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Chi è Luigi Vitali, il senatore boomerang. Da Berlusconi a Conte e dietrofront

Chi è Luigi Vitali

Dopo Lello Alfonso Ciampolillo, il senatore che salvò il governo fuori tempo massimo, un altro transfugo dell’ultimo minuto raggiunge la maggioranza. Ma nella notte ci ripensa e torna indietro facendo finta di aver scherzato. Ecco chi è Luigi Vitali

Nomen omen, dicevano gli antichi. E indubbiamente Luigi Vitali è fin troppo vitale. In meno di mezza giornata ha infatti ufficializzato il suo addio a Forza Italia per correre a sostenere la maggioranza di Giuseppe Conte nel momento dell’estremo bisogno, salvo poi compiere una frettolosa inversione a “U” per tornare al punto di partenza, tra le file dei senatori di Silvio Berlusconi. Sui suoi umori rischia di consumarsi lo psicodramma di una crisi politica non solo insensata, ma pure priva di sbocchi, che coglie il Paese in piena pandemia e nei delicati giorni in cui dovrebbe essere finalizzato il Recovery Fund (con l’ultima bozza bocciata persino dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, solo alleato in Europa che ci resta in un periodo in cui la nostra credibilità è tornata a traballare). Dunque chi è Luigi Vitali?

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«Mi hanno chiamato Silvio Berlusconi e Matteo Salvini» ha ammesso candidamente questa mattina al telefono con il Corriere della Sera. Solo quattordici ore fa sempre al Corsera, Vitali, molto vicino a Mariarosaria Rossi, l’ex berlusconiana di ferro uscita da Forza Italia, diceva ben altro, però: «Al di là del rapporto personale con il Cavaliere e di un’amicizia con il presidente dei senatori Anna Maria Bernini è finita la liason con la classe dirigente azzurra». E, ancora: «In tutte le riunioni del gruppo di Forza Italia ho espresso le mie perplessità sulla presa di posizione del centrodestra e degli azzurri perché questo non è il momento di tornare alle urne».

CHI È LUIGI VITALI?

Ma le perplessità sono andate avanti tutta la notte. Sempre il giornale di via Solferino racconta con dovizia le lunghe ore di veglia del senatore morso dai conflitti interiori: “All’una e trenta scrive agli amici di Forza Italia: «Ragazzi, c’è un ripensamento»”. E quindi l’ammissione che è stato tutto uno scherzo: «Questa è la mia ultima legislatura. Hanno prevalso gli affetti. D’altro canto cosa sarei andato a fare in un governo presieduto da Giuseppe Conte? Sarei stato solo un mercenario». Avvocato penalista, nato a Taranto, Luigi Vitali vive a Francavilla Fontana (Brindisi). Figlio di un appuntato dei Carabinieri, si è laureato in giurisprudenza all’Università degli Studi di Bari nel 1978. Ex membro locale dell’MSI, è uno dei berlusconiani della prima ora: dapprima con passaggio tra gli azzurri della propria giunta comunale, quindi deputato fin dal 1996.

 

Forse è un bene che Luigi Vitali non sia approdato nella maggioranza: avrebbe provocato non pochi imbarazzi tra le file dei grillini. Nel 2014 è stato proposto come componente laico del Consiglio superiore della magistratura in quota Forza Italia (l’altro nome fatto fu quello di Elisabetta Casellati, attuale seconda carica dello Stato). Scriveva in merito Il Fatto Quotidiano, giornale di riferimento per i pentastellati: “Berlusconi vuole a Palazzo dei Marescialli il brindisino sotto processo per abuso d’ufficio”. Tuonava Luigi Di Maio: «È una cosa che sta passando sotto silenzio. Napolitano non ha detto una parola sul fatto che Vitali è un imputato e che Pd e Fi lo stiano votando».

“A Napoli – raccontava sempre il Fatto – l’avvocato che peggiorò la Cirielli sulla prescrizione a favore di Berlusconi (di qui l’etichetta di ex Cirielli) è accusato di falso ideologico “commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici e di falsa attestazione o dichiarazione di un pubblico ufficiale sulla identità o su qualità professionali proprie o di altri”. Vitali spacciò come propria assistente un’aspirante cronista, di nome Annalisa Chirico, per una visita in carcere a un deputato berlusconiano: Alfonso Papa, arrestato per lo scandalo della P4″.

Quindi il quotidiano si soffermava a lungo su quella che definiva “curiosa” archiviazione in un altro processo: “Vitali fu indagato per corruzione. Al centro della storia la costruzione di un carcere in Calabria, da cui far discendere una serie di favori e di assunzioni in cambio. Ma il pm di Brindisi rinunciò a intercettare Vitali, all’epoca parlamentare del Pdl, e chiese l’archiviazione. Per il magistrato, con la richiesta alla Camera di appartenenza della relativa autorizzazione, sarebbero venute meno la segretezza e il fattore sorpresa”.

LUIGI VITALI, L’UOMO DEL COLPO DI SPUGNA AL FALSO IN BILANCIO

Insomma, ormai appare chiaro chi è Luigi Vitali e perché la sua presenza sarebbe risultata stonata rispetto a ciò che hanno sempre sostenuto i 5 Stelle. Ma non è finita qui perché la sua carriera politica è legata a doppio filo pure a una delle famose leggi ad personam volute da Berlusconi: l’abolizione del falso in bilancio. Scriveva Repubblica nel luglio 2001: “presentati gli emendamenti dei forzisti Luigi Vitali e Niccolò Ghedini. Grazie al primo il falso in bilancio da “reato di pericolo” diventa “reato di danno”. […] Una situazione che fa dire a Pierluigi Mantini, Margherita: “Questo è un colpo di spugna che abbassa la prescrizione e le sanzioni penali per i reati di falso in bilancio. Cancella tre processi in corso a carico di Berlusconi, mettendo a rischio le esigenze di trasparenza e di efficienza dei mercati”. E il suo collega Giuseppe Fanfani fa notare che si tratta di una prova palese del conflitto di interessi visto il parere favorevole del governo all’emendamento Vitali“.

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