e Lepore

Con la 40° assemblea annuale dell’Anci, in corso a Genova, parte ufficiosamente anche la corsa per il successore di Antonio Decaro.  Nel 2024 infatti si terrà l’assemblea congressuale per il rinnovo dei vertici, ma la contesa potrebbe anche aprirsi ufficialmente prima se lo stesso Decaro dovesse candidarsi con il Pd alle prossime elezioni europee di giugno. E già si fanno i primi nomi per il successore.

LO SCENARIO POLITICO

La voce dei primi cittadini è da sempre molto ascoltata, lo si è visto anche durante l’emergenza della pandemia e lo dimostra la presenza a Genova in questi giorni delle massime autorità istituzionali a Genova, dal presidente Mattarella in giù. Il contesto vede un’Associazione che è stata pressoché sempre appannaggio del centrosinistra, e quindi del Partito democratico. Leonardo Domenici, Enzo Bianco, Graziano Delrio, Piero Fassino, Decaro, solo per citare coloro che hanno guidato i Comuni negli ultimi venticinque anni.

Anche per il post Decaro la partita dovrebbe rimanere confinata in quest’area politica, nonostante la netta maggioranza a livello nazionale targata destra-centro e il crescente numero di amministratori locali in quota FdI, Lega e FI. Questo anche in considerazione del fatto che la gran parte dei sindaci delle città più importanti sono sostenuti o di area Pd: Roma, Milano, Torino, Firenze, Bologna, Bari, Napoli, Brescia, Verona.

Meloni & co hanno però dimostrato di saper sparigliare le carte, per cui il Partito democratico farebbe bene a non fare i conti senza l’oste, quanto meno non indicando un candidato sgradito a al destra-centro. Come avevamo già scritto qualche settimane fa, in pista ci sono già i primi candidati e, ovviamente, il rischio è che diventino pedine di partite e strategie più ampie.

IL SINDACO DI NAPOLI MANFREDI GIA’ IN PISTA

Il primo è Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli. Eletto nel 2021 come indipendente ma con il sostegno del M5S e del Pd, Manfredi è stato ministro dell’Università e Ricerca nel governo Conte II, il governo giallorosa, quindi è un nome sul quale potranno fare sintesi le principali forze dell’opposizione.

Perché Manfredi potrebbe farcela? E’ di centrosinistra ma con nessuna tessera di partito e questo potrebbe privilegiarlo nel rapporto con l’attuale governo e con i sindaci di centrodestra. Il sindaco di Napoli sa perfettamente che le chance aumenterebbero adottando una linea più istituzionale che politica.

Lo aiuta il fatto di essere stato ministro (semi tecnico) e presidente dei Rettori italiani, esperienza che gli consente di avere già rapporti consolidati e ramificati nei territori e anche conoscere le dinamiche di una campagna ‘elettorale’ nazionale. Inoltre difficilmente il centrodestra accetterebbe un altro sindaco dichiaratamente targato Pd e Manfredi potrebbe essere l’asso nella manica per la mano destra e quella sinistra. Manfredi può contare sull’appoggio già espresso di tutta Anci Campania (tra le associazioni regionali più ‘pesanti’ a livello nazionale) e sembra anche di quello dei sindaci del Sud, da Decaro in giù.

Le controindicazioni: per il principio, non scritto, dell’alternanza l’Associazione potrebbe propendere per un sindaco non del Sud. Inoltre le faide interne al Pd non aiuterebbero Manfredi. Per la segretaria Schlein è importante battere un colpo.

SCHLEIN PER L’ANCI PUNTA SUL SINDACO DI BOLOGNA

Per questo gli occhi sono puntati sul sindaco di Bologna, Matteo Lepore anche lui al primo mandato come Manfredi. Come ricordava il Foglio qualche giorno fa, è uno dei pochi sindaci ad aver appoggiato l’attuale segretaria alle scorse primarie. Se dovesse farcela il Pd sarebbe sempre più un partito a trazione emiliano-romagnola e nei fatti potrebbe – metaforicamente – spostare la sede nazionale a Bologna, perché nel caso le principali figure apicali (Schlein, Bonaccini e quindi Lepore) sarebbero tutte espressione di questo territorio.

PER IL PD ANCHE IPOTESI LO RUSSO, SINDACO DI TORINO

Un’altra opzione è quella del primo cittadino di Torino, Stefano Lo Russo. Su di lui punta la minoranza interna del partito, ovvero Base riformista di Lorenzo Guerini ma sembra senza particolari velleità.

OCCHIO ALLE AMBIZIONI  DEL CENTRODESTRA

Come dicevamo, però, occhio a non fare i conti senza l’oste, ovvero senza tenere in considerazione il centrodestra e le aspettative e le abilità di Fratelli d’Italia. Le carte in mano non sono tantissime. L’unico nome che al momento potrebbe trovare consenso, per il suo profilo più civico che politico e in quanto apprezzato trasversalmente, è quello di Marco Bucci, al secondo mandato da sindaco di Genova, città che ospita l’assemblea in questi giorni. Meno chance avrebbero il sindaco di Catania Enrico Trantino (Fdi) o il primo cittadino di Trieste Roberto Di Piazza (Forza Italia).

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