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Casaleggio come Equitalia: al Movimento chiede oltre 440mila euro

Casaleggio

Milano contro Genova e contro Roma. Casaleggio ricorda a Grillo che anche lui comanda e batte cassa coi parlamentari morosi. Ma teme di essere estromesso dal partito, che potrebbe essere persino rifondato…

 

Una sorta di “cartella esattoriale” da circa mezzo milione di euro. Per la precisione, da 441.600. È quanto preteso entro la giornata di oggi da Davide Casaleggio.

PERCHÉ CASALEGGIO VUOLE QUEI SOLDI?

Casaleggio, che fonti dell’ambiente meneghino descrivono “furente come ben poche altre volte”, non ci sta a restare fuori dalla vita del Movimento 5 Stelle. Negli ultimi mesi non ha dovuto tollerare solo i numerosi ritardi di pagamento (i famosi 300 euro al mese che gli eletti devono versare all’Associazione per il funzionamento della piattaforma, ma molti fanno orecchie da mercante, tanto che a settembre minacciò di spegnere tutto proprio per insufficienza di fondi), ma è stato anche costretto sopportare gli interventi a gamba tesa di Beppe Grillo, che prima ha rinviato il voto online sul governo di Mario Draghi di un giorno, poi ha stoppato il voto sull’organo collegiale che prenderà il posto del reggente Vito Crimi.

“Se le decisioni vengono prese a Sant’Ilario”, avrebbe detto ai suoi, “noi che ci stiamo a fare? Inutile tenere una macchina tanto costosa per la democrazia diretta”. E allora ecco che intanto presenta il conto. Lo riporta oggi Annalisa Cuzzocrea che segue da sempre le vicende interne che scuotono il Movimento 5 Stelle.

Scrive oggi Repubblica: “Il manager lamenta problemi di sostenibilità economica per i mancati pagamenti di alcuni parlamentari (deputati, senatori, consiglieri regionali ed europarlamentari versano alla piattaforma 300 euro al mese, circa un milione di euro all’anno, al netto delle espulsioni). «La scelta di non voler inviare diffide ai ritardatari negli ultimi anni ha aggravato la situazione », spiega Casaleggio, quindi pretende un pagamento immediato degli arretrati. In più, conclude annunciando che d’ora in poi tutti i servizi richiesti «dovranno essere pagati in anticipo secondo una tariffazione che verrà definita di volta in volta». Tutto questo, lo fa senza che esista alcun contratto con Rousseau”.

FUORI CHI NON PAGA

Non è la prima volta che Casaleggio si presenta per batter cassa. A settembre inoltrò ai morosi la seguente missiva: “A causa delle protratte e gravi morosità di diversi portavoce del MoVimento 5 Stelle che da troppi mesi hanno deciso di venir meno agli impegni presi, saremo costretti a ridurre progressivamente diversi servizi e strumenti le cui spese di funzionamento, in assenza delle entrate previste, non risultano ovviamente più sostenibili”.

Anche per questo a Roma, i parlamentari grillini, iniziano a essere stanche della situazione. “Paghiamo per una piattaforma che ci rende meri esecutori e che decide delle nostre sorti, spesso con votazioni improvvisate e quesiti dubbi”, si sfoga a Policy Maker un parlamentare 5 Stelle malpancista, che sta pensando di lasciare prima di essere cacciato. E infatti chi è indietro coi pagamenti rischia proprio la pedata nel sedere, anche se lo sfratto non può arrivare da Milano dovendo passare dagli enti preposti.

UN MOVIMENTO SENZA CASA(LEGGIO)?

L’ultima mossa di Grillo avrebbe poi spazientito particolarmente Casaleggio: usare Giuseppe Conte per rifondare il partito e appiccicarlo al Partito Democratico (che il comico corteggia da sempre: tutto iniziò, undici anni fa, con l’annuncio di Grillo di volersi tesserare, salvo ottenere il rifiuto dei dem…). Questo non solo perché a Milano non amano l’idea di un Movimento europeista e liberale, ma anche perché temono che la “transizione grillina” possa passare attraverso un anno zero: nuovo simbolo, nuovo partito e magari nuova impalcatura, meno vincolata ai voti degli iscritti, magari che non preveda più Rousseau o ci si appoggi con un nuovo contratto meno soffocante, esternalizzando di fatto l’associazione meneghina che diverrebbe solo fornitrice di un servizio…

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