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Dopo lo scudetto, De Laurentiis vuole cambiare il calcio (e fare matrimoni e comunioni negli stadi)

Scudetto Napoli De Laurentiis

“Uno scudetto che premia i napoletani, lo aspettavano da 33 anni e quindi qualunque augurio anche per il futuro è ben accetto”, ha detto a Repubblica il presidente del Napoli

Sono passati otto giorni dall’ufficialità dello scudetto del Napoli. 19 anni dalla risalita dalla Serie C. Con il pareggio di Udine ottenuto giovedì 4 maggio, gli azzurri hanno conquistato il loro terzo titolo nazionale di calcio. Un traguardo storico del quale ha parlato il presidente Aurelio De Laurentiis.

Il quale, conversando con il direttore di Repubblica Maurizio Molinari, è andato oltre raccontando cosa ha in mente di fare nel calcio adesso.

LO SCUDETTO DEL NAPOLI: I PROTAGONISTI

“È uno scudetto che premia i napoletani, lo aspettavano da 33 anni e quindi qualunque augurio anche per il futuro è ben accetto”, he esordito AdL. L’ultimo trionfo degli azzurri risale al 1990, l’estate dei Mondiali in Italia.

Quello arrivato adesso può dirsi merito di tanti protagonisti, praticamente tutti. Khvicha Kvaratskhelia, anzitutto. La rivelazione d’attacco: che “avevamo già individuato da tre anni”, rivela De Laurentiis, “ma era il periodo Covid, avevamo perso 258 milioni, ci chiedevano molti soldi. Poi lui ha cambiato agente e Giuntoli è stato molto bravo a portarlo a casa per 11 milioni”.

E poi Osimhen, che “ha avuto la possibilità di recuperare fisicamente”. Mentre il tecnico, Luciano Spalletti (arrivato dopo le difficili stagioni con Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso in panchina) “lo seguo da quando era in Russia, tante volte l’ho chiamato per portarlo a Napoli”. E aggiunge: “E’ un condottiero, un grande affabulatore: tutti dovrebbero studiarlo, c’è sempre da imparare da lui”.

Ma, appunto, sono stati tutti protagonisti da agosto ad oggi. In un campionato che non ha mai avuto concorrenza. “Il capitano Di Lorenzo è un uomo straordinario, educatissimo, su cui si può sempre contare”. Adesso la vera sfida sarà aprire un nuovo ciclo dopo quello avuto con Maurizio Sarri e che portò a un passo dalla conquista del titolo, poi svanito a Firenze.

DE LAURENTIIS: ECCO COME VOGLIO RIFORMARE IL CALCIO

Ma, appunto, nella testa di AdL non c’è solo il Napoli. “Pregherei il ministro dell’Istruzione di immaginare un paio di lezioni al mese da un’ora, dove lo Spalletti o l’Ancelotti della situazione – dice il presidente azzurro – comincia a raccontare agli studenti, dalle elementari alle superiori, che cos’è una partita, che cosa significa un modulo, quali sono i ruoli dei giocatori”.

Di più. De Laurentiis immagina stadi oltre che nuovi, anche polivalenti. Persino per i matrimoni e le comunioni. In termini di fruizione del contenuto sportivo, invece, “mi auguro che Meloni riesca a far passare la nuova legge contro la pirateria senza se, senza ma, senza condizionamenti dei grandi gruppi”.

Per risolvere la compressione dei calendari, invece, AdL immagina una riforma per giocare da aprile a ottobre. “Il tempo atmosferico si sta spostando, valutiamo anche questo”, dice. Per poi concludere il suo pensiero rivoluzionario attaccando la legge Melandri e spiegando che l’idea di due campionati europei l’ha accantonata. “Sennò si arrabbiano tutti. Avevo detto che bisognerebbe portare sul tavolo 10 miliardi, non i 4-5 che l’Uefa si appresta a garantire dal prossimo ciclo”.

I CONTI DEL NAPOLI PRIMA E DOPO LO SCUDETTO

Tornando al Napoli, intanto, come ha ricordato su Start Magazine Maria Scopece il “produttore cinematografico che ha acquisito il Napoli nel 2004 e, dal fallimento in poi, ha rimesso in ordine i conti”.

Bilancio 2022: rosso di 51,9 milioni di euro contro i 58,9 del 2021. “Il risultato prima delle imposte è stato negativo per 65,5 milioni di euro circa, mentre nel 2020/21 era stato di -77,9 milioni. Il Napoli ha registrato anche una contrazione del fatturato, che si è attestato a 175,9 milioni di euro (nel 2021 erano 228 milioni di euro). A pesare sulla riduzione delle perdite il calo dei costi, scesi a quota 241,1 milioni contro i 306,6 milioni nel 2020/21″.

Da un lato, in positivo, hanno contribuito diritti tv (89,8 min di euro), sponsorizzazioni (30,5mln) e plusvalenze (19,4 min). Salari, stipendi (130,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 154,5 milioni del 2020/21) e ammortamenti (74,8 milioni contro i 113,3 milioni del 2020/21, 70,5 legati ai calciatori) sono invece le voci più pesanti per i conti azzurri.

Il debito complessivo attuale è quindi di 258, 9 milioni di euro; i crediti sono pari a 74,7 milioni. Sono scesi di 0,2 milioni i costi per gli stipendi del cda dal 2021 al 2022 (2,3 milioni di euro).

Lo scudetto appena vinto e il percorso fatto in Champions League, concluso ai Quarti di finale contro il Milan garantiranno almeno 27 milioni.

 

 

 

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