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Chi è Elisabetta Belloni e perché si è dimessa dal Dis proprio ora?

Belloni

Fa molto rumore la decisione Elisabetta Belloni di lasciare la guida del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, tra indiscrezioni, conferme e smentite

Dopo le indiscrezioni di Repubblica, Elisabetta Belloni ha confermato all’Adnkronos che lascia la guida del Dis. “Ho comunicato le mie dimissioni a partire dal 15 gennaio, è una mia decisione”, ha detto l’ambasciatrice, chiarendo che “non c’è nessun altro incarico”, riferendosi a indiscrezioni che la vorrebbero a Bruxelles con la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen.

“Una scelta improvvisa – ha scritto oggi Tommaso Ciriaco su Repubblica -, che anticipa di alcuni mesi la naturale scadenza del suo mandato, prevista per il prossimo maggio, al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, l’organo che coordina l’attività del comparto”.

L’incarico scadeva infatti poco prima dell’estate, frutto di una proroga di un anno decisa dalla presidente Giorgia Meloni nel 2024. Il 31 dicembre, invece, è scaduto l’altro incarico ricoperto contestualmente dalla direttrice, quello di sherpa del G7 per l’Italia durante l’anno di presidenza.

I RAPPORTI DI BELLONI CON MELONI E MANTOVANO

Come sottolinea sempre Repubblica, “il rapporto tra Meloni e l’ambasciatrice si è a lungo caratterizzato per essere stato molto stretto. Di stima reciproca e collaborazione. Assai meno fluido, invece, quello con Mantovano, soprattutto nell’ultima fase”.

Qualche mese fa, ricorda poi il Corriere della Sera, “si era aperta la possibilità di sostituire Raffaele Fitto a ministro del Pnrr dopo l’incarico di vicepresidente della Commissione Europea. Su questo c’era stata una discussione interna all’esecutivo che però ha incontrato il no del ministro degli Esteri Antonio Tajani e le perplessità forti del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano che ha la delega ai servizi segreti ma con Belloni non è mai stato in piena sintonia. Avversione che, come raccontato da Repubblica, hanno finito per convincere Belloni sull’opportunità di andare via qualche mese prima della scadenza del proprio mandato fissata per maggio”.

LA DECISIONE COMUNICATA QUANDO CECILIA SALA ERA STATA GIA’ ARRESTATA

La decisione sarebbe stata comunicata pochissimi giorni prima di Natale, Cecilia Sala era già stata arrestata in Iran: “Il 23 dicembre – scrive ancora il Corriere – Belloni ha comunicato alla presidente Giorgia Meloni e a Mantovano la decisione di andare via dalla fine dell’anno. Le è stato chiesto di rimanere almeno qualche settimana e lei ha accettato anche per avere il tempo di informare tutti i vertici dei servizi segreti e i relativi uffici oltre ai funzionari del Dis”.

PER MELONI LA GRANA DI TROVARE RAPIDAMENTE IL NOME DEL SUCCESSORE

Una richiesta, quella di far slittare di due o tre settimane l’avvicendamento alla guida del Dis, che – ricostruisce Ciriaco su Repubblica – “sarebbe partita dalla presidente del Consiglio. Necessaria, a suo avviso, per ridurre l’impatto della notizia […]. E quindi, per garantirsi un po’ di respiro nella scelta del prossimo direttore. Tra i nomi in pole per la guida del dipartimento, è circolato quello di Bruno Valensise, già vice al Dis e oggi direttore dell’Aisi. Un’opzione che aprirebbe però un tema di successione al vertice dei servizi interni”.

Così, sottolinea il Corriere, “nel pieno delle trattative per il rilascio di Cecilia Sala per l’intelligence si apre un problema che dovrà essere risolto al più presto e quindi non è escluso che il nome del successore possa arrivare già nelle prossime ore”.

L’INDISCREZIONE SU BELLONI USCITA POCO DOPO LA VISITA DI MELONI DA TRUMP

Una grana che arriva proprio in uno dei momenti di più alto impatto mediatico per Giorgia Meloni. L’indiscrezione su Repubblica è uscita proprio poche ore dopo il rientro della premier italiana dalla visita lampo a Mar-a-Lago da Donald Trump, offuscandone in parte la visibilità.

