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Arera, il punto sulla crisi energetica. Cosa ha detto Stefano Besseghini al Parlamento

Stefano Besseghini Arera

Arera: “Applicare da subito risparmio energetico. Inverno sarà momento delicato, servono stoccaggi e nuove rotte di approvigionamento”

Dopo l‘appuntamento parlamentare di giovedì sul dl Aiuti per comprendere quale longevità caratterizzerà ancora il governo, la presentazione della Relazione Annuale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente a opera di Stefano Besseghini, presidente della Arera, era senza dubbio l’appuntamento più atteso della settimana, visti gli eventi concomitanti che a vario titolo stanno infiammando le bollette degli italiani.

Il numero 1 dell’Autorità ha spiegato che “l’autunno e il prossimo inverno saranno i momenti più delicati; i consumi domestici e industriali di gas sono in ripresa” e che occorreranno “le quantità necessarie attraverso stoccaggi e nuove rotte di approvvigionamento” mentre è “da applicare da subito il risparmio energetico”. Inoltre “servono campagne informative in modo che tutti possiamo contribuire con le nostre scelte quotidiane”.

Besseghini ha poi allargato lo zoom per ricomprendere nella analisi la tenuta economica dell’intero Paese sottolineando come “i prezzi dell’energia mai riscontrati in precedenza, con il manifestarsi di ricorrenti episodi di siccità e una situazione economica in generale peggioramento” siano “elementi che mettono alla prova la resistenza delle famiglie e la competitività del nostro sistema industriale”. “Nella fase attuale – ha spiegato il numero 1 di Arera -, la difficoltà dei venditori ad approvvigionarsi di gas naturale potrebbe avere come conseguenza, per alcuni, il trovarsi nell’impossibilità di onorare i propri contratti di fornitura con i clienti finali”. Si tratta di un “fenomeno da monitorare perché ne deriverebbe un significativo incremento, in primo luogo, del servizio di default trasporto e successivamente delle attivazioni dei servizi di ultima istanza di gas naturale (Fui e Default distribuzione)”.

Per questo l’Autorità ritiene “necessario rivalutare le modalità di erogazione di tali servizi per tenere conto delle mutate condizioni, oppure definire azioni per permettere che tali servizi continuino ad avere il ruolo residuale per cui sono stati definiti, limitando i disagi per i clienti finali derivanti da cambi di assetti di fornitura e da maggiori costi”.

“A oggi appare non evitabile un alto livello di prezzi, almeno nel breve-medio termine e di costi per tutto il sistema energetico”, ha detto Besseghini, spiegando che “l’intensita’ delle risorse che è stato necessario porre a schermo dei consumatori e delle imprese in questa fase, deve ormai fare i conti con uno scenario di consolidamento dei costi e mostra quindi in tutta evidenza la sua insostenibilità nel lungo periodo”.

Un intervento che, secondo Arera, “aveva piena giustificazione in presenza di un fenomeno che ci si attendeva transitorio e sosteneva anche il razionale di un intervento ad ampio spettro deve ora necessariamente cedere il passo a meccanismi piu’ selettivi” come ad esempio usando gli indicatori della condizione economica delle famiglie “al fine di rafforzare le politiche di sostegno per quelle fasce di consumatori non tradizionalmente destinatarie di interventi ma che oggi necessitano un supporto, in questa situazione delicata”.

“Il venire meno della prevalenza della rotta russa avrà in prospettiva due esiti principali, da una parte l’inserimento del nostro paese – ma in realtà di tutta l’Europa – nella dinamica internazionale del mercato del Gnl, dall’altra un recupero della valenza strategica della nostra presenza nel contesto europeo e Mediterraneo”, ha continuato il presidente Arera spiegando che il governo italiano ha molto rafforzato la relazione con Paesi tradizionalmente fornitori di gas, ma è importante che la nostra presenza nel Mediterraneo venga ulteriormente ribadita, con accordi commerciali ma anche attraverso la condivisione di modelli economici e di sviluppo”.

Nel dettaglio, nel 2021 il consumo netto di gas naturale è aumentato di 5,6 miliardi di metri cubi, attestandosi a 74,1 miliardi di metri cubi (+8,1 % rispetto al calo record del 2020), mentre sono stati complessivamente estratti 3,3 miliardi di metri cubi di gas naturale: 1,87 miliardi dal mare e 1,6 dai campi situati in terraferma. Il grado di dipendenza dell’Italia dalle forniture estere è salito al 93,5% (dal 92,8% del 2020).

Nel 2021 l’Italia ha importato 6,6 miliardi di metri cubi di gas naturale in più rispetto al 2020: le importazioni lorde sono infatti salite a 73 miliardi di metri cubi, evidenziando un incremento del 9,9% rispetto al 2020. Si è fatto un maggiore ricorso agli stoccaggi e a fine anno i prelievi sono risultati di 1.591 milioni di metri cubi superiori alle immissioni (erano 1.076 milioni di metri cubi nel 2020).

 

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