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Chi c’è e chi non c’è al G7 Cultura (tra Napoli e Pompei)
Fari accesi sul neo ministro Giuli e incontri off limits per la stampa alla riunione ministeriale del G7 Cultura. Tutti i dettagli
Stretta di mano tra il neo ministro della Cultura, Alessandro Giuli, e i responsabili Cultura dei governi dei 6 Grandi. E’ iniziato così, venerdì mattina in un Palazzo reale blindato, il G7 della Cultura a Napoli. Un vertice sul quale ovviamente aleggiano come ologrammi le due figure che hanno caratterizzato tutto il ‘prequel’: Gennaro Sangiuliano e Maria Rosaria Boccia, con gli ultimi sviluppi legati alla denuncia per tentata estorsione presentata dall’ex ministro nei confronti dell’imprenditrice, mentre il Tribunale dei ministri, Procura di Roma e Corte dei conti hanno avviato verifiche sullo stesso Sangiuliano.
L’AVVIO DEI LAVORI A NAPOLI. TUTTO SUI PARTECIPANTI, DONNE IN MAGGIORANZA
Confermato il ministro della Cultura giapponese Moriyama Masahito e confermata la supremazia numerica femminile, per il resto la delegazione istituzionale dei Grandi del mondo presenti al G7 della Cultura è quasi tutta diversa rispetto alle attese della vigilia, anche in ragione di alcuni cambiamenti istituzionali, come in Francia.
Non è ad esempio a Napoli come ci si attendeva la francese Rachida Dati, la Francia è rappresentata da Aude Accary-Bonnery accreditata come vice segretaria generale del Ministero della Cultura. Per il Regno Unito è presente Sir Chris Bryant, ministro dell’industria creativa, le Arti e il Turismo e non, come ci si attendeva la segretaria di Stato Lisa Nandy. Per la Germania non è venuta la rappresentante per la Cultura Claudia Roth ma Katja Keul, ministra per la politica culturale internazionale.
Gli Usa sono rappresentati dalla sottosegretaria di Stato per la Diplomazia pubblica e gli Affari pubblici Lee Satterfield, per l’Europa c’è Iliana Ivanova a cui la presidente von der Leyen ha da poco assegnato il portafoglio per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani. Per il Canada è presente la viceministra per il patrimonio culturale Isabelle Mondou .
IL MINISTRO GIULI: “L’UCRAINA AL G7 E’ SEGNALE VOLUTO”
Presenza d’eccezione e di rilievo, in apertura, quella del ministro della Cultura e delle Comunicazioni Strategiche dell’Ucraina, Mikola Tochytskyi. “Il G7 è stato volutamente aperto dal ministro della cultura ucraina – ha spiegato il ministro Giuli – affinché fosse chiaro a tutti che l’ordine del giorno di questo G7 riguarda sì la cultura ma si parte dai fondamentali: le democrazie liberali di tutto il mondo sono compatte e unite per la tutela dei beni culturali di un Paese aggredito che fa parte della nostra cultura europea e mondiale”.
I TEMI AL CENTRO DEL G7 CULTURA
Dopo l’avvio dei lavori con il sostegno all’Ucraina per la tutela e la ricostruzione del suo patrimonio culturale, al centro dell’agenda del Vertice troviamo: l’impatto dell’intelligenza artificiale sulle industrie creative, la lotta al traffico illecito delle opere d’arte e con la gestione degli effetti dei cambiamenti climatici sui beni culturali. Sabato il neo-ministro Alessandro Giuli e i suoi ospiti si confronteranno invece con la presidenza e la Commissione dell’Unione Africana e altri partner internazionali sulle opportunità offerte per lo sviluppo sostenibile del continente.
FARI ACCESI SU POMPEI, TRA IL CONCERTO DI VENEZI E L’ESIBIZIONE DI BOCELLI
In mezzo il trasferimento a Pompei, tappa anch’essa al centro delle polemiche ma alla fine confermata con il tour negli scavi del parco archeologico con il direttore Gabriel Zuchtriegel, il concerto della Nuova Orchestra Scarlatti diretta da Beatrice Venezi (anche lei presa di mira da Maria Rosaria Boccia) e l’esibizione di Andrea Bocelli prima della cena di gala. Il tutto off limits alla stampa.
Anche se, come scrive Repubblica, “alla vigilia dell’evento anche la scaletta ha subito qualche, peraltro significativa, integrazione. Venezi dirigerà il concerto della Nuova Orchestra Scarlatti che, si aprirà con le musiche di Rossini, poi salirà sul palco la soprano irpina Carmen Giannattasio. Si andrà avanti con musiche di Puccini e Verdi, fino alla Rapsodia di Roberto De Simone e le voci di Raffaello Converso, Franco Castiglia, Juri Corace Cassarà. Invece l’esibizione di Andrea Bocelli, ufficializzata solo il 13 settembre, una settimana prima dell’appuntamento, sarà diretta non da Venezi, ma da Carlo Bernini, il direttore che lo accompagna da sempre”.
LA SERATA AL MANN DI NAPOLI…
In realtà il G7 è iniziato giovedì sera con una visita al Museo Archeologico Nazionale di Napoli diretto da Massimo Osanna e con un fuori programma, come riportato sempre sull’edizione locale di Repubblica: “Per la visita nel museo, con concerto del conservatorio San Pietro a Majella e cena che esalta le eccellenze campane, sono invitate le autorità locali: il sindaco Gaetano Manfredi, il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Tra gli altri il prefetto Michele Di Bari, il procuratore Nicola Gratteri, il questore Maurizio Agricola. Giuli saluta i ministri rappresentando la Roma del poeta latino Rutilio Namaziano, l’attore Gabriele Lavia ne legge un passo del De Reditu suo”.
…E IL FUORI PROGRAMMA DI VINCENZO DE LUCA
Poi – continua Repubblica – uno strappo al cerimoniale: non sembrano previsti interventi delle istituzioni locali. Manfredi non parla, invece De Luca prende la parola, alle spalle la statua dell’Ercole Farnese. Discorso solenne, cita le guerre, l’invasione dei social, «le democrazie criticate dai cittadini»: «Allora cari ministri, avete un compito che va al di là della iniziativa culturale: avete il compito di dare una anima alle nostre democrazie e di riaffermare come valore universale quello della pace e del rispetto dei più deboli. Avete il compito di dare una anima alla politica, la cultura serve a leggere la realtà, a interpretarla, a dare senso della storia altrimenti la politica produce disastri»”.
Nel complesso forse tutto può essere racchiuso nel commento del meloniano Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera: “Stiamo facendo vedere al mondo il volto migliore dell’Italia”.