E c’è chi mette nel calderone altri elementi. Osvaldo Napoli, della segreteria nazionale di Azione, chiede alla premier di riferire in Parlamento e chiarire “le ragioni per cui la tutela della tanto amata sovranità nazionale dovrebbe essere affidata a un privato cittadino americano dalle cui imprese satellitari dovrebbero dipendere alcuni servizi di telecomunicazioni crittografate e, in particolare, quelle relative alle forze armate”.

“C’E’ LEGAME CON IL CONTRATTO CON SPACEX DI MUSK?”

“Il contratto da 1,5 miliardi fra lo Stato italiano e la società SpaceX – afferma Napoli – non si capisce da chi è stato deliberato, approvato e autorizzato. Siamo di fronte alla nuova frontiera dell’antieuropeismo, accantonato da Meloni il tempo necessario per spedire Fitto alla Commissione? Il sistema Iris2, sistema pubblico europeo, e dunque sotto il controllo dei governi, può rendere servizi di qualità non inferiore, così assicurano gli esperti del settore. Come si può credere a Bruxelles che l’Italia vuole una difesa europea dopo un atto simile come il contratto con SpaceX? Mi chiedo se esista un legame fra le dimissioni di Elisabetta Belloni, dalla guida del Dis, e la notizia del contratto da 1,5 miliardi di euro con Elon Musk”.

PALAZZO CHIGI: “NESSUN CONTRATTI NE’ ACCORDI CON SPACEX”

Tema, come si può intuire, molto delicato. Tant’è che in mattinata è arrivata la nota della Presidenza del Consiglio che “smentisce che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società, in questo caso con quelle che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati. La stessa Presidenza del Consiglio smentisce ancora più categoricamente, considerandola semplicemente ridicola, la notizia che il tema di SpaceX sia stato trattato durante l’incontro con il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump”.

ELISABETTA BELLONI, IL PROFILO

Ma chi è l’ambasciatrice Belloni? Romana, classe ’58, è direttore generale del Dis, Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, dal 12 maggio del 2021, nominata dal governo Draghi al vertice dell’Intelligence, che si accinge a lasciare, dal prossimo 15 gennaio, dopo quasi 5 anni. Studentessa al liceo Massimo di Roma, lo stesso dove ha studiato Mario Draghi, laureata in scienze politiche alla Luiss nel 1982, è entrata in carriera diplomatica nel 1985, ricoprendo incarichi, tra gli altri, a Vienna e Bratislava.

Nel 2004, prima donna a ricoprire questo ruolo, viene nominata capo dell’Unità di crisi della Farnesina, gestendo, tra le varie emergenze, i rapimenti di italiani in Iraq e in Afghanistan e lo tsumani nel sudest asiatico. Dal 2008 al 2012 è direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo e poi dal 2013 al 2015 assume le funzioni di direttore generale per le Risorse e l’innovazione. Promossa ambasciatore di grado nel 2014, nel 2015 è stata capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Dal 5 maggio 2016 è stata la prima donna segretario generale della Farnesina.

LA CORSA ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA

Il suo nome è però circolato spesso anche per ricoprire incarichi politici e istituzionali. “Il caso più recente – ricorda infine Repubblica – è quello della successione di Raffaele Fitto al super ministero del Pnrr. Una decisione non gradita ad Antonio Tajani, che puntava a garantire a Forza Italia quella casella (alla fine rimasta comunque ai meloniani con Tommaso Foti).  […] Ma l’episodio più eclatante è quello della corsa a Presidente della Repubblica, nell’inverno del 2022: dopo l’uscita di Draghi dalla rosa dei nomi per il Colle, Belloni diventa il profilo su cui convergono diversi leader nel corso delle ore più intense della trattativa. La sostengono apertamente Giuseppe Conte e Matteo Salvini, è pronta al via libera anche Meloni e si spende per lei anche una parte del Pd. Matteo Renzi, e assieme a lui un’altra fazione del Pd, frena l’ascesa. Sarà rieletto Sergio Mattarella. […]

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